PER RIFARSI IL LOOK NEL POST-RAFFI, I MASSONI DEDICANO LA NUOVA SEDE DI PIAZZALE DELLE MEDAGLIE D’ORO A ERNESTO NATHAN, EBREO COSMOPOLITA E ILLUMINATO, AMICO DI GIUSEPPE MAZZINI ED EX SINDACO DI ROMA

Daniele Castellani Perelli per "il Venerdì la Repubblica"

I massoni ripartono da Ernesto Nathan. Da uno dei simboli migliori della storia loro e di Roma, di cui Nathan, ebreo cosmopolita e per dieci anni Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, fu sindaco dal 1907 al 1913. A lui è dedicata la nuova sede capitolina della principale comunione massonica, in Piazzale delle Medaglie d'oro. Casa Nathan, con una struttura tutta vetri, sembra quasi la traduzione architettonica di quella promessa che nel 1999, quando divenne divenne Gran Maestro, fece l'avvocato Gustavo Raffi: far diventare il Grande Oriente d'Italia una «casa di vetro».

L'inaugurazione si è svolta il primo marzo, il giorno prima delle elezioni che hanno segnato la fine del terzo e ultimo mandato di Raffi e l'inizio dell'era del giornalista senese Stefano Bisi. Ed è stata salutata da un messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha definito Nathan il «propugnatore di un'amministrazione corretta e moderna».

Nato a Londra nel 1845, amico di famiglia di Mazzini (di cui correggeva anche gli articoli e raccolse gli scritti), come sindaco Nathan si distinse per l'approccio laico e etico, a capo di una coalizione di radicali, repubblicani e socialisti. Oltre a varare il primo piano regolatore di Roma, costruì scuole e asili (circa 150), municipalizzò l'acqua (sottoponendo la decisione a referendum) e realizzò grandi progetti di edilizia popolare (ed è noto anche per aver dato origine al detto Nun c'è trippa pe' gatti, cancellando dal bilancio le frattaglie per i felini).

Per i corridoi di Casa Nathan i giovani sono pochi. Ma c'è Luigi (nome di fantasia), 29 anni, che dice: «Qui trovi di tutto, dall'idraulico al docente. Metà di destra e metà di sinistra. E ci sono clericali, ebrei e persino musulmani. Ci incontriamo una volta a settimana». Ma li indossano i cappucci? «Ma no! Solo l'iniziato, e per i primi trenta secondi. La storia del cappuccio è tutta colpa di Corrado Guzzanti».

Poche le facce note: il volto tv Gabriele La Porta, lo storico presidente del Pli Valerio Zanone, e il radicale Massimo Teodori, tutti amici di Raffi. Poi ecco il Gran Maestro uscente. Barba bianca, occhiali dalla montatura blu, accento romagnolo, Raffi ci conduce al piano sotterraneo, ai templi, dominati dal famoso occhio inscritto nel triangolo. Come vede l'Italia di oggi?

«Male. Non si vive di solo spread. Diceva Nathan: "Il bilancio e il suo pareggio sono una legittima preoccupazione, ma sino a quando vi sia un solo scolaro il quale non possa ricevere istruzione ed educazione civile, in ambiente sano ed adatto, le considerazioni del bilancio finanziario devono cedere il passo a quelle del bilancio morale e intellettuale". Ecco, questa è la nostra bussola. Nathan, il più grande sindaco della storia di Roma».

 

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