matteo salvini luigi di maio

ALT!! I DEPUTATI CHE HANNO RICEVUTO IL BONUS PER GLI AUTONOMI SONO 3 E NON CINQUE: GLI ALTRI DUE L’HANNO CHIESTO MA NON OTTENUTO – NON C’È NESSUN ONOREVOLE DI ITALIA VIVA NELLA LISTA, I BENEFICIARI SAREBBERO DUE LEGHISTI E UN GRILLINO – NELLA CHAT DEL CARROCCIO SI COMINCIA CON LO SCARICABARILE: “VERIFICATE SE PER UN DISGUIDO I VOSTRI COMMERCIALISTI HANNO…”

1 – INPS: FONTI PARLAMENTARI, 3 DEPUTATI HANNO PRESO BONUS

luigi di maio pasquale tridico 1

(ANSA) - ROMA, 10 AGO - Tre deputati avrebbero ricevuto dall'Inps il bonus per gli autonomi. Lo si apprende da fonti parlamentari, secondo le quali sarebbero tre e non cinque, come inizialmente emerso, i parlamentari con partita Iva beneficiari del sostegno introdotto dal governo per far fronte all'emergenza Covid.

 

2 – I «FURBETTI» DEL BONUS E LE CHAT ROVENTI DEI DEPUTATI. LA LEGA: «FORSE UN DISGUIDO DEI COMMERCIALISTI...»

Giuseppe Alberto Falci per www.corriere.it

MEME SU LUIGI DI MAIO E IL DITO MEDIO A MATTEO SALVINI

 

I social sono impazziti. E in molti li chiamano già i «furbetti del bonus». La politica ha aperto la caccia a cinque deputati — 3 della Lega, 1 del M5S e 1 di Italia viva, stando alle indiscrezioni trapelate, fino a domenica, in ambienti parlamentari - che avrebbero chiesto all’ Inps di poter usufruire del bonus dei decreti Cura Italia e Rilancio, da 600 a 1.000 euro, riservato ai lavoratori autonomi e alle partite Iva.

 

Nel pomeriggio di lunedì, altre fonti parlamentari, hanno ridotto a tre il numero dei deputati che avrebbero ottenuto il bonus ma che in 5 lo avrebbero comunque richiesto; e Ettore Rosato, di Italia viva, ha smentito che un deputato del suo partito sia coinvolto. Tra i beneficiari, ci sarebbero due parlamentari della Lega e uno del M5S.

ETTORE ROSATO

 

La polemica, però, continua. Perché ci sarebbero altri duemila politici - tra sindaci, consiglieri comunali, regionali e assessori - ad aver bussato alla porta dell’ Istituto di previdenza per accedere al bonus.

 

La notizia (riportata ieri da Repubblica) nasce da una segnalazione della direzione centrale Antifrode dell’ Inps. Lo sdegno dei partiti è unanime, con tanto di caccia ai furbetti.

NICOLA ZINGARETTI AL TERMOSCANNER

 

«Fuori i nomi», è il refrain, diventato subito hashtag di tendenza sui social. «È vergognoso. Devono dimettersi», reagisce Luigi Di Maio. Gli fa eco il presidente della Camera, Roberto Fico: «Questi deputati chiedano scusa e restituiscano quanto percepito. È una questione di dignità e di opportunità. Perché, in quanto rappresentanti del popolo, abbiamo degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici».

 

LUIGI DI MAIO CON MASCHERINA TRICOLORE

Dalle fila dei democratici, ecco Michele Bordo che non solo definisce «inqualificabili» i cinque deputati, ma osserva che «questa vicenda dimostra che avevamo ragione quando affermavamo che sono sbagliati i contributi a pioggia senza nessun meccanismo di selezione».

 

«Posso dire che è una vergogna?», sbotta il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Critiche anche da Forza Italia con Giorgio Mulè: «Chi ha preso il bonus esca alla scoperto». Giorgia Meloni attacca su Twitter: «Che squallore! Gli italiani sono in ginocchio e qualcuno nel Palazzo si preoccupa solo di arraffare sempre di più». E poi la leader di FdI invita «ogni parlamentare a dichiarare #BonusInpsiono! In modo che i nomi emergano lo stesso, per esclusione».

maria elena boschi ettore rosato

 

Il tam tam è incessante. Matteo Salvini è infuriato: «Chiunque siano, immediata sospensione».

 

Nella chat di via Bellerio i vertici pubblicano un messaggio che recita: «A seguito della notizia emersa in queste ore in merito al bonus di 600 euro percepito da 5 deputati vi richiediamo di verificare se per un disguido i vostri commercialisti ne hanno fatto richiesta e conseguentemente vi sono stati accreditati. Grazie».

lorenzo fontana matteo salvini

 

Dopo due giri di orologio il silenzio è assordante.

 

«Non abbiamo riscontri», dice il leghista Lorenzo Fontana.

 

In casa Italia viva raccontano di una Maria Elena Boschi che si sarebbe posta così: «Se c’ è un furbetto, si faccia avanti». Nessuno, però, lo fa: e ore dopo arriva la smentita di Rosato.

 

LA CRISI TRA DI MAIO E SALVINI BY OSHO

E poi ci sono i Cinque Stelle. Barbara Lezzi afferma che il deputato grillino «va subito espulso», e il reggente Vito Crimi non ha dubbi: «Se così fosse, chiunque sia, sappia che oltre alla “confessione” è meglio che presenti anche le dimissioni da parlamentare». A sera torna a parlare Di Maio: «Gli italiani hanno il diritto di sapere chi sono. Fuori i nomi, se serve assumiamo ogni tipo di iniziativa parlamentare». E la notte è ancora lunga.

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…