beppe sala e letizia moratti

MA I DEM VOGLIONO VINCERE IN LOMBARDIA? – IL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA NON SA PIU’ COME DIRE AL PD DI RIAVVIARE IL DIALOGO CON IL TERZO POLO PER SOSTENERE LETIZIA MORATTI ALLE REGIONALI: “IL PASSO DI MORATTI VA CONSIDERATO” – VISTA L’ASSENZA DI BALLOTTAGGIO, L’INVITO DI SALA E’ CONVERGERE SUBITO SU "MESTIZIA", L’UNICA CHE HA LE CARTE IN REGOLA PER BATTERE FONTANA - INTANTO AL PIRELLONE PASSA LA MODIFICA DELLA LEGGE ELETTORALE...

Stefania Chiale per il “Corriere della Sera - Edizione Milano”

 

BEPPE SALA E LETIZIA MORATTI

Trovare punti in comune e confrontarsi sulle idee per mandare a casa il governo Fontana. Il sindaco Beppe Sala continua a spingere affinché il candidato del centrosinistra alle Regionali Pierfrancesco Majorino apra un dialogo con Letizia Moratti, sostenuta dal Terzo polo.

 

Escludendo, spiegano da Palazzo Marino, l'ipotesi di ticket in un verso o nell'altro, ma ribadendo che «il passo fatto da Moratti va considerato».

 

A meno di tre mesi dal voto e di fronte a una sfida a quattro (manca ancora il nome del M5S), per il sindaco c'è «certamente margine per manifestare insieme l'idea che vada cambiata la governance di Regione Lombardia e quindi per trovare punti comuni. Ma devono volerlo Majorino e Moratti. Sarebbe certamente auspicabile».

 

GIUSEPPE SALA LETIZIA MORATTI

Vista l'assenza di ballottaggio alle Regionali, non è semplice tradurre questo auspicio in una «formula», ma «se la sinistra non lo farà, sarà un grande errore - dice Sala -: Io per quello che potrò fare cercherò di favorirlo». Ribadendo il suo appoggio a Majorino, per cui nutre «grande stima» e attorno a cui «il Pd milanese sarà unito», il sindaco scandisce la necessità che si passi dal «dibattito sulle persone e sul posizionamento» ad uno sulle «idee».

 

In Lombardia, intanto, come nel resto d'Italia, sarà il governatore e non più il prefetto a decidere la data del voto all'interno della finestra di tre mesi definita dalla legge nazionale. Il Consiglio regionale ieri mattina ha approvato, in anticipo rispetto a quanto si prevedeva dato l'ostruzionismo delle opposizioni, la modifica delle legge elettorale. Una novità che con tutta probabilità però non cambierà il corso degli eventi, dato che il governo potrebbe a ore decidere l'accorpamento con il Lazio per il 12 febbraio 2023.

 

Il progetto di legge leghista era stato fortemente criticato da +Europa (con il consigliere Michele Usuelli che si era giocato il jolly per la discussione in Aula), Pd e M5S per la tempistica in cui era stato presentato, a ridosso delle elezioni.

 

BEPPE SALA E GABRIELE ALBERTINI

In totale erano stati depositati 477 ordini del giorno e 127 emendamenti. Ieri mattina, con 43 favorevoli e 24 contrari, il Consiglio ha approvato la modifica. La metà degli ordini del giorno era stata dichiarata inammissibile nella prima giornata di seduta, i restanti sono decaduti ieri con la bocciatura di un emendamento su cui poggiavano.

 

Prendendo la parola per l'ultima dichiarazione di voto, il capogruppo Pd Fabio Pizzul ha esordito chiedendo «Quando si voterà?» al vicepresidente Fabrizio Sala, data l'assenza di Attilio Fontana.

 

Potrebbe infatti essere il governo a decidere quando la Lombardia andrà al voto, se venissero accorpate le elezioni di più regioni. Ieri il Lazio ha confermato che l'ipotesi su cui si sta lavorando è quella di domenica 12 febbraio e lunedì 13 mattina. Il ministero dell'Interno potrebbe decidere di accorpare in quella data le urne lombarde, confermano da Palazzo Lombardia. La legge stabilisce che il presidente possa indire le elezioni non prima dei 30 giorni precedenti la fine naturale della legislatura e non oltre i 60 giorni successivi: per la Lombardia quindi il range temporale è compreso tra il 5 febbraio e il 7 maggio 2023.

 

PIERFRANCESCO MAJORINO

Ma è in ogni caso competenza del governo stabilire una data differente da quella indicata dal presidente della Regione a fronte di possibili accorpamenti. Rimangono le polemiche tra i banchi dell'opposizione. «Un grave atto di maleducazione» per Usuelli, «uno schiaffo ai cittadini» lo definisce Pizzul. Chiede invece di «votare il prima possibile » il M5S: «Visto che ora è nelle sue facoltà, Fontana metta subito fine a questa disastrosa esperienza di governo». In casa Terzo polo si è intanto costituito il coordinamento politico di Milano di Italia viva e Azione, primo passo verso la federazione dei due partiti.

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