TRUMP STAPPA LO CHAMPAGNE: ''HILLARY CORRERÀ PURE NEL 2020''. LO DICE L'EX CAPO DELLA SUA CAMPAGNA - L'INTERVISTA DI CAZZULLO A WOLFF, AUTORE DELL'ODIOGRAFIA ''FIRE & FURY'': ''IL PRESIDENTE RISCHIA L'IMPEACHMENT MA SE SI RICANDIDA BATTERLO È DIFFICILE. ANCHE PERCHÉ I DEMOCRATICI NON HANNO UN CANDIDATO. MICHELLE OBAMA? ALLORA PERCHÉ NON GEORGE CLOONEY?'' - E BANNON CHE AMA SALVINI, MURDOCH, E IL RAZZISMO
1. USA 2020: EX CONSIGLIERE CLINTON, HILLARY CORRERÀ
hillary clinton donald trump il town hall.
(ANSA) - Hillary Clinton correrà di nuovo per la Casa Bianca nel 2020. E sarà una Hillary 4.0 che ancora una volta reinventerà sé stessa. Ne sono convinti Mark Penn, consigliere di vecchia data della famiglia Clinton, e Andrew Stein, presidente del New York City Council vicino a Bill e Hillary. L'ex first lady, affermano i due sul Wall Street Journal, ha il 75% di popolarità tra i dem e una missione ancora da compiere: diventare la prima donna presidente. E non può lasciare senza vendetta il grido dei sostenitori di Trump 'lock her up', mettetela in galera.
L'ex segretario di Stato, scrivono Penn e Stein, "non permettera' che la sua umiliante sconfitta con Trump metta fine alla sua carriera", e a quel sogno che insegue da piu' di 30 anni. E la nuova versione di Hillary - spiegano, sara' molto piu' liberal e vicina alla sinistra del partito, cavalchera' il movimento del #metoo e si battera' per una stretta sulle armi. L'ex first lady stara' molto piu' tra la gente e sara' molto piu' coinvolta nella campagna elettorale, della quale vuole essere la protagonista assoluta relegando stavolta il marito Bill e Barack Obama al solo ruolo di raccolta fondi.
Circondandosi invece di un team di donne forti e professioniste. "Non fate attenzione alle dichiarazioni in cui Hillary afferma che non vuole correre, anche Clinton e Obama lo fecero fino al giorno in cui dichiararono di voler correre", scrivono Penn e Stein. "Potra' anche entrare piu' tadi, ma e' certo che, in un modo o nell'altro, Hillary 4.0 sta arrivando".
2. «TRUMP? RISCHIA L' IMPEACHMENT MA SE SI RICANDIDA BATTERLO È DURA»
Aldo Cazzullo per il ''Corriere della Sera''
Michael Wolff, Trump cercò di fermare «Fuoco e Furia», il suo best-seller da 5 milioni di copie nel mondo.
«Ovviamente non c' è riuscito; e ora sto scrivendo il seguito. Ma gli sono grato comunque. Pensi se gli dessero l' impeachment e diventasse presidente il suo vice Mike Pence: l' uomo più noioso del mondo. Per noi giornalisti sarebbe un disastro».
Trump rischia davvero l' impeachment?
«Certo che rischia. Le accuse contro di lui sono serie. Non penso che abbia avuto rapporti diretti con i russi. Ma indagando su Trump, i suoi affari, le sue relazioni, i suoi rapporti con le donne, può venire fuori qualsiasi cosa. E chiunque può indagare su di lui lo farà».
Il presidente ha appena teso la mano ai democratici.
«Ma i democratici lo vedono come un incrocio tra l' Anticristo e il demonio. Faranno di tutto per abbatterlo. Anche perché non lo capiscono».
Chi è Trump? Un leader?
«No. E' uno show-man . Ha un senso incredibile per il pubblico. Intuisce al volo qual è il numero che funziona. E quando non funziona più è pronto ad abbandonarlo».
Chi ha vinto queste elezioni?
«I miei amici democratici sono convinti di averle vinte loro. Ma è un risultato molto aperto. Solo il tempo darà il verdetto».
E com' è Trump di persona?
