“DEVE RESTARE AI DOMICILIARI. NON HA CAPITO APPIENO LE ACCUSE” – I MAGISTRATI DI GENOVA TENGONO IL PUNTO CONTRO TOTI NON SOLO PER SPINGERLO ALLE DIMISSIONI MA ANCHE COME MESSAGGIO POLITICO CONTRO LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO – MA LE NUOVE NORME, CHE DANNO UN GIRO DI VITE ALLA PUBBLICAZIONE DELLE INTERCETTAZIONI, PIACCIONO ANCHE A SINISTRA - LA CANCELLAZIONE DELL’ABUSO DELL’UFFICIO METTE D’ACCORDO TUTTI I SINDACI - IL FLOP DEI PROCESSI PER ABUSO: L'85% FINISCE CON L'ARCHIVIAZIONE, POCHISSIME LE CONDANNE...
Dagonota
I magistrati di Genova tengono il punto contro Toti non solo per spingere alle dimissioni il governatore ma anche come prova di forza e messaggio politico contro la riforma della giustizia di Nordio.
Le nuove norme che danno un giro di vite alla pubblicazione delle intercettazioni piacciono anche a sinistra e la cancellazione dell’abuso dell’ufficio mette d’accordo tutti i sindaci (indipendentemente dalla loro appartenenza politica) che si vedono imbrigliati dal timore di finire sotto inchiesta.
Come scrive il "Sole 24 Ore": "nel 2021 su 5.418 procedimenti definiti dall’ufficio Gip/Gup, le archiviazioni sono state 4.613 (di cui 148 per prescrizione), oltre l’85 per cento. Una quota superiore al dato medio dei procedimenti penali, fermo al 62% (comunque elevato). Si tratta in gran parte di richieste di archiviazione presentate dalle Procure al termine delle indagini preliminari, che normalmente sono accolte dal Gip.
Poche, all’opposto, le condanne: nove appena le sentenze pronunciate nel 2021 dalla sezione Gip/Gup; e il numero resta esiguo anche considerando le 35 sentenze di patteggiamento".
GIOVANNI TOTI VOTA ALLE ELEZIONI EUROPEE 2024
I GIUDICI: TOTI RESTI AI DOMICILIARI, «NON HA CAPITO APPIENO LE ACCUSE»
Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera” - Estratti
Finché, a causa della sua «personalissima convinzione» di non commettere reati, Toti non capirà che non può accettare soldi o regali se è governatore della Liguria, deve restare ai domiciliari perché c’è il «pericolo che commetta altri fatti di analoga indole», scrive il Tribunale del riesame di Genova confermando gli arresti ai quali si trova nella casa di Ameglia (La Spezia) dal 7 maggio nell’inchiesta che lo accusa di aver preso tangenti dall’imprenditore portuale Aldo Spinelli.
GIOVANNI TOTI - L UOMO CHE SUSSURRAVA AI CAMALLI - MEME BY EMILIANO CARLI
«È un processo alle intenzioni. Se ne deduce che solo un’eventuale dimissione possa fare venire meno questo rischio», commenta il suo legale, l’avvocato Stefano Savi.
All’accusa di aver avuto da Spinelli finanziamenti per 74 mila euro in cambio di favori, nel lungo interrogatorio del 23 maggio e in una memoria Toti ha risposto che, anche se è convinto di aver ricevuto i soldi rispettando la legge sul finanziamento dei partiti e senza un accordo corruttivo, in futuro si asterrà dal farlo.
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2 - IL GOVERNATORE AVVILITO, ORA C’È SOLO LA CASSAZIONE E IL CENTRODESTRA PENSA AL VOTO: CHI GLI DIRÀ CHE È FINITA?
Marco Imarisio per il “Corriere della Sera” - Estratti
Le Colonne d’Ercole di Giovann i Toti sono situate al cosiddetto palazzaccio di piazza Cavour, Roma. «Il limite che ci siamo dati è quello della Cassazione», dice alla fine di una lunga mattinata un fedelissimo del presidente sospeso della Liguria. «Oltre, non possiamo andare, perché non teniamo più». Le chat e i telefonini ribollono, bisogna darsi da fare, non dare l’impressione di aver subito la botta, che invece c’è stata, perché negli ultimi giorni un filo di ottimismo aveva fatto capolino.
GIOVANNI TOTI - VIGNETTA DI FRANCESCO FRANK FEDERIGHI
E dunque, stilare al più presto dichiarazioni congiunte, unità, i lavori della giunta procedono, tutto va avanti come sempre, come se ci fosse Lui, chiedere solidarietà agli alleati, che puntualmente rispondono, a cominciare da Matteo Salvini, che in verità non si è mai fatto pregare. «Questa è ideologia, questo è un danno al Paese. Spero non ci sia nostalgia di un tintinnio di manette», dice il segretario della Lega, ancora prima di ricevere una richiesta di aiuto. La ristretta cerchia totiana si mobilita, progetta contromosse.
C’è l’idea di una manifestazione di solidarietà, poi derubricata in convegno, da tenersi all’hotel Bristol che fu il quartier generale e la residenza dell’allora europarlamentare di Forza Italia ai tempi della sua prima rocambolesca vittoria alle elezioni regionali. Già, ma quando? A luglio no, fa troppo caldo e non verrebbe nessuno.
GIOVANNI TOTI - GIORGIA MELONI
Agosto, non parliamone. A settembre sarà già aria di Cassazione, ma siamo sicuri che l’iniziativa non possa essere letta come una forma di pressione sui giudici della Suprema Corte?
Allora, da capo. L’avvocato Stefano Savi propone di chiedere un incontro del recluso con i giornalisti, che sarebbe un inedito assoluto per una persona agli arresti domiciliari. Qualcuno fa presente che il 15 settembre lo stesso Salvini sarà in città. Allora, perché non organizzare una sua visita al presidente in esilio ad Ameglia inserendo il suo nome nella lista delle persone per le quali si chiederà alla procura l’autorizzazione al colloquio?
E poi, quanti incontri? I più arrabbiati propongono di spedire ai magistrati un elenco di sessanta nomi, all’incirca uno per ogni giorno che separa il presidente dal giudizio della Cassazione. La proposta viene giudicata come eccessivamente provocatoria nei confronti dei pubblici ministeri, considerati permalosi all’unanimità.
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