COSA HANNO IN COMUNE SCALFARI E BISIGNANI? IL NOME DEL PROSSIMO PAPA: SEAN O'MALLEY

1. «HO GIÀ IL BIGLIETTO DI RITORNO RESTERÒ IL VOSTRO CARDINALE»
Francesca Giansoldati per Il Messaggero

Stavolta ai piedi non ha i soliti sandali. Sean Patrick O'Malley, frate cappuccino e arcivescovo di Boston, in genere li porta anche d'inverno, persino con la neve. Stavolta però si è dovuto adattare ad un paio di scarpe nere come spiega in sacrestia: «Sono vestito con la veste da cardinale, quella delle grandi occasioni, i sandali non me li hanno fatti indossare».

La chiesa seicentesca progettata dal Maderno che ospita la celeberrima estasi di Santa Teresa, solitamente visitata da turisti giapponesi, ieri mattina era piena all'inverosimile. Il papabile americano, un uomo dal grande tratto umano, ha catturato subito i presenti per la capacità comunicativa.

Unendo gesti, parole e il ragionare che procede con un italiano fluente ma con un forte accento straniero. «Parla un po' come Stanlio e Ollio ma anche Wojtyla all'inizio era così» commenta divertita una anziana signora nelle ultime fila. Tra i fedeli qualche volto noto, diversi giornalisti e persino il faccendiere Luigi Bisignani che esce svelto non appena termina la messa. «Guardate che tornerò qui da cardinale» ha scherzato il cardinale rallegrato da tanto interesse.

Nonostante il momento «intenso per la Chiesa», l'arcivescovo non abbandona la sua risaputa verve. «Quando ho preso possesso di questa bellissima chiesa ho detto ai frati carmelitani che pensavo di portare l'estasi di Santa Teresa del Bernini a Boston. Mi hanno detto che ci aveva provato anche Napoleone ma pare che mi abbiano perdonato perché il padre superiore non vuole togliermi questa chiesa bellissima».

O'Malley scherza con il parroco e il parroco ricambia. «Eminenza ci auguriamo, e lo dico con grande speranza, che questa sia la sua ultima visita come cardinale titolare, ma dovrà prometterci che se le nostre preghiere saranno esaudite, la sua prima visita come Papa fuori dal palazzo apostolico sarà nella sua e nostra chiesa di Santa Maria della Vittoria».

O'Malley ride di gusto e non si scompone. «Ho comprato il biglietto di ritorno, vi assicuro che dopo il conclave tornerò come vostro cardinale e porterò Santa Teresa a Boston». I carmelitani che tifano per un cappuccino è già un miracolo, ma l'umanità di O'Malley è inarrestabile. Per pranzo ha accettato l'invito nel minuscolo refettorio. «Spero mi abbiano preparato qualcosa di buono». Prima di uscire una preghiera alla Madonna: «Che lo Spirito illumini la scelta di un nuovo Papa capace di far più visibile l'amore di un buon pastore che viene a cercare la sua pecora smarrita».

2. O'MALLEY, IL FRATE ANTI-CASTA CHE HA VENDUTO IL VESCOVADO
Stefano Filippi per Il Giornali

Barba bianca, saio marrone, sandali, la battuta pronta e la capacità di ricostruire sulle macerie: Sean Patrick O'Malley, arcivescovo di Boston, incarna la semplicità del frate cappuccino e il coraggio di chi non evita le sfide. Eugenio Scalfari ha scritto ieri su Repubblica che O'Malley «ha tutte le caratteristiche pastorali delle quali la Chiesa sembra avere urgente bisogno». Chissà se Scalfari indovinerà con i cardinali ciò che non ha azzeccato mai con i politici nostrani.

O'Malley è popolare per aver risollevato la Chiesa americana, assieme a un vasto movimento che ha unito clero e fedeli, dopo gli scandali degli abusi sessuali. Boston vacillava sotto il peso delle denunce, delle ammissioni, dei risarcimenti chiesti dalle vittime. Il frate cappuccino, giunto nel Massachusetts avendo girato metà Stati Uniti, è ripartito dall'annuncio del Vangelo e da gesti che hanno costretto gli americani, credenti e non, a interrogarsi.

