grillo cremaschi

GRILLO VUOLE SMONTARE I SINDACATI E INGAGGIA IL DURO CREMASCHI PER SPIEGARE COME: ‘ELIMINARE FINANZIAMENTI INDIRETTI DELLO STATO, AZZERARE LE TESSERE OGNI 4 ANNI (BASTA RINNOVI SILENZIOSI) E TUTTI I LAVORATORI DEVONO POTER ELEGGERE I LORO RAPPRESENTANTI, NON SOLO LE SIGLE CHE HANNO GIÀ FIRMATO ACCORDI. MA I DETTAGLI LI DECIDE IL MOVIMENTO, ANZI GRILLO’

SINDACATISINDACATI

 

Lorenzo Salvia per il Corriere della Sera

 

«Difendere il lavoratore significa anche promuovere forme nuove di democrazia e partecipazione sui luoghi di produzione, tagliando al tempo stesso i vecchi privilegi e le incrostazioni di potere del sindacato tradizionale». Il Movimento 5 Stelle prepara il programma pensando alle prossime elezioni.

 

E sul blog apre alla discussione con gli iscritti un capitolo centrale, quello sul lavoro, con una mossa che mette seriamente in discussione il ruolo dei sindacati. Poche frasi, principi più che riforme vere e proprie. Come questo: «La presenza e l' incidenza del lavoratore nella governance della propria impresa va disintermediata». Cosa vuol dire?

 

Disintermediare significa saltare o almeno limare il ruolo del sindacato nel rapporto fra lavoratore e azienda. Un termine usato anche da Matteo Renzi nella prima fase del suo governo, quando puntava dichiaratamente a ridurre il potere di Cgil, Cisl e Uil. Salvo poi virare verso la cara e vecchia concertazione in vista del referendum costituzionale di dicembre. Forse è anche questa assonanza a far nascere il caso.

GIORGIO CREMASCHI E BEPPE GRILLO NO TAVGIORGIO CREMASCHI E BEPPE GRILLO NO TAV

 

 Con la senatrice del Pd Francesca Puglisi che chiama in causa Pierluigi Bersani e gli scissionisti di Mdp: «Cosa ne pensano visto che considerano Grillo un interlocutore?». A far aumentare il peso specifico di quelle frasi, però, è anche il ricordo di altre parole, quelle pronunciate da Beppe Grillo qualche anno fa: «Eliminiamo i sindacati - diceva nel 2013 a Brindisi durante il suo Tsunami tour - che sono una struttura vecchia come i partiti politici. Non c' è più bisogno di loro, le aziende devono essere di chi lavora».

 

Sono passati quattro anni, il Movimento 5 Stelle nel frattempo ha cambiato pelle. Ma quelle frasi hanno lasciato il segno. Dalla Cisl risponde Anna Maria Furlan: «Siamo pronti al dialogo con i Cinque Stelle ma la partecipazione si fa in maniera collettiva, non individuale».

 

SUSANNA CAMUSSOSUSANNA CAMUSSO

Gli altri sindacati aspettano, guardinghi. Dopo un paio d' ore arriva la precisazione del Movimento, firmata dai parlamentari della commissioni Lavoro: «Non ci pare d' aver detto che una volta al governo scioglieremo i sindacati d' imperio, tutt' altro. Stiamo parlando di un rinnovamento che, anzi, è ormai fondamentale per la loro stessa sopravvivenza». Ma, al di là del tira e molla delle dichiarazioni, come la pensano dentro il Movimento?

 

Fra qualche giorno quei principi saranno spiegati sul blog con un video di Giorgio Cremaschi. Sì, proprio lui, l' ex leader della Fiom, la sigla dei metalmeccanici della Cgil, che un anno fa ha lasciato il sindacato in grande polemica con Susanna Camusso. Cremaschi dice di «guardare con interesse ai Cinque Stelle, come tutti gli italiani in questo momento».

 

Aggiunge che il «sindacato è essenziale, come essenziale è il suo rinnovamento», e spiega le tre modifiche che propone nel video. La prima: nelle aziende tutti i lavoratori devono potere eleggere i loro rappresentanti ed essere eletti nelle organizzazioni sindacali, senza limitare il diritto alle sigle che hanno già firmato accordi. La seconda è l' azzeramento delle tessere sindacali ogni 4 anni, «senza quei rinnovi silenziosi che si prestano a pratiche ambigue».

 

GIORGIO CREMASCHIGIORGIO CREMASCHI

La terza è «l' eliminazione di qualsiasi forma di finanziamento indiretto, da parte dello Stato o delle aziende». E la famosa disintermediazione? «Mah, è una parola sbagliata. Spero non vogliano inseguire Renzi su questo terreno». Lei non ne parla nel video? «No, ma io mi limito a una spiegazione tecnica. Cosa fare lo decideranno gli iscritti al Movimento. Anzi lui, Beppe Grillo».

 

 

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