stampa tedesca contro la merkel

TOH! DI FRONTE AL COVID ANCHE I TEDESCHI SPROFONDANO NELLA MERKEL - LA STAMPA IN GERMANIA STA DISTRUGGENDO LA GESTIONE DELLA PANDEMIA DA PARTE DELLA CANCELLIERA: LA NUOVA STRATEGIA SCONTENTA TUTTI, DAGLI APERTURISTI AI PRUDENTI, CON I LAND PROTAGONISTI DI SCAZZI EPICI CONTRO IL GOVERNO - IL SOSPETTO È CHE LA BRILLANTE GESTIONE DELLA PRIMA ONDATA FOSSE DOVUTA SOLO ALLA FORTUNA DI AVER AVUTO UN MESE DI VANTAGGIO SULL'ESPLOSIONE DEL CONTAGIO IN ITALIA...

Pierluigi Mennitti per www.startmag.it

 

 

BUNDESTAG - ANGELA MERKEL SI ACCORGE DI AVER DIMENTICATO LA MASCHERINA

Sic transit gloria mundi. L’ultimo vertice del gabinetto di crisi tedesco che ha varato una cervellotica road map per l’allentamento progressivo delle misure restrittive potrebbe essere stato un momento di cesura nel consenso dei cittadini verso il loro governo. Le decisioni hanno scontentato tutti: gli aperturisti e i prudenti, i commercianti e i consumatori, gli economisti e gli imprenditori, gli insegnanti e i genitori, gli epidemiologi e forse anche i complottisti. Il compromesso elaborato può a buon diritto smentire l’antico detto secondo il quale, se la politica scontenta tutti, allora agisce bene. Non è così.

 

BUNDESTAG - ANGELA MERKEL SI ACCORGE DI AVER DIMENTICATO LA MASCHERINA

 

La nuova strategia del governo per gestire la seconda primavera ai tempi della pandemia può riassumersi in un barocco, bislacco e contorto rebus degno della Settimana Enigmistica, tanto che per pubblicizzarlo i presidenti regionali (che per inciso vi hanno contribuito in maniera determinante) sono dovuti ricorre a un lungo lenzuolo di carta, pieno di tabelle (se l’incidenza è tot scatta questo, ma appena raggiunge tot scatta quest’altro) e degno della scheda elettorale di un’elezione amministrativa.

 

Prescrizioni peraltro già superflue, giacché ogni Land sta agendo di testa sua, aggiustando, modificando, forzando quelle linee guida in nome dell’autonomia federale.

 

angela merkel e olaf scholz,

Per raggiungere questo capolavoro politico-burocratico, sedici presidenti di Länder e alcuni ministri del governo, guidati da una cancelliera che appare di nuovo tanto stanca quanto stufa, si sono accapigliati per ore seppur in forma digitale. Oltre nove ore di confronto, al termine delle quali l’unica cosa che resterà a futura memoria è lo scazzo verbale tra il presidente della Baviera Markus Söder (Csu) e il ministro delle Finanze Olaf Scholz (Spd), che potrebbe aver rappresentato il primo battibecco della prossima campagna elettorale (episodio che ha spiazzato l’altro pretendente alla candidatura per i conservatori, Armin Laschet).

 

markus soder coronavirus 1

Il tono del confronto: “Non so cosa ti sei bevuto, qui non sei il cancelliere, non sei il re della Germania o il sovrano del mondo” le parole di Söder, irritato per come il ministro delle Finanze stesse disponendo dei finanziamenti in capo alle regioni; “Ma quello di cui tu vuoi liberamente disporre è esso stesso denaro dei contribuenti”, la replica del socialdemocratico. Insomma, soldi.

 

angela merkel marcus soder

L’ennesimo vertice di crisi ha certificato platealmente la difficoltà della Germania di fronte all’onda lunga della pandemia, tanto da far venire il sospetto che la brillante gestione della prima ondata sia stata dovuta più alla fortuna che alla capacità: la fortuna di aver avuto un mese di vantaggio rispetto allo scoppio del virus in Italia e di aver chiuso tutto prima che il Covid potesse insinuarsi in maniera irrimediabile. Poi ordinaria amministrazione.

 

Jens Spahn

È una débacle che non coinvolge solo il governo federale, ma l’intero sistema tedesco. L’estate è trascorsa senza che le linee di difesa fossero state rafforzate, basti l’esempio tragico delle scuole, in cui le misure di igiene e sicurezza sono rimaste quelle della scorsa primavera, e la seconda ondata autunnale ha travolto anche quello che pochi mesi prima era sembrato il primo della classe (è sempre poco elegante autocitarsi: ma ricordate le corrispondenze dalla Germania colme di elogio che leggevate sulla stampa italiana ancora a novembre e dicembre? Beh, qui su Startmag.it leggevate altro). A tutto questo si è aggiunto l’avvio della campagna di vaccinazione, bollato dagli stessi giornali come “catastrofico”. E non solo per colpa delle incertezze di Bruxelles.

