gratteri

CHI GUIDERA’ LA PROCURA DI MILANO? - PER LA PRIMA VOLTA NON CI SARÀ NESSUNA CANDIDATURA CHE POSSA MANTENERE AL COMANDO LO STESSO GRUPPO DI POTERE - SONO SCOMPARSI DALL'ELENCO DEI CANDIDATI I PROCURATORI DI NAPOLI E CATANZARO, GIOVANNI MELILLO E NICOLA GRATTERI - CI SONO NOVE NOMI IN TUTTO, SEI CON ZERO SPERANZE, TRE IN PISTA DAVVERO: IL PROCURATORE DI FIRENZE MARCELLO VIOLA, QUELLO DI BOLOGNA GIUSEPPE AMATO, E POI MAURIZIO ROMANELLI: CHE DEI TRE È L'UNICO IN SERVIZIO A MILANO, ALLIEVO DI POMARICI E SPATARO…

Luca Fazzo per “il Giornale”

 

francesco greco

Una lunga serie di occasioni perdute, di scelte cruciali compiute un po' per quieto vivere e un po' per convenienza: sta in questa catena di decisioni sbagliate del Consiglio superiore della magistratura la vera radice del dramma che travolge in questi giorni la Procura della Repubblica di Milano, lacerata al suo interno, con un capo sotto inchiesta e un futuro tutto da disegnare. I dettagli, i passaggi tecnici della vicenda dei verbali di Piero Amara, pseudo-pentito del caso Eni, sono complicati, già quasi tutti noti, e alla fine quasi irrilevanti.

 

a sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberati

Ciò che conta è che l'ufficio giudiziario forse più importante del paese è allo sbando. Ed è difficile non indicarne una causa nella continuità di potere garantita per più di dieci anni dal Csm alla stessa cerchia di magistrati, legati da vincoli personali più ancora che di corrente. Per anni il Csm ha impedito non solo l'arrivo a Milano come procuratore di un «papa straniero», di un capo proveniente da fuori, ma ha anche che al vertice dell'ufficio arrivassero magistrati che pure nel capoluogo lombardo avevano fatto tutta la loro carriera, ma che portavano come pecca la estraneità al gruppo dominante.

 

robledo e bruti liberati 1

Se si fosse data aria alle stanze, non si sarebbe mai consolidata la rete di contiguità dentro cui è potuta maturare l'incredibile vicenda dei verbali di Amara, imboscati dalla Procura per salvare il traballante processo Eni. Per due volte, il Csm ha avuto la possibilità di girare pagina a Milano. La prima volta quando si trovò a scegliere il successore del procuratore Manlio Minale tra due candidati di punta: Ferdinando Pomarici, procuratore aggiunto, una vita in prima linea contro terrorismo e mafia, ma fama di scontroso e soprattutto di destrorso.

 

giovanni melillo

E dall'altra parte Edmondo Bruti Liberati, esperienza sul campo vicina allo zero, ma leader di Magistratura Democratica ed ex presidente dell'Associazione magistrati. Sulla carta non c'era partita, ma il Csm - Forza Italia compresa, e con la benedizione del Quirinale - nomina Bruti. È lì che comincia a prendere forma il «cerchio magico» di cui parlerà spesso Alfredo Robledo, unico procuratore aggiunto estraneo al mondo del capo.

 

La scena si ripete quando Bruti se ne va, dopo lo scontro furibondo con Robledo, e ci sono già richieste perché nella procura milanese approdi un capo da fuori. Scendono in campo candidati autorevoli come Giovanni Melillo e Giuseppe Amato, ma entrambi si convincono a rinunciare. Alla fine a giocarsela sono due milanesi: Francesco Greco, l'uomo della continuità, e Alberto Nobili, veterano della procura milanese, uomo di trincea come lo era Pomarici. E come Pomarici anche Nobili viene sconfitto.

nicola gratteri a otto e mezzo

 

Il Csm insedia Greco ma non solo: due anni dopo gli permette di scegliersi personalmente i suoi vice uno per uno. Compreso Fabio De Pasquale, il pm che con la sua gestione del processo Eni svolge un ruolo decisivo dei pasticci di oggi. Perché nessuno, centrodestra compreso, abbia voluto girare pagina a Milano è uno di quei misteri fatti di riti romani e di presunte astuzie impossibili da sciogliere. Adesso che i risultati sono sotto gli occhi di tutti, il paradosso è che il Csm questa responsabilità dovrà prendersela per forza.

FABIO DE PASQUALE

 

Perché quest' autunno, quando le inchieste sul caso Eni saranno presumibilmente tutte ancora aperte, andrà scelto il successore di Greco, che va in pensione. E per la prima volta sul tavolo non ci sarà nessuna candidatura che possa mantenere al comando lo stesso gruppo di potere. Ieri si ufficializzano le candidature alla successione a Greco: ci sono delle sorprese, prime tra tutte la scomparsa dall'elenco degli aspiranti dei procuratori di Napoli e Catanzaro, Giovanni Melillo e Nicola Gratteri, che sarebbero stati dei top player.

 

marcello viola procuratore generale firenze 2

nove nomi in tutto, sei con zero speranze, tre in pista davvero: il procuratore generale di Firenze Marcello Viola, il procuratore di Bologna Giuseppe Amato, e poi Maurizio Romanelli: che dei tre è l'unico in servizio a Milano, ma è un allievo di Pomarici e di Armando Spataro, lontano anni luce dal cerchio magico (e interrogato venerdì dal Csm pare si sia dichiarato all'oscuro di quanto emerso nel caso Amara). Qualunque sia la scelta, per Milano sarà l'addio a una generazione che ha regnato indisturbata. Ma non sarà merito del Csm.

Maurizio Romanelli

Ultimi Dagoreport

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

FLASH – COSA FARÀ LA CAMALEONTE MELONI QUANDO DONALD TRUMP, PER L’IMPOSIZIONE DEI DAZI, DECIDERÀ DI TRATTARE CON I SINGOLI PAESI E NON DIRETTAMENTE CON BRUXELLES? LA DUCETTA, AIUTATA DAL SUO AMICO ELON MUSK, GESTIRÀ GLI AFFARI FACCIA A FACCIA CON IL TYCOON, FACENDO INCAZZARE URSULA VON DER LEYEN E MACRON, O STARÀ DALLA PARTE DELL’UNIONE EUROPEA? STESSO DISCORSO PER L’UBIQUO ORBAN, CHE OGGI FA IL PIFFERAIO DI PUTIN E L’AMICO DI TRUMP: COSA FARÀ IL “VIKTATOR” UNGHERESE QUANDO LE DECISIONI AMERICANE CONFLIGGERANNO CON QUELLE DI MOSCA?

lapo e john elkann lavinia borromeo

FLASH! - INDAGATO, GRAZIE A UNA DENUNCIA DELLA MADRE MARGHERITA AGNELLI, INSIEME AI FRATELLI GINEVRA E JOHN  NELL'AMBITO DELL'EREDITA' DELLA NONNA MARELLA CARACCIOLO, LAPO ELKANN E' STATO COSTRETTO A RASSEGNARE LE DIMISSIONI DALLA PRESIDENZA DELLA FONDAZIONE BENEFICA DE "LA STAMPA", ''SPECCHIO DEI TEMPI'', PER LASCIARE LA POLTRONA ALLA COGNATA LAVINIA BORROMEO... – LA PRECISAZIONE DELL’UFFICIO STAMPA DI LAPO ELKANN: “LAVINIA HA ASSUNTO LA PRESIDENZA, MA LAPO RIMANE NEL CONSIGLIO DI ‘SPECCHIO’”