BERGOGLIO NON ESCLUDE CHE POSSANO ESSERCI ALTRI PAPI EMERITI - PROTESTE DEI FEDELI CHE TEMONO IL CAMBIAMENTO - CON UN CONCILIO DI PAPI IN PENSIONE SI RISCHIA LA PERDITA DELL'AUTORITÀ DEL CAPO DELLA CHIESA

Caterina Maniaci per "Libero"

Papa Francesco ipotizza di seguire le orme del predecessore Benedetto XVI e di lasciare il pontificato, se sentirà di non avere più le forze necessarie. Parole che riaprono il grande dibattito sulla delicata questione, di cui già c'erano state avvisaglie nei mesi scorsi. Solo che adesso lo afferma lo stesso Pontefice, dunque non si tratta più di ipotesi o illazioni, anche legate alla salute di Francesco.

Le parole del Papa, durante il colloquio con i giornalisti a bordo dell'aereo di ritorno dalla Terra Santa, sono state chiare, come ben dimostra l'affermazione: «Penso che Benedetto XVI non sia stato un caso unico». Il giorno dopo padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, commenta i molti argomenti toccati da Francesco in quel colloquio, soprattutto la sua vera e propria invettiva contro la pedofilia, annunciando che il Papa la prossima settimana incontrerà e terrà una messa con alcune vittime di pedofilia in Vaticano, come annuncia una nota dell'ufficio del cardinale di Boston Sean Ò Malley, organizzatore dell'appuntamento, ma non si sofferma sul tema delle dimissioni, lasciando intendere che si tratta di una riflessione personale del Papa.

Però si tratta di un tema dalle implicazioni profonde e sul quale non esiste una posizione unitaria, nel mondo cattolico, sia da parte delle gerarchie che nello stesso «popolo» dei fedeli. Si ricorderà lo sgomento provato nel febbraio del 2013 all'annuncio storico di papa Benedetto XVI. Si temette il peggio -spaccatura della Chiesa, addirittura lo scisma e l'inizio della fine per la cattolicità. Poi è arrivato Francesco, il rapporto con il suo predecessore si è rivelato ottimo e senza alcuna sovrapposizione, smentendo anche in questo caso le più fosche previsioni.

Ma se la pratica delle dimissioni papali dovesse diventare comune quali ripercussioni ci potrebbero essere sull'istituzione della Chiesa? Una serie di Pontefici emeriti potrebbe rappresentare un fattore destabilizzante? Potrebbe non essere così facile mantenere rapporti lineari tra di loro e il Pontefice regnante. E gli scenari diventare sempre più inquietanti.

Per contro si sta diffondendo l'idea che il papato possa diventare un'istituzione «aggiornata » al nostro tempo. Un Pontefice ha il diritto e il dovere di lasciare il mandato nel momento in cui riconosce onestamente di non essere più in grado di sostenere il grave peso del soglio di Pietro. Non ci si può permettere di avere un capo della Chiesa troppo malato e troppo anziano davanti alle sfide epocali che lo attendono.Di qui il passo è breve al concetto di collegialità del ministero petrino, è l'opinione contrastante, ossia all'idea del primato di Pietro ridotto ad una collegialità tra vescovi in cui diventerebbe «primus inter pares ».

Il Papa eletto come un presidente, tanto per banalizzare, e con scadenza. Questo minerebbe definitivamente l'assetto stesso della Chiesa,distruggendo il senso del papato e la struttura fortemente gerarchizzata dell'istituzione, dando corpo a quel processo di «protestantizzazione del cattolicesimo» già avvertito decenni fa.

Ne parlò proprio l'allora cardinal Joseph Ratzinger: «Chi oggi parla di "protestantizzazione" della Chiesa cattolica, intende in genere con questa espressione un mutamento nella concezione di fondo della Chiesa,un'altra visione del rapporto fra Chiesa e Vangelo. Il pericolo di una tale trasformazione sussiste realmente; non è solo uno spauracchio agitato in qualche ambiente integrista »,come si legge in Rapporto sulla Fede , il libro-intervista di Vittorio Messori e Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, pubblicato nel 1984. Senza arrivare a questi estremi, i sostenitori della maggiore collegialità dei vescovi hanno fatto sentire la propria voce in maniera sempre più pressante.

Una grande personalità schierata in tal senso era il cardinale Carlo Maria Martini. In un'intervista al mensile Jesus nell'ottobre 2000 dichiarava: «La Chiesa ha necessità di una guida più collegiale, con un coinvolgimento maggiore nelle decisioni più importanti dei vescovi di tutto il mondo in accordo con il Papa». E il papato a scadenza, alla fine, secondo i detrattori di questa soluzione, metterebbe in serio dubbio il fatto che a intervenire nel Conclave nella scelta del futuro Pontefice agisce lo Spirito Santo.

 

 

papa Francesco saluta la folla a Betlemme Papa Francesco saluta a Betlemme SEAN PATRICK O MALLEY JOSEPH RATZINGER E GIOVANNI PAOLO II jpegcardinal-martiniCardinal Martini

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?