IN CORALLO WE TRUST! - INTERVISTA AL RE DELLE SALE DA GIOCO, LATITANTE - OVVIAMENTE, RESPINGE LE ACCUSE DELLA PROCURA DI MILANO: “TUTTO IN REGOLA” QUEL FINANZIAMENTO DA 150 MILIONI OTTENUTO DA BPM CHE HA INGUAIATO PONZELLINI E MARCO MILANESE - I RAPPORTI CON CANNALIRE E IL FIGLIO DI DELL’UTRI - CHE FINE HA FATTO IL PC “SOTTRATTO” ALLA PERQUISIZIONE DA PDL LABOCCETTA?...

Walter Galbiati per "la Repubblica"

Per la procura è un latitante. Lui si sente un perseguitato. Francesco Corallo è finito al centro delle indagini della procura di Milano per un finanziamento da 150 milioni avuto dalla Popolare di Milano di Massimo Ponzellini. L'accusa nei suoi confronti è di associazione a delinquere con Ponzellini, il direttore generale di Bpm, Enzo Chiesa, il loro consulente Antonio Cannalire e il braccio destro di Tremonti, Marco Milanese per corrompere, appropriarsi indebitamente dei soldi della banca, emettere fatture false e riciclare denaro.

Corallo, lei avrebbe beneficiato delle attività illecite per il suo business nei giochi d'azzardo...
«La mia società, la B Plus, ha ricevuto un normale prestito che ha
fatto guadagnare la banca e che è stato in gran parte ripagato. Non mi sono appropriato di un euro poiché tutti i soldi del finanziamento sono andati allo Stato».

Secondo Bankitalia, non sarebbe stato prudente prestare tanti soldi a una società con sede alle Antille olandesi.
«La B Plus ha sempre avuto sede a Londra. La controllante Atlantis stava alle Antille. Il rilievo errato di Bankitalia riguarda un finanziamento del novembre 2010, prima
dell'entrata in vigore della legge sui giochi che vietava a far data dalla nuova procedura di selezione (10 ottobre 2011) di avere sede nei Paesi della Black list dell'Ocse».

Secondo due dipendenti di Bpm, Ponzellini avrebbe fatto pressioni su di loro per concedervi il credito?
«A proposito delle presunte pressioni esercitate su Giorgio Benvenuto, posso solo dire che sono risultate strane le sue dichiarazioni al pm, a proposito di "etica" della banca. Benvenuto, fondatore dell'Associazione Unigioco, sponsorizzata da un concorrente di B Plus, avrebbe dovuto sapere che tutti i concessionari erano stati finanziati dalle banche e Bpm ne stava per finanziare altri due, oltre B Plus. Non mi risulta che Ponzellini abbia fatto pressioni di alcun tipo».

Gli inquirenti hanno trovato la bozza di un contratto da 3,6 milioni di sterline tra la vostra società e Ponzellini e intercettato un incontro in un albergo di Roma con Ponzellini e Cannalire, perché 'in banca c'è troppa gente che rompe le scatole'.
«Ho incontrato Ponzellini in tre occasioni, senza avere mai avuto contatti telefonici. Il primo incontro per presentarmi quale beneficial owner della società. Il secondo, per la consegna dei documenti del mio trust e il terzo è quello di cui parla la procura. Mai, ho promesso o proposto o pagato alcunché a Ponzellini. Mai redatto, sottoscritto o concordato alcun contratto che avesse ad oggetto tali contenuti.

Posso solo pensare che Ponzellini, sapendo che la nostra società era in procinto di quotarsi alla borsa di Toronto e poi di Londra, avrebbe voluto, alla scadenza dell'incarico in Bpm, proporsi quale advisor nella fase di quotazione. Ma bisognerebbe chiederlo a lui. Ho poi incontrato Ponzellini in albergo per lamentarmi. Bpm ritardava il rilascio della dichiarazione d'impegno verso i Monopoli di Stato».

Anche Cannalire era interessato a voi e una sua società, di cui è socio il figlio del senatore dell'Utri, riceve 500mila euro. Una vostra sala gioco è riconducibile a Cannalire e a Dell'Utri.
«I miei rapporti con Cannalire non sono affatto stretti. L'ho incontrato occasionalmente grazie a un consulente, Domenico Distante. Cannalire era l'assistente del presidente e come tale ci fu presentato. La società in questione, ha ricevuto da noi un finanziamento (un contratto di associazione in partecipazione per noi vantaggioso), utilizzato solo per le normali attività della società. Per quanto riguarda la sala gioco, posso dire che in Italia abbiamo 500 sale e Dell'Utri gestisce una di quelle».

Milanese si sarebbe adoperato per farvi avere il finanziamento?
«Lo escludo. Milanese ha fatto la legge di stabilità che mi ha costretto a spostare la sede storica della mia attività, e se fosse vero il suo interessamento, sarebbe intervenuto per far approvare una legge che mi costringeva a versare 180 milioni allo Stato, quando tutti i concessionari avevano già diritto ad avviare la sperimentazione delle videolottery senza dover versare un euro. Se questo lo ritenete un interessamento...».

 

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