“HO IL VIMINALE NEL CUORE”. SALVINI FA VISITA A PIANTEDOSI E RIVELA IL SUO OBIETTIVO: “SE UN DOMANI LA SORTE MI RIPORTASSE AL VIMINALE SAREI UNA PERSONA FELICE”. IL "CAPITONE" RICORDA CHE DA SCERIFFO ANTI-MIGRANTI PORTO’ LA LEGA AL 30% - LA MELONI FA MURO: COME DAGO DIXIT, NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI): “UN RIMPASTO NON È, NÉ SARÀ, SUL TAVOLO. SIA IO CHE MATTEO SIAMO CONTENTI DEL LAVORO DELL’OTTIMO LAVORO CHE PIANTEDOSI STA FACENDO”. E LO INVITA A OCCUPARSI DEL PONTE - DAGOREPORT
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SALVINI: “HO IL VIMINALE NEL CUORE”. LA PREMIER CHIUDE: “ORA OCCUPATI DEL PONTE”
Matteo Pucciarelli per “La Repubblica” - Estratti
MATTEO PIANTEDOSI MATTEO SALVINI
Matteo Salvini torna al Viminale, photo opportunity con Matteo Piantedosi, ma è solo una firma del protocollo per la sicurezza nelle stazioni ferroviarie. Dopo l’assoluzione per il caso Open Arms il vicepremier vorrebbe davvero riaccasarsi al ministero dell’Interno e lo ha specificato ai colonnelli della Lega di stanza a Roma («Mi è rimasto nel cuore», ha confessato invece a Quarta Repubblica). Ma Giorgia Meloni non ha alcuna intenzione di regalargli la second life da sceriffo anti-migranti.
La premier e il suo vice si sono confrontati ieri sul tema, con franchezza. Meloni è consapevole che il leghista voglia “rilanciarsi” elettoralmente. Ma «un rimpasto non è, né sarà, sul tavolo», gli ha detto senza giri di parole. La presidente del Consiglio è convinta di avere già concesso molto al vice: il ponte sullo Stretto, che se mai decollasse i voti li porterebbe, soprattutto al sud.
«E su questo sei sempre stato sostenuto e continuerai ad essere supportato», gli ha spiegato. Il taglio del nastro, se tutto filasse senza intoppi, coi cantieri spacchettati in più tranche, potrebbe avvenire entro maggio 2025. Quello è il biglietto per il consenso sul quale potrà fare affidamento Salvini.
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SALVINI «FA VISITA» A PIANTEDOSI: QUESTO POSTO MI È RIMASTO NEL CUORE
Cesare Zapperi per “Corriere della Sera” - Estratti
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Ma il tema, o la suggestione, di un ritorno di Salvini al Viminale resta sul tavolo. Le frasi sibilline del leader leghista, uscito rinfrancato dall’assoluzione nel processo di Palermo, quella precisazione («per ora»), quel ricordare che non ci sono più alibi, sono tutti indizi che alimentano le convinzioni di chi crede che il vicepremier non sia rassegnato a prendere atto di ciò che Meloni gli ha mandato a dire, coinvolgendolo nel giudizio, dalla Lapponia: «Sia io che Matteo siamo contenti del lavoro dell’ottimo lavoro che Piantedosi sta facendo».
Ieri mattina, in maniera indiretta, la premier ha lanciato un altro messaggio che può essere letto come uno stop: «L’augurio che faccio a tutti noi e alla comunità nazionale per il 2025 - ha detto a Roma, all’inaugurazione di piazza Pia per il Giubileo - è mettere nello zaino solo quello che è davvero utile per andare più veloce e riuscire a vedere quello che è davvero essenziale». Parole che sono state tradotte in: non perdiamo tempo con manovre politiche, pensiamo solo a lavorare.
Anche da Forza Italia è arrivata una presa di posizione. Il capogruppo alla Camera Paolo Barelli ha dispensato elogi e un altolà garbato: «Il ministro Piantedosi sta facendo un lavoro apprezzato da tutti e gestisce il ministero dell’Interno con professionalità e competenza.(...)
L'ASSOLUZIONE DI SALVINI
Lorenzo Castellani per https://www.editorialedomani.it/ - Estratti
migranti in albania - vignetta by vukic
L’assoluzione di Matteo Salvini rafforza la coalizione di governo. Non ci sono dubbi che il leader leghista esca rafforzato dalla vicenda giudiziaria:
la sua linea dura sull’immigrazione, pur se in parte modificata dalla Realpolitik imposta da Giorgia Meloni e dalle nuove regole europee, viene preservata nei suoi fondamenti politici mentre l’assoluzione del ministro offre il destro alla maggioranza per rilanciare sulla riforma costituzionale della giustizia.
In termini di percezione, dunque, la magistratura inquirente appare ulteriormente delegittimata e i partiti di governo rafforzati. Ciò anche perché l’opposizione sul tema continua a mostrare divisioni.
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PREMIER EGEMONE
Se tutto ciò è vero, bisogna anche considerare che la sentenza su Salvini indebolisce per certi versi l’idea che sia urgente separare le carriere dei magistrati proprio perché dimostra una forte dialettica tra funzione requirente e giudicante.
I parlamentari dubbiosi sulla riforma, e ce ne sono soprattutto in Fratelli d’Italia, potranno avanzare questo argomento per annacquare la riforma o, più avanti, per non impegnarsi al massimo nella battaglia referendaria.
Inoltre, è vero che l’assoluzione di Salvini ha un effetto stabilizzante sulla coalizione in quanto è meglio avere un leader leghista tranquillo rispetto a uno in stato d’assedio che avrebbe alzato ancora i toni dello scontro politico, ma bisogna pure considerare che lo spazio di manovra di Salvini sull’immigrazione, una volta archiviato il processo, resterà ridotto.
antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse
È infatti Meloni ad aver preso in mano la questione tra centri di smistamento in Albania e negoziazioni in ambito europeo. Un tema così importante per la Lega è stato assorbito quasi in toto da Fratelli d’Italia attraverso la presidenza del Consiglio. In conclusione, l’assoluzione di Salvini fornisce uno spaccato molto realistico del sistema politico italiano nel suo complesso e ne consolida le tendenze, con una maggioranza di governo unita, soprattutto sul fronte interno, ma sempre più egemonizzata dal partito della premier e una opposizione che resta divisa su molte questioni cruciali.
MATTEO PIANTEDOSI MATTEO SALVINI
giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse. giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresseMATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI VORTICE DI MAGGIORANZA - IL GIORNALONE - LA STAMPA matteo salvini e giorgia meloni temptation island meme by emiliano carli antonio tajani giorgia meloni matteo salvinigiorgia meloni antonio tajani matteo salviniGIORGIA MELONI MATTEO SALVINI BY EDOARDO BARALDI MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI