IL BLA-BLA DI RENZI SI SCHIANTA CONTRO IL PATTO DI STABILITÀ - I PAGAMENTI DELLO STATO ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SI FERMANO A 5 MILIARDI, RISPETTO A RISORSE MESSE A DISPOSIZIONE PER 8,77 MILIARDI

Carmine Fotina per "Il Sole 24 Ore"

Il dato più sorprendente, che di sicuro farà poco piacere ai creditori, riguarda i pagamenti della Pa. La relazione tecnica del decreto spiega che molto probabilmente nel 2014 potranno essere pagati solo 5 miliardi. È vero infatti che le risorse messe a disposizione, come anticipazione di liquidità agli enti debitori, ammontano a 8,77 miliardi, ma va considerata «l'eventualità che il patto di stabilità interno, in particolare per le Regioni, possa non consentire un completo utilizzo di tali risorse».

Sulla carta, si arriva a 8,77 miliardi sommando 6 miliardi per Regioni ed enti locali, 2 miliardi per le società partecipate degli enti locali e 770 milioni per la sanità (a parte, è autorizzata la spesa di 550 milioni per i ministeri). La stima, però, è che si possano realmente pagare solo 5 miliardi di spese correnti lasciando ancora una volta nel guado le spese in conto capitale, relative cioè agli investimenti. Di qui, ipotizzando un'aliquota media Iva del 15%, il maggiore gettito fiscale connesso di 650 milioni. Per coprire gli anticipi agli enti debitori, sono previste nuove emissioni di titoli di Stato per l'importo pari al maggior fabbisogno determinato dai pagamenti (9,3 miliardi considerando anche le spese autorizzate per i ministeri).

L'aumento della spesa per interessi passivi, spiega la relazione, sarà in parte compensato dagli interessi attivi che dovranno essere corrisposti a partire dal 2015 dagli enti beneficiari delle anticipazioni. Per il 2014 gli interessi passivi saranno di 53 milioni, per poi crescere fino a 267 milioni nel 2018 (quando gli interessi attivi saranno pari a 158,7 milioni).

Novità anche per il capitolo sul taglio dell'Irap. La misura, considerando l'effetto di cassa, per il 2014 vale solo 700 milioni di euro. Minori entrate che si concretizzano con gli acconti che si pagheranno a fine novembre. L'effetto pieno del taglio del 10%, stimato in 2,9 miliardi, si avrà dunque solo dal prossimo anno con l'applicazione delle nuove aliquote. Cambiano intanto, nella versione del decreto inviata al Quirinale, le aliquote di riferimento per la determinazione dell'acconto: l'ordinaria al 3,75%, per le imprese concessionarie al 4%, per le imprese agricole all'1,8%, per le assicurazioni al 5,7%, per le banche al 4,5%.

La relazione quantifica anche gli effetti che vengono determinati dall'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie ma, nell'ambito di un'analisi complessiva sui "conti" per le imprese, va ovviamente considerato che in alcuni casi l'onere ricade anche sulle famiglie. Ad esempio per i conti correnti e i depositi.

Come noto, il pacchetto sulle rendite finanziarie prevede l'incremento di 6 punti percentuali, a partire dal 1° luglio 2014, dell'aliquota attualmente fissata al 20% (non rientrano nella misura titoli di Stato e buoni fruttiferi postali). Sulle imprese peserà soprattutto l'effetto di cassa dei versamenti relativi alle obbligazioni, che in totale è stimato in 259 milioni. Dagli incassi da redditi dei fondi esteri, il governo si attende invece 98 milioni nel 2014 per arrivare al gettito pieno di 187 milioni dal 2017. Quanto alla ritenuta sugli utili distribuiti dalle società, si calcola un maggior gettito di 144 milioni, ridotto a 36 milioni per il primo anno.

Quanto al taglio delle agevolazioni, il pacchetto è uscito notevolmente modificato rispetto alle ipotesi iniziali. Accantonata la riduzione dei trasferimenti diretti e dei crediti d'imposta, che minacciava in quota maggiore l'autotrasporto, sono sopravvissuti l'intervento sulla rivalutazione dei beni d'azienda e quello sull'agricoltura. Nel primo caso, prevedendo il versamento delle imposte sostitutive in un'unica soluzione a giugno 2014 anziché in tre rate annuali, si attende un maggior gettito di 607,6 milioni, somma delle quote inizialmente previste per il 2015 e il 2016 (303,8 milioni ciascuna).

Cambia invece il capitolo sull'agricoltura. Scompare infatti la norma che nelle prime bozze prevedeva la cancellazione dell'esonero Iva per i cosiddetti minimi, aziende agricole marginali con fatturato inferiore ai 7mila euro. La misura avrebbe consentito un recupero di gettito di 31,5 milioni. Confermato invece il nuovo regime per gli agricoltori che producono energia da fonti rinnovabili: attualmente il reddito è agrario, mentre sarà ora calcolato sul 25% dei ricavi (33,8 milioni di maggior gettito nel 2014 e 45 milioni dal 2015). La relazione tecnica, infine, stima in 350 milioni a decorrere dal 2014 il maggior gettito che potrà derivare dalla cancellazione dell'esenzione Imu per i terreni di collina e per una parte di quelli montani, da definire con successivo decreto ministeriale.

 

MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN RENZI E PADOAN PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE pubblica amministrazione dirigente pubblica amministrazione

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...