«La prima volta che lo vedi ti dici: però, quant' è simpatico.
La seconda ti dici: però, quant' è strano. La terza ti dici: oh mio Dio!».
Ma è simpatico o no?
«Sa sedurre. È un venditore formidabile. Quando è di fronte a te, ti fa sentire la persona più importante della sua vita. Qualsiasi cosa proponi, risponde: "Facciamola!". Poi appena sei uscito dalla stanza se n' è già dimenticato».
Riuscirà a governare con una Camera democratica?
«Tutto lascerebbe credere di no. Non è riuscito a far passare le sue leggi con una Camera repubblicana, è andato avanti a forza di ordini esecutivi; come può convivere con i suoi avversari? Eppure può sempre stupirci».
Perché?
«Perché Trump è la persona più imprevedibile del mondo; e questa è la sua forza. Cambia ogni giorno. A volte cambia due volte al giorno».
Non è un po' troppo?
«Trump è puro istinto. Non sa niente di nulla, tranne forse di edilizia. Si vanta di non aver mai letto un libro, neppure il suo».
«L' arte di fare affari»...
«Non solo non l' ha scritto; racconta di non averlo neanche aperto. I dossier lo annoiano.
Il suo staff è arrivato a chiedersi se sia semianalfabeta; poi ha capito che legge solo gli articoli che parlano di lui. Gli hanno dovuto spiegare la Costituzione; al quarto emendamento già sbuffava e alzava gli occhi al cielo. Puro istinto. Ma è un istinto formidabile».
È vero che voleva cacciare il procuratore Mueller, che indaga su di lui?
«È vero. Del resto, vuole sempre cacciare qualcuno. Ha licenziato il capo dell' Fbi, il capo di gabinetto, ora il ministro della Giustizia. Ha licenziato Bannon, lo stratega che l' aveva portato alla Casa Bianca. L' unica che non può licenziare è la figlia, Ivanka».
É vero che Ivanka Trump sogna la Casa Bianca?
«Tutti la sognano. Ma cos' ha fatto Ivanka nella vita, oltre a essere la figlia di Trump?».
Suo marito, Jared Kushner, conta molto.
«Trump una volta disse: "Jared porterà la pace in Medio Oriente". È una frase che Bannon ripeteva spesso, per far ridere gli amici. In realtà, Kushner nell' inchiesta di Mueller rischia parecchio».
Ma Trump arriverà al 2020? E sarà rieletto?
bill clinton hillary e donald trump
«Potrebbe arrivare al 2020, se evita l' impeachment, e poi non ricandidarsi. È un uomo quasi vecchio. Ma se si ricandida, batterlo sarà dura. Anche perché i democratici non hanno un leader».
Può esserlo Michelle Obama, che in questi giorni si sta scontrando con lui?
«E allora perché non George Clooney? No, non credo all' ipotesi Michelle».
Joe Biden?
«È più vecchio di Trump. Sta attento a non uscire dai blocchi troppo presto, ma si farà logorare comunque».
Chi allora?
«Può essere un personaggio a sorpresa, uscito dall' oscurità. O un miliardario di centro, come Bloomberg».
Trump ha conquistato definitivamente il partito repubblicano?
«No. Ha creato di fatto un nuovo partito. I vecchi repubblicani sono caduti in uno stato di disperazione esistenziale. Ma il partito di Trump è minoritario nella società. Per vincere ha bisogno di essere radicalizzato».
Quanto hanno influito le carovane in arrivo dal Messico?
«È stata una spinta per l' elettorato di destra. L' immigrazione è il vero cardine del trumpismo. Insieme con il nazionalismo economico. "Dove sono finiti i veri americani?" si chiede a volte Trump. Tenga conto che in tutti i cinquanta Stati l' etnia più rappresentata è quella messicana».
MITCH MCCONNELL PAUL RYAN DONALD TRUMP MIKE PENCE
Trump è riuscito a radicalizzare l' opposizione, spingendo i democratici a sinistra.
«Questa era la strategia di Bannon».
Che ora è una star in Europa.
«Bannon adora Salvini. Ma il suo vero obiettivo è la Casa Bianca».
Bannon vuol fare il presidente degli Stati Uniti?
