I PIANI DI RENZI PER IL CONGRESSO - MATTEUCCIO, TRAMITE ORFINI, SPINGE PER FAR SCENDERE IN CAMPO ANCHE L'EX SEGRETARIO PRO TEMPORE DEL PD MAURIZIO MARTINA (I DUE SI SAREBBERO FUGACEMENTE INCONTRATI NEI GIORNI SCORSI) - MARTINA DOVRÀ ARRIVARE TERZO PER RUBARE VOTI A ZINGARETTI E NON FAR STRAVINCERE MINNITI (CHE COSÌ SARÀ CONDIZIONABILE DA RENZI)
Marco Antonellis per Dagospia
Saranno poco più di cento i renziani di ogni estrazione e sorta (principalmente amministratori della cosa pubblica e Parlamentari) che avranno l'onore di salire sul palco rigorosamente a porte chiuse di Salsomaggiore i prossimi 9 e 10 Novembre e di intervenire al cospetto di colui che è intenzionato a riprendersi per interposta persona il Partito Democratico a tutti i costi: Matteo Renzi.
Gli inviti, ambitissimi, sono già stati recapitati da diverse settimane. La discussione, manco a dirlo e a dispetto delle smentite ufficiali, verterà tutta sul Congresso a pochi giorni dall'Assemblea Nazionale del partito che si terrà il 17 Novembre a Roma presso l'Ergife se la sala sarà disponibile (al momento non c'è ancora l'ufficialità).
Ma la macchina congressuale sta scaldando i motori ed è già partita e Matteo Renzi, sempre un passo avanti agli altri, per non farsi mancare nulla di candidature pronte alla battaglia ne ha ben due: Marco Minniti e Maurizio Martina. L'ex Ministro dell'Interno e l'ex segretario pro tempore del Pd non hanno ancora ufficializzato la candidatura ma se lo faranno non sfuggiranno alla ragnatela renziana e al suo feroce controllo del partito: ben più della metà dell'apparato Pd fa capo al senatore di Rignano che lo governa in maniera ferrea.
Perchè la strategia di Matteo Renzi non è soltanto quella di far vincere un suo candidato ma è quella di farlo vincere potendolo poi "condizionare" ovvero non facendolo vincere alle primarie di popolo poichè sarebbe un segretario forte ma facendolo vincere soltanto in Assemblea in modo da avere un segretario debole e quindi condizionabile.
nicola zingaretti saluta il suo popolo
Ecco perchè Renzi ha scelto Marco Minniti (l'unico in grado di sbarrare il passo senza troppe difficoltà a Nicola Zingaretti dopo il niet di Delrio) ed ecco perchè in questi giorni sta spingendo, e questa è la novità, per far scendere in campo anche l'ex segretario pro tempore del Pd Maurizio Martina (un uccellino ha riferito a Dagospia che i due si sarebbero anche fugacemente incontrati nei giorni scorsi). Quel Martina già forte di un accordo di ferro con Matteo Orfini e tutti sanno che nel Pd si scrive Orfini ma si legge Renzi.
Morale della favola? Di fatto il toscano controllerebbe due candidati forti su tre; Maurizio Martina dovrà arrivare terzo e rubare voti a Zingaretti (secondo) per costringere Minniti ai giochi di corrente ed alla vittoria soltanto in Assemblea anzichè con le primarie di popolo (che vinca Minniti va bene ma non con le primarie che lo renderebbero non più "condizionabile"). Insomma, una volta c'era Machiavelli, oggi c'è Matteo Renzi.