Ha venduto il vescovado di Boston per indennizzare chi era stato oggetto di abusi ed è andato ad abitare in una stanza del seminario cittadino. Poi ha lanciato una campagna di spot televisivi chiamata «Catholics come home» per fare ritornare i fedeli in chiesa: messaggi pubblicitari in cui alcuni fedeli raccontavano la riscoperta della fede abbandonata. I delusi si sono riavvicinati e il seminario ha raccolto nuove vocazioni. O'Malley è una persona diretta, che si rivolge alla singola persona e non ha difficoltà, a 68 anni, a usare Twitter e un blog per dialogare con tutti.

La sua è una tipica storia americana, costellata di spostamenti e segnata da circostanze solo all'apparenza casuali che dettano una strada imprevedibile. È nato il 29 giugno 1944 a Lakewood, Ohio, ma la famiglia si trasferì presto in Pennsylvania. A 12 anni entra in un seminario minore francescano, a 21 pronuncia i primi voti nei frati minori cappuccini, svolge il diaconato nell'Isola di Pasqua e una volta ordinato prete (29 agosto 1970) viene trasferito a Washington tra gli immigrati latinoamericani, lui che discende da immigrati irlandesi. Insegna letteratura spagnola e portoghese e fonda il Centro Católico Hispano per assistere i profughi.

Nel 1978 diventa vicario della diocesi di Washington e nel 1984 viene ordinato vescovo. Cominciano allora le sue peregrinazioni da una diocesi all'altra: Saint Thomas, nelle caraibiche Isole Vergini; Fall River, Massachusetts (dove l'ex sacerdote James Porter verrà condannato a 20 anni di carcere per aver abusato di 28 bambini);

Palm Beach (il vescovo dimissionario Anthony O'Connell aveva ammesso abusi su un seminarista adolescente). O'Malley viene spedito a Boston dopo un solo anno in Florida: anche la città dei Kennedy, di Harvard e del Mit è scossa dagli scandali. Il suo predecessore, il cardinale Bernard Law, si era limitato a trasferire ad altre parrocchie i sacerdoti accusati di pedofilia: non li aveva sospesi né aveva detto ai fedeli come stavano davvero le cose.

La pulizia del nuovo arcivescovo fa sentire la vicinanza della Chiesa alle vittime. «Ogni uomo è un cercatore di Dio», ha ripetuto anche ieri a Santa Maria della Vittoria: la certezza di questa presenza è stata un nuovo inizio per Boston. E anche per lo stesso O'Malley, che ha guadagnato autorevolezza e coraggio oltre che la fiducia di Benedetto XVI, il quale nel 2010 l'ha mandato a visitare le diocesi irlandesi squassate da scandali analoghi. Ha anche attaccato i cardinali di curia Sodano e Sandri per aver coperto l'ex arcivescovo di Vienna Groer e il fondatore dei Legionari di Cristo padre Marcial Maciel, riconosciuti troppo tardi colpevoli di abusi sessuali.

«Quando arrivai a Boston - ha raccontato O'Malley anni fa in un'intervista - è stato scoraggiante. C'erano ferite e rabbia, e conseguenze economiche disastrose. C'era un calo delle vocazioni, crisi e sofferenza ovunque. Tuttavia, resta ferma la nostra convinzione che Cristo non abbandona la Sua Chiesa, anche se non ci ha promesso che sarà facile. Noi l'abbiamo letto come una chiamata alla conversione. Mi ha fatto concentrare, per la mia stessa vita, su ciò che realmente è essenziale: il nostro rapporto con Dio. Ciò che è accaduto, tutti i dolori e le sofferenze, si è posto in una prospettiva nuova».

Il metodo di O'Malley è stato «cercare di ricostruire la fiducia, aiutare le vittime a fidarsi ancora di noi. Voleva dire che prendevamo la cosa con serietà e che non avremmo più permesso il ripetersi di tali cose. La trasparenza è stata una parte importante per la ricostruzione. Abbiamo pubblicato tutto quanto riguarda le nostre finanze. Abbiamo pubblicato più di qualsiasi altra diocesi nel mondo».

O'Malley è deciso e sensibile, attento alle ragioni delle vittime e assieme cosciente che l'errore commesso non è l'ultima parola per un uomo. Nel Cinquecento i cappuccini abbracciarono lo spirito originale di San Francesco tornando a una vita di povertà e Vangelo, e ancora oggi sono considerati l'ordine religioso più vicino al popolo. «Un papabile anti-casta», come ha scritto John Allen, vaticanista del National Catholic Reporter.

 

 

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