vincenzo de luca elly schlein

“IL PD NON HA CREDIBILITA’” – DE LUCA BOICOTTA LA TAPPA DI NAPOLI DELL'ESTATE MILITANTE TARGATA SCHLEIN, CHE NON VUOLE RICANDIDARLO (PER LA TERZA VOLTA) ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CAMPANIA – “ELLY CONDANNA I DEM ALLA FAME ELETTORALE. IL PD NON HA MOLTO TITOLO PER SOLLEVARE IL TEMA DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA” – DAL NAZARENO HANNO RAGIONATO SE CAMBIARE CITTA’ MA POI HANNO DECISO DI SFIDARE DE LUCA…

Estratto dell'articolo di Niccolò Carratelli per “La Stampa”

 

VINCENZO DE LUCA ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI

Se un partito organizza un evento sul tema dell’autonomia regionale, in una regione amministrata da un presidente che è espressione di quello stesso partito, è possibile che quel presidente si rifiuti di partecipare? Se si chiama Vincenzo De Luca, la risposta è sì. Il governatore-sceriffo non ha intenzione di presenziare a una delle tappe dell’«estate militante» di Elly Schlein, segretaria che lui non ha mai riconosciuto e che non perde occasione per criticare. Ma andiamo con ordine.

 

Il Pd organizza una manifestazione di due giorni sull’autonomia differenziata, per ribadire il no alla riforma del ministro Calderoli. L’appuntamento è per venerdì e sabato nel cuore di Napoli, alla Fondazione dei Quartieri Spagnoli, «un luogo simbolico e popolare, una periferia nel centro della città – spiega Marco Sarracino, responsabile Coesione territoriale e Sud del Pd – andiamo lì dove la sinistra deve essere e saremo in tanti».

 

ELLY SCHLEIN

La location, proprio di fronte al famoso murale che raffigura Diego Armando Maradona, può ospitare fino a mille persone: obiettivo ambizioso in un caldo sabato di luglio. «Ci ritroveremo per difendere la sanità pubblica, la scuola, i servizi alle persone – recita una nota del partito – Per ribadire la nostra netta contrarietà al ddl Calderoli, perché senza il Mezzogiorno l’Italia non cresce. Lo faremo come sempre in maniera aperta, con tutti coloro che intendono portare il proprio contributo, con i nostri amministratori locali, con il mondo dei saperi, del lavoro, dell’economia e della società civile».

 

vincenzo de luca contro giorgia meloni 8

Il paradosso, quindi, è che arriveranno altri presidenti di Regione, a cominciare da Stefano Bonaccini, che è anche presidente dem, o Michele Emiliano dalla Puglia, ma non il padrone di casa, che ha i suoi uffici a poca distanza. Mentre ha già confermato la sua presenza il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, l’ultimo testimone del “campo largo”, eletto da una coalizione di centro sinistra ma non iscritto al Pd, che infatti si guarda bene dall’intromettersi: «Sono problemi interni al partito».

 

Con lui, tra gli altri, anche il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio De Caro, e il sindaco di Bologna Matteo Lepore. Il “caso De Luca” ha tenuto banco per diversi giorni al Nazareno, dove si è anche ragionato sulla possibilità di cambiare città e regione, proprio per evitare che, invece di dare risalto alle proposte dem in materia di autonomia differenziata, si finisca per amplificare l’ennesima polemica con De Luca. Poi, lette le ultime frecciate lanciate dal governatore contro Schlein («una cacicca ante litteram», «condanna il Pd alla fame elettorale»), si è deciso di tenere il punto e, sostanzialmente, sfidarlo a casa sua.

 

schlein a ventotene

D’altra parte, De Luca non ha ancora sciolto ufficialmente la riserva rispetto a una sua partecipazione all’evento, ma le valutazioni condivise durante la sua ultima diretta social lasciano pochi dubbi: «Non credo che il Pd abbia molto titolo per sollevare il tema dell’autonomia differenziata – ha detto – è una battaglia che richiede credibilità e coerenza: non iniziative propagandistiche, ma atti concreti, altrimenti sono solo chiacchiere al vento».

 

vincenzo de luca contro giorgia meloni 7

Viste le premesse, dal Nazareno non solo danno per scontata la sua assenza, ma anzi la auspicano, per evitare situazioni imbarazzanti, in caso di intervento dal palco del presidente campano. «Noi siamo il partito che più si sta battendo in Parlamento contro la riforma di Calderoli – dice a La Stampa il capogruppo al Senato Francesco Boccia – ora portiamo questa battaglia nei territori.

 

Quella di Napoli è una manifestazione nazionale, verranno amministratori locali da tutta Italia, è importante esserci». Pina Picierno, esponente campana del Pd e vicepresidente del Parlamento europeo, le mette giù in modo più netto: «Penso che alla fine De Luca parteciperà, perché sarebbe grave e paradossale una sua assenza nel momento in cui il Pd affronta un tema così significativo – spiega –. Se deciderà di non venire, si isolerà da solo e si metterà in una condizione di alterità rispetto alla nostra comunità politica». Domani dovrebbe essere presentato il programma della due giorni napoletana e si avrà un quadro più completo delle presenze e degli interventi.

 

elly schlein

(...)

Ultimi Dagoreport

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAVVERO “I AM GIORGIA” SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENA A MAR-A-LAGO, QUALCHE SMORFIA CON TRUMP, E UN VAGO IMPEGNO SU UN MEGA CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON LA “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE LANCIATA DA “BLOOMBERG” È STATA RESA PUBBLICA SOLO COME PIETOSA COPERTURA PER IL FALLIMENTO DELLA MELONI SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? CHE FINE FARÀ LA RICHIESTA DI ESTRADIZIONE DELLA “SPIA” IRANIANA, A CUI È LEGATA LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA, OSTAGGIO DI TEHERAN? QUEL TIPINO MUSCOLARE DI TRUMP ACCETTERÀ IL RINCULO? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA, FANALINO DI CODA NELLE SPESE PER LA DIFESA? – DI SICURO LA FRAGILE E CAGIONEVOLE URSULA VON DER LEYEN NON AVRÀ GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”)

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…