giuseppe conte beppe grillo matteo renzi

DOSSIERAGGIO A CINQUESTELLE? - "IL GIORNALE" INOCULA IL SOSPETTO: "GRILLO AVREBBE IN MANO ANCHE UN'ALTRA CARTA PER TENERE IN OSTAGGIO CONTE. TRA IL GARANTE E L'EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CI SAREBBE STATO UN LUNGO CARTEGGIO (DECINE MAIL E MESSAGGI) TRA GENNAIO E FEBBRAIO, NEI GIORNI IN CUI MATTEO RENZI APRIVA LA CRISI DI GOVERNO. COSA SI NASCONDE NELLA CORRISPONDENZA SEGRETA? PARE CHE L'AVVOCATO DEL POPOLO AGGIORNASSE GRILLO SULL'OPERAZIONE 'RESPONSABILI'. SI FA RIFERIMENTO AL CASO UGO GRASSI…"

Pasquale Napolitano per "il Giornale"

 

grillo conte

Beppe Grillo (nel tondo) è furioso. Si confronta con Stefano Buffagni, Vito Crimi e Luigi di Maio. La tentazione di ribattere con un grosso «vaffa» alle parole di Conte è enorme. Si sfoga con amici e staff: «Conte è in balìa del Travaglio pensiero». A caldo vorrebbe consegnare all' avvocato di Volturara Appula un messaggio stile Grillo: «Ritorna a fare il prof». Però prende tempo. Riflette e prepara la risposta in un video. Valuta tutte le conseguenze. La prima: è in gioco il futuro del Movimento, la storia della sua creatura.

 

conte grillo

E quindi resta aperta la strada che conduce a una mediazione. Un compromesso su due punti: depotenziare, con altre due tre modifiche, il potere del capo politico e far decidere, con la votazione (richiesta da Conte), gli attivisti. Chiudere la guerra senza vincitori e vinti. Concludere con un lapidario: «abbiamo scherzato». Tutti i big spingono in questa direzione. In ogni caso la decisione finale spetterà solo al comico.

 

Grillo avrebbe in mano anche un' altra carta per tenere in ostaggio Conte. Tra il garante e l'ex presidente del Consiglio ci sarebbe stato un lungo carteggio (decine mail e messaggi) tra gennaio e febbraio, nei giorni in cui Matteo Renzi apriva la crisi di governo. Cosa si nasconde nella corrispondenza segreta? Pare che l'avvocato del popolo aggiornasse Grillo sull' operazione responsabili: il piano di reclutamento di senatori e deputati per sostituire Italia Viva in maggioranza. Missione che poi non andò a buon fine. Le tracce di quell' operazione, guidata da Conte e dal suo fido Rocco Casalino, sarebbero contenute nelle mail in possesso di Grillo. Per farci cosa? I più maliziosi tra i parlamentari grillini adombrano il sospetto che il comico possa ricattare Conte.

renzi conte

 

E perché? Si fa riferimento al caso Ugo Grassi: l'ex senatore dei Cinque stelle, poi passato alla Lega di Salvini, svelò in un' intervista a Repubblica che Conte lo convocò a Palazzo Chigi per offrirgli un incarico e bloccare l' addio al Movimento. Ricostruzione smentita dallo staff di Conte. Potrebbero esserci altri casi Grassi? E Grillo avrebbe in mano un dossier per spedire Conte in pubblica piazza?

 

Delegittimarlo all' occhio dell' opinione pubblica. Una minaccia. Sono ipotesi che da ieri sera circolano negli ambienti dei Cinque stelle e rendono il quadro ancor più grigio. Tra dossier e ricatti il pressing su Grillo è cresciuto dopo la conferenza stampa di Conte: «Beppe lasciaci votare lo Statuto. Facciamo decidere la base». I gruppi parlamentari, Camera e Senato, appaiono impauriti dall' epilogo dello scontro Grillo-Conte. I posizionamenti cambiano di ora in ora.

 

ugo grassi

Dopo il vaffa di Grillo a Conte, in molti si erano schierati con il comico e contro l' ex capo dell' esecutivo. Da ieri però la pattuglia di parlamentari si è spostata sulle posizioni di Conte. Il timore è che lo strappo possa assestare il colpo mortale al Movimento. Stefano Buffagni, l' ex viceministro dello Sviluppo economico, è uno dei parlamentari che ha un filo diretto con Grillo. Sta provando a mediare tra le due parti. Anche se dal fronte di Conte non ci sono margini di trattativa: «Il pacchetto sullo Statuto è chiuso», ha ribadito l' ex premier in conferenza stampa. Roberto Fico è ottimista: «Stiamo facendo una sintesi rispetto al Movimento. Mettiamo in comune le migliori risorse».

 

roberto fico biennale architettura venezia

Altra colomba in azione è il reggente Vito Crimi che però cerca di incidere su un altro punto: limare ancora gli articoli dello Statuto al centro dello scontro e poi dare la parola agli attivisti. Di Maio, irritato dalle parole di Conte in conferenza stampa («non faccio il prestanome», riferendosi ai poteri assegnati nell' attuale statuto al capo politico), è fiducioso: «Confido nell' intesa». Nello scontro si inserisce l' ex grillino Alessandro Di Battista: «Onestamente non devo schierarmi oggi, essendomi schierato 4 mesi fa.

Io non ho lasciato il Movimento per questioni statutarie. L' ho lasciato per ragioni politiche in quanto ha deciso di sostenere un governo pessimo e dunque le politiche di tale governo».

LUIGI DI MAIO VITO CRIMIugo grassi luigi di maio

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