houellebecq

“ABOLIRE LA PENA DI MORTE? NON SO SE SIA PROGRESSO. LO STATO CI DEVE UN PO’ VENDICARE. I MUSULMANI IN FRANCIA? LA MAGGIOR PARTE DELLA GENTE VUOLE CHE SE NE VADANO” – LO SCRITTORE MICHEL HOUELLEBECQ SI FA INTERPRETE DELLA "DEEP FRANCE": “LA SOSTITUZIONE ETNICA IN EUROPA DA PARTE DI ISLAMICI E AFRICANI E’ UN DATO STATISTICO. POTREBBE ESSERCI UNA GUERRA CIVILE CON I FRANCESI CHE SI ARMANO E PRENDONO DI MIRA MOSCHEE E CAFFÈ FREQUENTATI DA MUSULMANI - LE FEMMINISTE OCCIDENTALI SONO VIGLIACCHE, PRONTE A SOTTOMETTERSI"

Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”

 

MICHEL HOUELLEBECQ E MICHEL ONFRAY

L'abolizione della pena di morte? "Non sono sicuro che sia un progresso". L'integrazione dei musulmani in Francia? "La maggior parte della gente vuole solo che smettano di rubare e aggredire, o che se ne vadano". Così parla Michel Houellebecq, uno degli scrittori francesi più tradotti nel mondo, in un dialogo con il filosofo Michel Onfray. I due intellettuali si sono incontrati per oltre sei ore, spaziando dall'eutanasia all'Unione europea, dalla religione all'ecologica. La loro conversazione è stata raccolta in un numero speciale di Front Populaire, la rivista fondata da Onfray.

 

michel HOUELLEBECQ

[…] Entrambi pensano che l'Ue sia una rovina, non perdono occasione di attaccare gli Stati Uniti, sono più teneri con la Russia ("Putin ha fatto il passo più lungo della gamba" nota Houellebecq a proposito della guerra in Ucraina) e condividono una visione apocalittica sul declino dell'Occidente. […]

 

michel HOUELLEBECQ cover

Houellebecq […] appoggia la teoria del Grand Remplacement, la grande sostituzione, elaborata dall'intellettuale Renaud Camus e diventata manifesto dei suprematisti di destra. "Il cambiamento della composizione etnico religiosa della popolazione europea" osserva Houellebecq non è una teoria. "È un dato statistico". Lo scrittore prende le distanze solo dall'idea che ci sia dietro un "complotto", come scrive Camus, e riflette su soluzioni possibili. "Sarebbe necessario un controllo delle nascite e l'Occidente non può controllare le nascite africane, né i paesi africani". "L'Europa - conclude - sarà spazzata via da questo cataclisma".

 

HOUELLEBECQ al salone del libro di torino 1

Sui musulmani, l'autore di Sottomissione, si abbandona ai cliché più retrogradi. "Credo che il desiderio della popolazione autoctona, come si dice, non è che i musulmani siano integrati ma che smettano di rubare e aggredire, in breve che la loro violenza diminuisca, che rispettino la legge e le persone. Oppure, altra buona soluzione, che se ne vadano".

 

Houellebecq profetizza una guerra civile, dei "Bataclan al contrario", con francesi che si armano e prendono di mira moschee e "caffè frequentati da musulmani". Ricorda gli stupri avvenuti a Colonia e la cattiva coscienza di una sinistra che, secondo lui, non riesce a risolvere la contraddizione tra femminismo e islamismo. "Le femministe occidentali non sono così pericolose, sono vigliacche quanto gli uomini occidentali, altrettanto pronte a sottomettersi".

MICHEL HOUELLEBECQ E LA MOGLIE QIANYUN LI

 

A proposito della maternità surrogata dice: "Se venisse legalizzata in Francia, scriverei testi violenti, e proprio insultanti, avrei piacere a trascinare nel fango quegli stronzi maschi o donne che ne fanno uso". Come Onfray, Houellebecq critica il movimento "woke" in difesa delle minoranze, diffuso nelle università americane e ora francesi, e rilancia: "La nostra unica possibilità di sopravvivenza è che il suprematismo bianco diventi trendy negli Stati Uniti".

 

houellebecq

È sulla pena di morte che lo scrittore perde qualsiasi freno inibitorio. "L'abolizione è un progresso?" si domanda e Onfray gli chiede: "Sta difendendo la pena di morte?" "Non lo so" risponde lo scrittore. "Quando guardo i programmi su diversi canali con tutti quei crimini atroci, mi faccio domande. Le famiglie delle vittime chiedono vendetta, è una reazione normale". "La giustizia non è vendetta" obietta Onfray. "Sì, certo - prosegue Houellebecq - ma la nostra società si basa, tra l'altro, sul fatto che accettiamo di rinunciare alla vendetta individuale. È un grande sforzo. Lo Stato non dovrebbe vendicarci un po'?". […]

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