«Sì. Mettendosi a capo del movimento populista mondiale. Un' onda che percorre tutte le nazioni. Trump non è un caso isolato. È solo quello più visibile».
Ma cos' è cambiato davvero nella politica estera americana? La Nato, che il presidente definiva obsoleta, è ancora lì.
«Putin ha una strategia; Trump no. Cosa voglia Trump forse non lo sa neppure lui.
Probabilmente non ha mai pensato di distruggere la Nato, ma solo di far pagare di più gli europei».
Com' è davvero il suo rapporto con Putin?
«The Donald è sempre stato affascinato dalla Russia; una volta ricevette alla Trump Tower un russo identico a Gorbaciov, scambiandolo per quello vero. Putin gli piace. Però Trump non ha esitato a stracciare l' accordo del 1987 sulla limitazione delle armi nucleari; perché sa che Putin in questi anni si è troppo rafforzato».
Il presidente non ha ancora affrontato una vera crisi.
«Però ne ha create parecchie».
In Nord Corea ha avuto successo.
«In Nord Corea ha fatto quel che fa sempre: uno show. Ma la situazione rimane la stessa di prima».
Però ha spostato l' ambasciata americana a Gerusalemme.
«Sì, e non ci sono state le reazioni tanto temute».
Lei conosce bene l' Italia, dove viene due volte l' anno. Vede similitudini tra Trump e Berlusconi?
«Sì. All' inizio Berlusconi aveva la stessa carica anti-establishment. Poi però è diventato lui stesso establishment. E ha cominciato a perdere».
Anche Trump, come Berlusconi, vorrebbe essere amato pure dai nemici, oltre che rispettato dai media.
«Ne è sicuro? Dei media Trump non ha grande stima. Dice: "É una vita che invento frottole, e me le hanno sempre pubblicate"».
È vero che non stima neppure i suoi figli, Eric e Don jr?
«Rinfaccia spesso che il giorno in cui Dio distribuì i cervelli loro due erano da un' altra parte. Onestamente, non ha torto».
Lei è il biografo di Murdoch. Come sono ora i suoi rapporti con Trump?
«Murdoch non l' ha mai amato. Quando è divenuto presidente, ha provato a influenzarlo. Del resto Murdoch si vanta di aver conosciuto tutti i presidenti americani da Truman in poi».
Come ha fatto a conoscere Truman?
«Andò a trovarlo quando aveva 19 anni con suo padre Keith, che era già un editore importante. Se è per questo, Murdoch sostiene di essere l' uomo ad aver incontrato più re e capi di Stato nella storia, più di Giovanni Paolo II. Comunque su Trump non ha cambiato idea. "È un fottuto idiota" ha detto di lui».
E Trump cosa dice di Murdoch?
«Che quando parla, con quell' accento australiano, non si capisce una sola parola».
Che first lady è Melania?
«Riluttante. E intelligente: con Bannon, è stata l' unica a capire che il marito avrebbe vinto. E ne era terrorizzata».
Bannon sostiene che il vero modello di Trump non sia il populista Jackson, ma Lyndon Johnson. Il presidente della Grande Società.
«Trump non sa nulla né di Jackson né di Johnson. Il suo modello è Hulk Hogan, il lottatore di wrestling. La vita come un ininterrotto show».
È vero che non sapeva pronunciare il nome di Xi, il leader cinese, che ha creato qualche problema anche al nostro Di Maio?
«Lo chiamava mister Iksi.
Hanno dovuto spiegargli: "Signor presidente, pensi a una donna e dica: She, lei».
Polemizzando con una giornalista, Trump ha sostenuto di non aver mai detto una cosa razzista in vita sua. È così?
«Dipende. Trump odia i neri? Direi di no. Giudica le persone in base alla razza? La risposta è sì».
Ma se è così tremendo, perché ha vinto e potrebbe vincere ancora?
«Perché la politica in America era diventata una cosa per primi della classe. Lo stesso Obama, per quanto rivoluzionario, non è arrivato al cuore degli americani. Trump sì.
Tutto quello che fa appassiona la gente. Trump può fare tutto, tranne lasciarti indifferente. È l' uomo più odiato d' America. Ma è anche il più amato».