PRIEBKE È MORTO. AVANTI IL PROSSIMO - IN CIMA ALLA LISTA DEI RICERCATI NAZISTI, C’È ALOIS BRUNNER, EX COLLABORATORE DI EICHMANN, CHE FUGGÌ IN SIRIA, ALLA CORTE DEL PADRE DI BASHAR ASSAD
Maurizio Molinari per "la Stampa"
Nel suo piccolo ufficio viennese al numero 9 di Saltzorgasse, poco lontano dal Danubio, Simon Wiesenthal riceveva ricercatori e studenti spiegando che l'obiettivo della caccia ai criminali nazisti era «fare giustizia, non vendetta» e la priorità non era «solo la cattura ma anche l'esposizione delle loro atrocità » affinché «vengano ricordate dalle nuove generazioni».
Scomparso nel 2005, Wiesenthal ha lasciato tale missione a cacciatori di nazisti con cui ebbe occasione di lavorare assieme e - data la sua nota tempra - anche di avere vivaci alterchi. L'erede più diretto è Efraim Zuroff, uno storico israeliano di origine americana che vive a Efrat e coordina la ricerca dei criminali nazisti «Most Wanted» - più ricercati - per il «Simon Wiesenthal Center», il cui quartier generale oggi è a Los Angeles.
Zuroff iniziò a collaborare con Wiesenthal nel 1978 e dall'indomani della caduta del Muro di Berlino si è dedicato in particolare a identificare i responsabili di atrocità commesse da ex collaboratori dei nazisti residenti nei Paesi dell'Est. I maggiori successi sono arrivati nei Paesi Baltici e in Croazia.
Ad esempio fu lui che trovò e fece arrestare in Argentina Dinko Sakic, ex comandante ustascia del campo di Jasenovac, poi condannato a venti anni di reclusione dalla giustizia di Zagabria. Zuroff cura la pubblicazione annuale del «Report» - creato da Simon Wiesenthal - con l'elenco dei criminali nazisti più ricercati.
In cima alla lista, da molti anni, c'è Alois Brunner, l'ex collaboratore di Adolf Eichmann nella deportazione degli ebrei europei che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale trovò rifugio in Siria, diventando uno stretto consigliere di Hafez Assad, padre dell'attuale presidente.
Il suo ultimo avvistamento in Siria risale al 2001 e anche le tracce del secondo «Most Wanted» portano nei Paesi arabi perché Aribert Heim, il dottore degli esperimenti sui prigionieri nel lager di Mauthausen, sarebbe morto al Cairo nel 1992. Ma se Zuroff lo include nella lista - ed è andato a cercarlo a casa della figlia in Brasile - è perché in Egitto non si è mai trovata nè la salma nè alcun campione del suo Dna.
Il terzo «Most Wanted» riguarda invece l'Italia perché Gerhard Sommer è l'ex comandante delle SS condannato nel 2005 a La Spezia per la strage di Sant'Anna di Stazema - 560 vittime - che vive tranquillamente in Germania dove «nessuna accusa gli è stata ancora formalizzata» afferma Zuroff, che dedica gran parte del suo tempo a esercitare pressioni proprio su quei Paesi - come Germania, Canada, Lituania e Lettonia - dove la riconosciuta presenza di criminali nazisti e loro collaboratori non porta ancora a processarli in tribunale.
In Francia sono Serge e Beate Klarsfeld, fondatori dell'Associazione dei figli e delle figlie della Shoà , ad aver contribuito alla cattura di tedeschi e francesi responsabili di atrocità commesse durante l'occupazione, dal «Boia di Lione» Klaus Barbie a Renè Bousquet, ex capo della polizia di Vichy.
L'esposizione delle responsabilità francesi è per i Klarsfeld parte fondamentale del loro lavoro. Ma il cacciatore di nazisti che può vantare maggiori risultati è Eli Rosenbaum che dal 1995 guida l'apposita task force del Dipartimento di Giustizia di Washington. In precedenza era stato lui, come capo dell'unità investigativa del Congresso mondiale ebraico, a svelare i trascorsi nazisti di Kurt Waldheim, e lavorando per il governo americano è riuscito a identificare almeno 30 ex nazisti, responsabili di reati di diversa natura e gravità , rifugiatisi negli Stati Uniti.
Molti sono stati estradati o deportati, come l'ex guardia del lager di Sobibor Ivan Demjanjuk trasferito in Germania nel 2009 e deceduto nel 2012 o l'ex agente della Gestapo estone Mikhail Gorshow consegnato a Tallinn nel 2011. I risultati di Rosenbaum sono stati tali da spingere il Dipartimento di Giustizia ad affidargli le indagini anche sui responsabili di altri crimini - commessi in Bosnia, Ruanda o altri conflitti - rifugiatisi in America negli ultimi anni: ne ha trovati 80.
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