“LE RASSICURAZIONI DI FITTO? COME UN’ESTREMA UNZIONE” - I TAGLI E I RITARDI AL PNRR VISTI DA VINCENZO DE LUCA: “ONESTÀ POLITICA VUOLE CHE SI RICONOSCA CHE UN MEZZO DISASTRO ERA GIÀ SCRITTO, PER L’IMPOSTAZIONE DATA DAI GOVERNI PRECEDENTI. L’AVER ESCLUSO LE REGIONI; L’AVER POLVERIZZATO GLI INTERVENTI, FINO AD AVERE 5.700 STAZIONI APPALTANTI; L’AVERE TRASCURATO OGNI VALUTAZIONE SULLA TENUTA AMMINISTRATIVA E SULLE COMPETENZE NECESSARIE ALL’ATTUAZIONE DEL PNRR, HA DETERMINATO ENORMI CRITICITÀ. MA LA RISPOSTA CHE IL GOVERNO IMMAGINA RISCHIA DI ESSERE PIÙ DANNOSA. LA CENTRALIZZAZIONE È UN’ILLUSIONE SUICIDA. SI DETERMINA UNA PERDITA DI TEMPO INSOPPORTABILE”
Estratto dell’articolo di Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
vincenzo de luca e le smart card per il covid
Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, quale impatto avrà sugli enti locali la rimodulazione del Pnrr?
«Molti interventi di riqualificazione urbana e di assetto territoriale rischiano il blocco e la cancellazione. […]».
Ci sono dei progetti a cui la Campania teneva in particolar modo che rischiano di saltare?
«Il danno più grave per noi è il taglio di una cinquantina tra ospedali e case di comunità. Non si comprende il criterio delle esclusioni. I nostri interventi erano tutti realizzabili entro il 2026. Le incognite riguardavano il problema irrisolto del personale con cui gestire le case, ancora oggi totalmente inesistente. […] Si apre un’incognita sul completamento del Policlinico di Caserta […]».
raffaele fitto presenta le modifiche al pnrr 7
Secondo lei in questa vicenda il governo naviga a vista, come dicono alcuni esponenti delle opposizioni?
«Onestà politica vuole che si riconosca che un mezzo disastro era già scritto, per l’impostazione data dai governi precedenti. L’aver escluso in sostanza le Regioni; l’aver polverizzato gli interventi, fino ad avere oggi 5.700 stazioni appaltanti; l’avere trascurato ogni valutazione sulla tenuta amministrativa e sulle competenze necessarie all’attuazione del Pnrr, ha determinato enormi criticità. È evidente che ci sono rimodulazioni da fare in relazione alla scadenza del 2026.
Ma la risposta che il governo immagina rischia di essere o inefficace o ancora più dannosa. Intanto, va denunciata e respinta una tendenza ossessiva alla centralizzazione delle decisioni e degli interventi. È un’illusione suicida. La motivazione che si dà — oltre quella dei tempi — è la ricerca delle “coerenze” fra interventi Pnrr, interventi dei programmi europei, e opere Fondo per sviluppo e coesione (Fsc). Intanto, va detto con chiarezza che c’è una sola istituzione che può credibilmente realizzare queste coerenze, ed è la Regione. L’idea di verificare e decidere tutti i progetti da Roma è un suicidio.
[…] si determina in questo modo una perdita di tempo insopportabile: i fondi Fsc sono bloccati da un anno, e vi è un danno pesante per l’economia italiana, visto che non si apre un cantiere neanche a sognarlo. Ma non si poteva, con un po’ di buon senso, sbloccare l’80% delle risorse, in attesa del completamento delle verifiche cosmiche?».
[…] Il ministro Raffaele Fitto vi ha rassicurato?
«Come può rassicurare l’estrema unzione».
Pnrr a parte, c’è la grande questione dell’autonomia differenziata che non si è ancora risolta...
«Questo sarà uno dei temi di fondo, ancora più rilevante nel momento in cui saltano di fatto le politiche di coesione per il Sud. Sarà una battaglia difficile, da combattere su due fronti: su quello della difesa del Sud e dell’unità nazionale; ma anche su quello della battaglia contro forme di centralizzazione burocratica […] inaccettabili. Il decentramento e l’autonomia rimangono una forma necessaria di modernizzazione […] se lo si imposta in termini di “burocrazia zero” e non di squilibrio fiscale e di prestazioni essenziali». […]