 

ANGELA MERKEL

Ora la stampa tedesca presenta il conto. “Se il disincanto per la politica dovesse raggiungere presto nuove vette, ciò avrà molto a che fare con la cancelliera e il ministro della Sanità”, scrive lo Spiegel. “Né Angela Merkel né Jens Spahn hanno svolto il loro compito dalla scorsa estate. Il paese e i suoi cittadini avrebbero fortemente desiderato un governo fresco ed energico. Quello attuale ha ora dimostrato in modo permanente che non è possibile”.

 

BUNDESTAG - ANGELA MERKEL SI ACCORGE DI AVER DIMENTICATO LA MASCHERINA

Il titolo del commento è “Un nuovo governo”, ma per averlo bisognerà attendere ancora molti mesi, fino alle elezioni del 26 settembre. E chissà se le previsioni da tempo stabili di una futura maggioranza nero-verde (Cdu-Csu e Grünen) non verranno rimescolate da improvvisi cambi di umore degli elettori, soprattutto verso la Cdu: nei sondaggi si nota qualche prima crepa, mentre quelli sul gradimento verso la gestione della pandemia indicano che solo la metà ancora le supporta, qualche mese fa le percentuali si aggiravano sul 70%.

 

vaccinazione in germania

Ma la critica va più in profondità, supera la riscoperta debolezza di una formula di governo. Questa situazione “scuote anche le auto-attribuzioni coltivate a lungo”, riprende lo Spiegel, “per molto tempo noi tedeschi siamo stati convinti di vivere in un paese moderno, innovativo e ben organizzato. La pandemia ci ha portato via questa delusione. Se la Repubblica Federale fosse effettivamente un paese moderno, innovativo e ben organizzato – e allo stesso tempo avesse la fortuna di avere una leadership politica vivace, ambiziosa e vigile, la situazione ora apparirebbe più rosea. Allora ora ci sarebbero state buone prospettive per la cultura, la gastronomia o per i negozianti, ci sarebbero state prospettive per più socialità, per più felicità nella vita”.

 

angela merkel e ursula von der leyen

“La reputazione della Germania nel mondo è sempre meno in linea con la realtà”, rincara il Tagesspiegel di Berlino, che nel suo titolo parla di “retrocessione”. Le critiche si appuntano sul settore amministrativo, quello cui è demandata l’implementazione sul campo delle strategie politiche. “La lentezza è un lusso che ci si deve poter permettere”, riprende il quotidiano che denuncia invece un settore pubblico tedesco “appesantito che, come si sta ora dimostrando, non è in grado di erogare servizi in maniera efficiente neppure in caso di emergenza”.

 

LA BILD CHE INVIDIA GLI INGLESI

L’esempio della campagna di vaccinazione è emblematico. L’elenco dei paesi dove le somministrazioni procedono più rapidamente, anche in situazione di carenza di dosi, imbarazza i tedeschi: il Tagesspiegel cita Messico, Serbia, naturalmente per non parlare di Israele, il sogno proibito, dove ora ci si immunizza nei pub dopo aver ottenuto un barcode sul proprio smartphone. Qualche giorno fa il tabloid Bild aveva pubblicato una bandiera britannica in prima pagina, con il titolo: “Vi invidiamo”. Deve essergli costato molto, dopo i tanti sfottò inviati lo scorso anno all’indirizzo di “Mad Boris”, ma sempre meno della risposta di ritorno del popolare The Sun, “Noi non vi invidiamo”, pubblicata in un tedesco impeccabile.

 

 

boris johnson mette a tacere angela merkel al g7 2

“C’è stato un tempo in cui la Germania era invidiata per la sua efficiente amministrazione”, scrive ancora il Tagesspiegel, assumendo toni malinconici, “Lenin voleva modellare il socialismo sull’esempio della Deutsche Post, le università tedesche erano l’invidia del mondo”. Una reputazione tramandata di generazione in generazione: “I baby boomer, ora incamminati verso la sessantina, sono cresciuti sapendo di vivere nel paese più funzionante del mondo”. Poi è arrivata una crisi drammatica per svelare che il re è nudo.

 

L’auspicio del Tagesspiegel è che il paese diventi consapevole di questi ritardi e realizzi un colpo d’ala: “L’attuale crisi dovrebbe essere un’occasione per intraprendere una profonda riforma amministrativa. Le loro strutture sono così incrostate che i responsabili trovano più facile rinchiudere un intero popolo che dotare le autorità sanitarie di un software uniforme”. Non proprio un gran bilancio al termine di 16 anni di governi Merkel.

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)