MAI DIRE RAI - LA MANNAIA DI GUBITOSI: DIMEZZARE LE TESTATE GIORNALISTICHE E TAGLI DEL 30% AI TG: “TROPPE 21 EDIZIONI AL GIORNO” - A FARNE LE SPESE RAI NEWS 24 DELLA SUA COCCA MAGGIONI
Aldo Fontanarosa per “la Repubblica”
Luigi Gubitosi ci ha pensato seriamente: se la spagnola Tve, la tedesca Ard-Zdf e la mitica Bbc hanno una direzione centralizzata delle news, con un solo giornalista a capo di tutta l’informazione, perché mai non provarci anche in Italia, alla Rai? Poi il direttore generale della nostra televisione di Stato – e lo staff di tre collaboratori che lavora con lui alla questione – ha preso atto degli ostacoli anche logistici che sono sul terreno. Per ora, invalicabili.
Le forze giornalistiche della Rai sono dislocate a Saxa Rubra, a Roma, in 7 diverse palazzine che poco hanno a che vedere con l’avveniristica sede unica dell’inglese Bbc (a Portland Place, Londra). Dunque – se questi sono gli spazi - è impossibile per la Rai sognare redazioni o direzioni unitarie. Eppure Gubitosi non si arrende e chiede un consiglio di amministrazione straordinario, mercoledì 23 luglio, per esporre la sua riforma.
Una cosa non rivoluzionaria forse, ma realistica. Che parte dalle edizioni dei telegiornali.
Tg1, Tg2 e Tg3 ne producono 21 ogni giorno. Troppe, anche alla luce delle medie europee. Saranno ridotte fino al 30% (ma sulle dimensioni dell’intervento servirà il via libera dei consiglieri). Le attuali continue edizioni di Tg1, Tg2 e Tg3 hanno ucciso in culla il canale di sole notizie Rai News 24.
Se uno trova un telegiornale ogni 5 minuti sulle reti principali, che bisogno ha di accendere Rai News? Questo canale – malgrado gli sforzi del direttore Monica Maggioni – viene accreditato di un ascolto medio, di uno share dello 0,57% nei primi 6 mesi del 2014 (fonte, Barometro).
L’obiettivo di Gubitosi è di portare il canale ai livelli di gradimento dei “cugini” europei (Bbc World il modello), grazie anche a una collocazione diversa sul telecomando (oggi il numero 48 è un ulteriore handicap). In prospettiva, se i soldi in cassa lo permetteranno, Rai News 24 verrà sdoppiato, con una redazione irradiata solo all’estero e in inglese (France Télévision parla al mondo in tre lingue: inglese appunto, arabo e francese). Non è nei piani del direttore generale fondere Rai News 24 con il Tg2. La voce che circola è infondata.
monica maggioni intervista bashar al assad
Gubitosi punta anche a ridurre le testate giornalistiche (oggi sono 8) fino a un massimo di 4 o 5. E anche le relative redazioni saranno accorpate. Ma nessuno dei marchi storici sparirà. Se l’azienda – ad esempio – dovesse unire i giornalisti di Tg1 e Tg2, comunque questo corpo redazionale unico produrrà le edizioni del Tg1 e del Tg2.
Ma, attenzione, la filosofia editoriale dei telegiornali dovrà cambiare. Non è possibile che tutti i tg diano notizie su tutto, quasi facessero capo a un editore differente. L’informazione delle varie reti dovrà caratterizzarsi, dunque. Il Tg1 darà notizie ad ampio raggio, il Tg2 accentuerà la sua vocazione per il costume e le tendenze sociali mentre il Tg3 andrà verso il sociale e gli esteri.
Gubitosi chiederà ai cronisti, inoltre, di mettersi alle spalle l’anima democristiana, socialista e comunista che venne loro assegnata in un’epoca ormai chiusa e lontanissima. La Rai, infine, tratterà con i sindacati su multimedialità e flessibilità. Ogni giornalista, se necessario, dovrà lavorare per qualsiasi testata dell’azienda senza se e senza ma; e userà la telecamera o lo smartphone per filmare mentre la funzione di ripresa oggi è riservata all’operatore.
Un gruppo di 4 persone, dunque, lavora alla riforma. Oltre al dg Gubitosi, la task force conta sul direttore delle Risorse Umane Fiorespino, sul direttore dello Sviluppo Strategico Nardello, infine su Nino Rizzo Nervo, ex consigliere oggi presidente del Centro per la Formazione in giornalismo radiotelevisivo (è la Scuola di Perugia). Proprio Rizzo Nervo (nel 1999) fu promotore della unificazione tra il Tg3 e la Tgr. Mentre Livio Zanetti promosse la fusione dei tre radiogiornali nell’ormai lontano 1993. Ora la sfida degli accorpamenti attende Gubitosi. Vedremo se ce la farà.