“IL RAPPORTO SUI LEP È SUBDOLO E DANNOSO” – I “SAGGI” CHIAMATI A FAR PARTE DEL COMITATO “CASSESE” SULL’AUTONOMIA SI SENTONO TRADITI DAL RAPPORTO FINALE PRESENTATO DAL MINISTRO CALDEROLI – IL PROFESSOR TONDI DELLA MURA: “CONTRASTA CON CIÒ CHE AVREMMO DOVUTO FARE. IN ALCUNI CASI IL LEP È RICONOSCIUTO, MA VALUTATO IN BASE AI DIVARI ESISTENTI, ALLE SPESE STORICHE. IN ALTRI CASI SI PRENDE ATTO DI UNA DISUGUAGLIANZA ABNORME…”
Estratto dell’articolo di Conchita Sannino per "la Repubblica"
https://www.repubblica.it/politica/2024/12/18/news/autonomia_lep_sipario_comitato_cassese-423893266/
Ventuno mesi di lavoro, che hanno costeggiato la strada ingloriosa dell’Autonomia differenziata targata Lega. Un “Rapporto finale” di 288 pagine, disseminato di zone d’ombra e accenti persino in contrasto con i colpi inferti dalla Consulta. Un risultato che, se fa gioire il ministro Calderoli, inquieta invece proprio alcuni costituzionalisti che sedevano a quel tavolo.
Ecco la parabola del Clep. Ha finito ieri i suoi compiti il Comitato per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep): gruppo voluto dal titolare degli Affari regionali, già funestato da fughe eccellenti, sempre guidato dal professor Sabino Cassese, il già giudice costituzionale che Salvini voleva al Quirinale.
«Il Comitato ha operato in piena autonomia, ha svolto un prezioso lavoro sui Lep, senza precedenti», fa sapere ieri Calderoli […]. Tuttavia, pesanti accuse gravano sulla mastodontica opera.
roberto calderoli - atreju - foto lapresse
Repubblica ha letto quelle carte. Che, tra l’altro, non fissano metodologie né per identificare né per quantificare i Lep. E ha raccolto il dissenso di chi, ora, sente tradite le motivazioni con cui accettò.
«Non posso mentire. Se mi chiede cosa penso dell’esito, devo dire che sono preoccupato», confessa il professor Vincenzo Tondi della Mura, ordinario di diritto costituzionale all’Università del Salento. Analoga contrarietà da un altro membro autorevole, l’ex ministro Enrico La Loggia.
«La Corte Costituzionale ci ha magistralmente indicato una strada, ci ha ricordato che i Lep servono a rimuovere non a cristallizzare in eterno gli ostacoli – spiega Tondi –quindi occorre preoccuparsi di definire standard dei diritti sociali, dalla scuola alla sanità che, da sud a nord, rendano uguali i cittadini […].
Invece il lavoro è roboante ma generico e in alcuni punti subdolo e dannoso. Contrasta con ciò che avremmo dovuto fare. In alcuni casi il Lep è riconosciuto, ma valutato in base ai divari esistenti, alle spese storiche. In altri casi, vedi la scuola primaria, addirittura il Lep per il tempo pieno non è definito né calcolato.Si prende atto di una disuguaglianza abnorme, si demanda ad altri, ai Comuni, al legislatore».
matteo salvini roberto calderoli
L’esempio incriminato esiste, pagina 273 del “Rapporto”: «Prendendo a riferimento le classi prime, la massima diffusione del tempo pieno è raggiunta in provincia di Milano con il 98 %, mentre il minimo è in provincia di Palermo, con il 6 %». Logica vorrebbe che il Lep partisse dal contesto sociale a colmare la voragine. E invece. Professor Tondi della Mura: un pentito del Clep? «Pentiti dovrebbero essere loro. Io sono amareggiato e umiliato. Ma posso spiegare a viso aperto perché».