haftar serraj

RISIKO LIBIA - IL GENERALE HAFTAR AGGIRA SIRTE E AVANZA VERSO MISURATA, SCHIERATA CON IL PREMIER FAYEZ AL SARRAJ - MA NELL'AEROPORTO DELLA CITTA' SONO ASSERRAGLIATI CIRCA 300 MILITARI ITALIANI - IL NOSTRO CONTINGENTE RISCHIA DI TROVARSI SCHIACCIATO TRA I DUE FUOCHI E RISCHIAMO DI ESSERE INVISCHIATI IN UNA GUERRA SENZA AVERLA VOLUTA E SENZA SAPERE COME USCIRNE…

1 - LIBIA: FONTI HAFTAR, PROCEDIAMO A OVEST DI SIRTE

al serraj haftar giuseppe conte

(ANSA) - Fonti militari delle Forze del generale Khalifa Haftar, accreditate da Al Arabiya, hanno segnalato che le milizie dell'uomo forte della Cirenaica stanno avanzando ad ovest di Sirte puntando verso Misurata, la più potente città libica schierata con il premier Fayez al Sarraj insediato a Tripoli. "Le unità militari avanzano al di là della città di Sirte e impongono il proprio controllo su nuove posizioni a ovest della città", scrive la pagina Facebook "Divisione informazione di guerra" delle forze di Haftar.

 

2 - LIBIA: TUNISIA NEGA IL PASSAGGIO ALLE TRUPPE DELLA TURCHIA

haftar serraj

(ANSAmed) - La Tunisia "rifiuta in modo categorico qualsiasi interferenza straniera in Libia". Lo ha detto la consigliera per i media della presidenza tunisina, Rachida Ennaifar, in un'intervista alla radio Mosaique Fm, spiegando il rifiuto della Tunisia al passaggio delle truppe turche dirette in Libia. La risposta del presidente tunisino Kais Saied al presidente turco Recep Tayyip Erdogan di poter utilizzare il territorio tunisino per far transitare truppe per la Libia, in occasione della visita del 25 dicembre "è stata chiara". "

 

La sovranità anche di un solo centimetro del territorio tunisino non può essere sottoposta ad alcuna trattativa", ha detto Ennaifer. A proposito della possibilità della partecipazione della Tunisia alla Conferenza di Berlino sulla Libia Ennaifer ha affermato che "le concertazioni tra Tunisia e Germania proseguono affinché una partecipazione di tutte le parti interessate, a partire da quella libica, possa essere assicurata".

 

MACRON SERRAJ HAFTAR

3 - HAFTAR AVANZA I NOSTRI MILITARI A MISURATA RISCHIANO GROSSO

Claudio Antonelli per “la Verità”

 

Poco importa chi sia stato veramente a uccidere un plotone di cadetti dell' esercito di Tripoli. Ieri si è ipotizzato persino che ci possa essere lo zampino di mercenari russi. Il video diffuso aveva il solo scopo di accendere la miccia. La Turchia, nel dubbio, ha subito soffiato sul fuoco e accelerato i preparativi per mettere gli stivali sul terreno, come si suol dire.

 

D'altra parte, l'uomo forte di Bengasi, Khalifa Haftar, vuole guadagnare terreno nella speranza di posizionare il maggior numero di pedine prima che i player esteri definiscano sulla mappa le rispettive sfere d' influenza. Non a caso ieri le milizie di Misurata, allineate al governo di accordo nazionale (Gna) della Libia, hanno cominciato a ritirarsi da Sirte lasciando via libera all'Esercito nazionale libico (Lna) di Haftar, che ha già preso il controllo di uno dei quartieri più importanti della città.

 

LIBIA - LA CITTA DI MISURATA

Le forze di Bengasi avrebbero assunto anche il controllo della base aerea di Qardabiya, della Porta 20 e dell' area sud-orientale di Sirte, incluso il Quartiere 3. La presa di Sirte per l'Italia potrebbe avere un sapore molto amaro. Le milizie che fanno capo ad Ahmeed Maiteeq, vice premier del governo di Tripoli e uomo forte di Misurata, sono state fino a ora un forte cuscinetto all' avanzata della compagine di Haftar.

