I DUELLANTI SFIGATI – MAZZARRI SFIDA CONTE: “LA PRIMA JUVE? SPESERO MILIONI PER RIFARE LA SQUADRA” – IL PARRUCCHINO: “VINCO PERCHÉ NON GUARDO IN CASA D’ALTRI”
Emanuele Gamba per "la Repubblica"
In genere si ringhiano contro, però stasera (tradotto in italiano, mezzora dopo la mezzanotte) Antonio Conte e Walter Mazzarri si troveranno ad abbaiare alla luna, dimenticati nei bassifondi di questo torneo americano: si scanneranno per evitare l'ultimo posto, ma forse si scannerebbero a prescindere, comunque, dovunque. Juve e Inter hanno una storia che le divide da sempre, fin da altre generazioni di Agnelli e di Moratti, ma ultimamente hanno meno ragioni per detestarsi: al Sun Life di Miami, nella desolante finale per arrivare settimi oppure ottavi, condivideranno i patemi di questa estate sofferta, anche se l'origine del disagio è abissalmente diversa: la Juve è troppo sazia, l'Inter non sa come sfamarsi.
E negli ultimi quattro campionati bianconeri e nerazzurri hanno vissuto in dimensioni diverse, si sono passate il testimone delle grandi in crisi. Ma adesso che c'è Mazzarri, l'astio è destinato a rimontare.
I due si detestano. Ci sono stati momenti in cui professionalmente si sono stimati, ma non hanno mai smesso di detestarsi, né probabilmente mai smetteranno: chi li conosce entrambi assicura che sono le similitudini a provocare le scintille, a fomentare intolleranza. Loro due, però sono convinti di essere diversissimi. E se scoprissero di avere molto in comune? Non sia mai.
Complimenti se ne sono sempre scambiati pochi. Allusioni, invece, tantissime: spesso hanno lasciato frasi in sospeso, accennato a misteriosi riferimenti, replicato a vecchie interviste, spedito messaggi che solamente loro due avevano il codice per decifrare. Alla base di tutto, ci sarebbe questo: Mazzarri non ama Conte perché ha fatto meno gavetta di lui, è approdato a una grande più alla svelta e gli rubato più di un'idea tattica, Conte ricambia perché si è sempre sentito additato, invidiato, poco rispettato.
Di recente hanno inscenato una polemica che quasi solamente loro hanno colto, ma che poi sta lentamente dilagando: Mazzarri ha considerato la prima Juve di Conte imparagonabile con la sua prima Inter «perché loro spesero milioni per rifare la squadra», Conte ha lasciato passare un paio di settimane e poi s'è scatenato contro «chi dà fiato alle trombe per mascherare i propri fallimenti. Io vinco perché non guardo in casa d'altri. E di soldi ne abbiamo spesi meno del Napoli della meraviglia».
Mazzarri ha riportato in auge il 3-5-2, sostanzialmente abbandonato dalla metà degli anni Novanta, e sostiene che Conte gli abbia rubato l'idea. Conte (che presentò per la prima volta quel modulo proprio contro il Napoli) ritiene che i due sistemi di gioco non siano assimilabili: «Noi, sia chiaro, andiamo sempre all'attacco », mentre Mazzarri è ritenuto un italianista, un contropiedista. Eccellente, nel ramo.
Ma un italianista, mentre Conte guarda soprattutto al modello Guardiola. Memorabili restano le operazioni di spionaggio (napoletano) e controspionaggio (juventino) dispiegate la scorsa estate a Pechino, prima della Supercoppa: il segno, probabilmente, che uno aveva paura dell'altro. Entrambi sono sanguigni, ruvidi, duri, coerenti, scontrosi, logoranti. Passano ore a studiare, sono maniaci del dettaglio. Spremono sangue delle rape, anche se ognuno pensa che l'altro alleni sublimi fuoriclasse da combattere con un manipolo di eroici disperati.
Mazzarri tende spesso a giustificarsi e a esaltare la metà piena del bicchiere ma pensa che Conte (che però può vantarsi di avere vinto gli scudetti) in definitiva faccia lo stesso, à molto probabile che Conte abbia invidiato a Mazzarri i tre tenori e Mazzarri a Conte una rosa più ricca di qualità internazionale («Il valore di un organico va misurato con il monte ingaggi, e quello de Napoli è di gran lunga inferiore»), di sicuro sono due che non sapranno mai essere soddisfatti: l'ambizione impedisce qualunque compromesso con l'appagamento, è per questo che sono i due migliori che abbiamo.
Stanotte potrebbero ciascuno pensare ai problemi propri, ma alla fine prenderanno a gusto a sfidarsi silenziosamente l'un l'altro: vuoi mettere la soddisfazione di far arrivare ultimo quell'antipatico del collega?






