GUERRA PER PROCURA - SUL FOGLIO, FRANK CIMINI: DIETRO LO SCONTRO TRA MAGISTRATI MILANESI C’È IL VOTO PER IL NUOVO CSM - BRUTI RISCHIA DI ANDARE IN PENSIONE, ROBLEDO DI ESSERE TRASFERITO PER INCOMPATIBILITÀ - LA GESTIONE DEL FASCICOLO SEA-GAMBERALE

Frank Cimini per "Il Foglio"

Chi sta con chi. Chi non è con me e con noi è contro di me e contro di noi. In procura a Milano non si parla d'altro da quando il caso Bruti Liberati-Robledo, che non è uno scontro personale ma di politica giudiziaria, è diventato di pubblico dominio. Ieri, per dire il clima, Ilda Boccassini, ascoltata dalla commissione del Csm ha detto che Alfredo Robledo, titolare delle inchieste sulla corruzione e diventato suo rivale nella gestione di alcuni fascicoli importanti, "ha dichiarato il falso", quando l'ha accusata di essersi "rifiutata di rispondere" alla sua richiesta di trasmissione degli atti relativi all'inchiesta su Expo. E da un membro del Csm (Magistratura indipendente, centrodestra), Antonello Racanelli, è giunta al Guardasigilli Andrea Orlando la richiesta di spedire ispettori a Milano.

E si parla e non si lavora o quasi. L'ufficio inquirente è paralizzato, al di là degli arresti per Expo, accelerati proprio in relazione alle dinamiche della scabrosa vicenda tra magistrati. Le richieste al gip recano la data di quattro mesi fa, e già allora tra i frequentatori del Palazzo di giustizia la querelle interna non solo era nota, ma era già un tormentone. Chi sta con chi? Da allora, qualcuno si lamenta, si sono perse le tracce di molte inchieste che stavano per essere chiuse, di interrogatori da fare, di richieste di rinvio a giudizio da presentare all'ufficio del gip. Tutti a schierarsi, a fare proselitismo.

Boccassini e Francesco Greco, capo del dipartimento sul diritto penale dell'economia e gli affari civili societari, anche lui messo nel mirino da Robledo per la gestione delle inchieste sulla Sanità, fanno sponda col procuratore capo. Un nome storico del tribunale di Milano come Ferdinando Pomarici si è invece esposto nella critica, Pietro Forno tace ma da sempre ha un buon rapporto con il procuratore capo, mentre anche tra chi tace le posizioni si vanno divaricando.

Anche perché tra poche settimane ci sono le elezioni per il nuovo Csm, e alle "primarie" di marzo per scegliere i candidati, la corrente storica di Magistratura democratica, quella del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, era andata male e rischia di perdere almeno un seggio. Ma Milano un caso senza precedenti che fa impallidire anche casi storici come quello tra i pm di Salerno e di Catanzaro che si perquisirono e si sequestrarono atti reciprocamente, quando "Giggino 'a manetta" faceva danni in magistratura prima di farli da sindaco di Napoli.

Come finirà? Un giudice di lunga esperienza, in passato membro del Csm, prevede: "Il Consiglio superiore non confermerà nell'incarico di procuratore capo Bruti Liberati il quale potrebbe optare a quel punto per la pensione, e Alfredo Robledo sarà trasferito per incompatibilità ambientale, misura che può essere adottata anche senza colpe specifiche del diretto interessato, e al posto di Bruti arriverà un magistrato da fuori Milano". E sarebbe questa la vera novità, perché da decenni a oggi il capo della procura milanese viene costantemente individuato in un magistrato interno.

Ma adesso non sarebbe più possibile continuare sulla vecchia strada. Ci sono le cordate in lotta tra di loro, tutti sono parte in causa, per ripristinare un minimo di normalità urge dare il comando a qualcuno fuori dai giochi di potere attuali. Insomma parafrasando uno slogan sessantottino si potrebbe dire che la procura con questa storia ha perso l'innocenza. Ammesso e non concesso che l'abbia mai avuta.

Ma appare difficile una previsione sui tempi di soluzione, che dipendono anche da nuove eventuali audizioni davanti al Csm - ma ieri il Csm ha fatto sapere che non ascolterà in una nuova audizione Robledo, come da lui richiesto - e pure dagli sviluppi dell'inchiesta sugli appalti Expo. Le accuse, da quanto emerso finora, non possono essere ritenute infondate, anche se come spesso accade a suscitare perplessità è la contestazione agli indagati dell'associazione per delinquere.

E i provvedimenti restrittivi fanno riferimento esclusivamente al reato associativo, non ai "reati fine", la turbativa d'asta e la corruzione. E l'associazione troppo spesso viene usata per chiedere e ottenere gli arresti, e per essere più credibili in caso di rogatorie internazionali. Una richiesta di assistenza giudiziaria in Svizzera c'è già. Anche di questi problemi si parla in procura a Milano, ma a bassa voce tra i magistrati estranei all'inchiesta.

Come del resto si continua a discutere di quello che è considerato il vero pomo della discordia tra il procuratore capo e il vice, il fascicolo sulla gara d'asta Sea indetta dalla giunta Pisapia, "dimenticato" per sei mesi in un cassetto dell'ufficio di Bruti Liberati e affidato a Robledo solo a giochi fatti per l'asta. Il procuratore generale Manlio Minale, davanti al Csm, ha ammesso che almeno in questo caso c'è stato danno alle indagini, con Robledo costretto a farle solo quando sarebbe stato inutile intercettare. E si sa che ormai nelle indagini intercettare è tutto. O quasi.

Osserva maliziosamente un magistrato non collocabile sicuramente a destra: "Se un pm lascia nel cassetto per sei mesi un fascicolo su Berlusconi lo arrestano per corruzione senza accertare quanti soldi avrebbe preso e attraverso chi. Insomma senza sapere leggere e scrivere". L'ex governatore Formigoni iscritto solo un anno dopo tra gli indagati per corruzione per la Sanità è un altro degli appunti di Robledo, stavolta in direzione del collega "aggiunto" Francesco Greco, il quale dal canto suo ha qualche problema con indagini tributarie che aveva chiesto di archiviare e che la procura generale ha invece avocato, ottenendo diversi rinvii a giudizio con citazione diretta.

Ma quella di iscrivere formalmente tra gli indagati persone sulle quali sono già stati fatti accertamenti è un vecchio trucco e non solo della procura di Milano. Dietro a tutti questi scontri, che riguardano il modo e i tempi in cui procedere da parte dei magistrati su inchieste delicate, ci sono sempre ragioni di opportunità politica, commentano, o meglio mormorano, non pochi magistrati. Le stesse ragioni che, secondo Robledo, portarono al tentativo di insabbiare il fascicolo Sea.

Bruti, ricordano, fu nominato all'unanimità dal Csm, perché più "politico" rispetto ad altri candidati, in grado di garantire un po' tutti, se è vero che a un certo punto si oppose pure alla formalizzazione del coinvolgimento del presidente della provincia Guido Podestà, Pdl, nell'inchiesta sulle firme false per il listino Formigoni alle elezioni che diedero al Celeste il quarto mandato, altra battaglia di Robledo a cui ora Marco Pannella tributa elogi per aver scoperchiato per primo la pentola della procura di Milano.

 

 

EDMONDO BRUTI LIBERATI EDMONDO BRUTI LIBERATI ALFREDO ROBLEDO jpegAlfredo Robledoilda boccassiniIL PM DI MILANO FRANCESCO GRECO AL CELLULARE Armeni Simeoni e Pomarici sede csm consiglio superiore della magistratura

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...