I TRE PORCELLINI SULLA GRATICOLA - ED E’ SUBITO RISSA NON APPENA I TRE PORCELLONI ALFANO, BERSANI E CASINI SI SONO ACCORDATI PER TORNARE AL PROPORZIONALE CARO AI GIOCHI DI PALAZZO DELLA PRIMA REPUBBLICA (IL PREMIER NON VERRA’ PIU’ ELETTO DAL POPOLO MA DAI PARTITI) - DI PIETRO, “DALLA PORCATA ALLA VACCATA”; VENDOLA, “LA RIFORMA DEL GATTOPARDO”; PINI (LEGA): “DAL PORCELLUM AL CASINUM” - ALFANO, COSTRETTO A CONVOCARE L’UFFICIO DI PRESIDENZA DEL PDL PER GESTIRE I MALUMORI INTERNI…
Ugo Magri per "La Stampa"
Qualche critica l'avevano messa nel conto, sulla legge elettorale poi figuriamoci, è il pomo della discordia. Ma una reazione così violenta forse nemmeno loro se l'aspettavano. Bersani è stato preso letteralmente a male parole dai partiti alla sua sinistra, quelli della «foto di Vasto» per intendersi; ad Alfano, invece, è impazzita la maionese dentro il Pdl, una rivolta capitanata che ha l'epicentro tra gli ex di An. Nondimeno l'accordo dell'altro ieri sembra reggere. Troppo forte è l'interesse reciproco a sbarazzarsi del «Porcellum» (e delle alleanze che si porta dietro).
Anzi, i tre maggiori partiti hanno fatto un passettino ulteriore. Nella riunione pomeridiana dei «tecnici» hanno licenziato senza apprezzabili variazioni la «bozza Violante» di interventi sulla Costituzione, che verrà presentata entro Pasqua in Senato. E' quella dove si dà una sforbiciata al numero degli onorevoli, dove si conferisce qualche potere in più al premier, dove si aggiorna l'elettorato attivo e passivo, dove si cerca di mettere ordine nel viavai di leggi tra Camera e Senato.
Pare che gli «sherpa» non abbiano fatto in tempo a discutere approfonditamente di riforma elettorale. Dove restano sul tappeto i soliti nodi (attribuire un premio al solo partito che fa tombola, o qualche spicciolo di consolazione pure al secondo ? Ripartire i «resti» a livello nazionale o di circoscrizione?). Comunque ci torneranno su con più calma martedì.
Nel frattempo, il fronte ostile dà un assaggio di che cosa si prepara. Su «A-B-C» ha rovesciato una valanga di epiteti. Eccone una selezione. Di Pietro: «E' l'ennesima truffa per salvare la Casta. Prostituzione politica». Vendola: «La riforma del gattopardo. Infame. Trionfa il trasformismo». Storace: «Venderemo cara la pelle». Bonelli (Verdi): Mobilitiamoci per difendere la democrazia». Ancora Vendola: «La nostra reazione sarà durissima, anzitutto contro il Pd». Pini (Lega): «Dal Porcellum al Casinum».
Donadi (Idv): «Dal Porcellum al Bordellum». Di Pietro: «dalla porcata alla vaccata». Beppe Grillo, al confronto, è un lord britannico: «Con la soglia di sbarramento eliminano il Movimento 5 Stelle, i parlamentari continueranno a sceglierli i segretari della nuova Triplice...». Parisi evoca la scissione nel Pd, a fronte del passo a ritroso verso la Prima Repubblica «mi chiedo se non si debba tornare ai vecchi partiti», Ds e Margherita.
Ma l'agitazione maggiore è sulla destra. Dove Alfano è stato spinto a convocare l'ufficio di Presidenza del Pdl come omaggio alla democrazia interna. Si riunirà martedì, qualche ora prima degli «sherpa». Matteoli aveva minacciato in caso contrario «conseguenze gravissime». Con lui sul piede di guerra sono Nania, la Meloni. La Russa ha preso parte con Quagliariello alla riunione tecnica e, a quanto raccontano i testimoni, ha formulato proposte come se si dovesse incominciare da zero.
E il Cavaliere, che cosa ne pensa? Nulla di speciale, dicono i suoi. La legge elettorale non lo appassiona. Il Pdl andrà avanti lungo la strada tracciata. A maggior ragione il Pd. Dove le reazioni pubbliche sono state di educato sostegno al patto. «Non è il ritorno al proporzionale», mette le mani avanti il vicesegretario Letta. E Bersani, come chi cade dalle nuvole: «Girano stravaganze. E' infondato dire che i partiti avranno le mani libere. Nessuno nega il bipolarismo, il problema è come farlo... Vogliamo tenerci il Porcellum o cambiarlo? Le leggi elettorali non si fanno da soli, ma discutendo con gli altri».
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