 

Se salta Sirte, Misurata (che dista poco più di 200 chilometri) rischia di essere accerchiata in breve tempo. A quel punto i soldati turchi (o le milizie che fanno riferimento ad Ankara) dovranno accelerare verso il Golfo e puntare sull' aeroporto di Misurata. Esattamente dove in queste ore sono asserragliati circa 300 militari italiani. Su di loro il governo di Roma non si è ancora pronunciato. Maiteeq, al contrario, nelle ultime ore ha preso le distanze dal premier Fajez Al Serraj.

UN MILIZIANO DELLE TRUPPE DI HAFTAR IN LIBIA

 

Forse per mantenersi equidistante rispetto ai turchi e per guadagnarsi spazi di manovra in caso di riposizionamento. Non tanto verso i francesi che hanno perso terreno, ma forse verso gli egiziani. Di certo non si preoccuperà di mantenere attive le protezioni di intelligence e le relazioni diplomatiche con Roma. Peccato che la politica italiana negli ultimi due anni lo abbia sempre utilizzato come vero interlocutore al di là del canale di Sicilia.

 

Così le coperture politiche ai nostri militari arrivano da lì. Se queste saltano, il contingente tricolore si troverà schiacciato tra i due fuochi. Ma la cosa più grave è che purtroppo dovrà affrontare i guai senza un vero incarico né mandato.

sirte conquistata dalle truppe di haftar 3

 

La scorsa settimana il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha detto che non prevede nessun disimpegno e che i contingenti sono inquadrati in precise missioni, all' interno delle quali l'Italia non è chiamata a scelte individuali. Affermazione corretta, se ci si riferisce all'Iraq o al Kuwait. Non altrettanto per la Libia. La nostra presenza a Misurata è ovviamente sotto l'egida Onu, ma risulta sotto la bandiera dell'assistenza bilaterale in parallelo all'operazione Mare Sicuro. In sostanza, i 300 soldati fanno supporto logistico e assicurano la continuità dei servizi all'ospedale di Misurata.

 

lorenzo guerini intervistato

L'anomalia sta però nel numero. Sono troppi per essere un semplice presidio sanitario, troppo pochi per diventare operativi sul territorio. Lo scorso aprile lo Stato Maggiore della Difesa aveva smentito qualunque intervento al di fuori del perimetro logistico e sanitario.

Adesso però le cose sono cambiate, e il rischio di difendersi dagli attacchi si è fatto molto concreto.

 

Con il risultato che l'Italia si potrebbe trovare immischiata in una guerra nell' arco di una notte senza averla voluta e senza sapere come uscirne. Oppure potrebbe dover decidere di lasciarsela alle spalle, avviando l'esfiltrazione del contingente. Anche se fosse questa la scelta finale, politicamente sarebbe la batosta definitiva. Evacuare Forze speciali e qualche decina di istruttori non è così impegnativo, e soprattutto si può fare di nascosto. Allontanare 300 soldati da un teatro di guerra diventa inevitabilmente una scelta politica. E lo saprebbero tutti.

 

CONTE E SERRAJ

Anche se il governo ha il dovere di difendere i nostri militari dando loro regole di ingaggio chiare e mettendoli nella condizione di sapere chi sono i nemici e chi sono gli alleati, al momento Giuseppe Conte non sembra aver chiara nessuna delle opzioni. Al tempo stesso, rimpatriare notte tempo il contingente significherebbe lasciare ai turchi campo libero, con tutto ciò che ne consegue.

 

Tolto il presidio di Misurata, che cosa resterebbe all' Italia? L'attuale ministro della Difesa ha recentemente riaperto la strada all' ipotesi di una presenza italiana nel Sahel, spiegando però che sarebbe da inquadrare in una missione congiunta con i francesi. Tre anni fa, ai tempi del governo Gentiloni, il nostro Parlamento votò a favore di un contingente in Niger, salvo poi veder naufragare la missione per via dell' ostruzionismo del governo di Niamey e per via delle frizioni dei nostri militari che temevano - giustamente - di ritrovarsi a fare da ruota di scorta a Parigi.

 

Adesso, bisognerebbe ripartire da zero. Capire che cosa ha intenzione di fare Donald Trump a Sud della Libia e quale partecipazione possiamo strappare allo schema americano. Senza aver posizionato le pedine, meglio non fare nulla: metteremmo solo in pericolo le vite di chi indossa la divisa. Ma se non faremo nulla avremo perso il diritto a rimanere nel consesso del G7. Rientrare, poi, non sarà certo una passeggiata.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...