LA PROPAGANDA DI ZAR VLAD - IN UN DOCUMENTARIO SULLA TV RUSSA, PUTIN SPIEGA COME HA ORGANIZZATO L’INVASIONE DELLA CRIMEA PER “PROTEGGERE” LA MINORANZA FILO-MOSCA E “SALVARE” YANUKOVICH DAI “NAZISTI DI KIEV”
Anna Zafesova per “la Stampa”
Viktor Yanukovych fa l occhiolino a Vladimir Putin
Qualche giorno fa, interrogata su una stima preventiva del «prezzo della Crimea» prima dell’annessione, il primo viceministro del Tesoro russo Tatiana Nesterenko aveva risposto che nessuno l’aveva mai fatta: «Sono decisioni che vengono prese da un solo uomo». E ora quest’uomo spiega in prima persona come e quando ha ordinato di riprendere la penisola ucraina sotto l’ala russa. Nel documentario «Crimea, il ritorno a casa» in onda «prossimamente» sul canale Rossia-1 Vladimir Putin in persona racconta di aver pronunciato le fatidiche parole: «Siamo costretti a iniziare il lavoro per riportare la Crimea in Russia».
Attivisti pro Russia in Crimea
IN AIUTO DI YANUKOVICH
Erano le 7 del mattino del 23 febbraio 2014, dopo una notte insonne al Cremlino per decidere come salvare Viktor Yanukovich, l’ormai quasi ex presidente ucraino. «L’avrebbero eliminato», è convinto anche un anno dopo Putin, «eravamo pronti a tirarlo fuori, via mare, via terra o via aria, con mitragliatrici di grosso calibro, per non perdere tempo in chiacchiere».
E congedandosi dai suoi uomini per volare a Sochi, a chiudere le Olimpiadi che dovevano segnare il suo trionfo personale, Putin ha dato l’ordine di riprendere la Crimea. Quattro giorni dopo gli «omini verdi» con il passamontagna e il kalashnikov hanno occupato il parlamento di Simferopoli, e due settimane dopo il 96% degli abitanti della penisola ha votato l’adesione alla Russia, mai riconosciuta dalla comunità internazionale.
Un mese dopo Putin ha ammesso, dopo averlo ripetutamente negato, che i militari russi erano presenti in massa nella penisola, e ha giustificato l’annessione con la necessità di proteggere i russofoni dalle rappresaglie dei «nazisti» del nuovo governo di Kiev. Ma un anno dopo è lui stesso ad ammettere di aver preso la decisione senza che ci fosse alcun segno di minaccia per la popolazione di una penisola «sacrale» per l’identità russa.
IMMENSA BASE MILITARE
Resta da capire perché il presidente russo fa queste rivelazioni, che non possono che complicare le sue relazioni già difficili con il resto del mondo. La Nato ha appena rivelato che Mosca sta trasformando la Crimea in una immensa base militare, riempita di armi moderne che hanno già permesso di estendere il raggio d’azione dei missili russi a quasi tutto il Mar Nero.
Ma dai sondaggi risulta che l’entusiasmo dei russi per l’annessione di un anno fa comincia ad appannarsi sotto i colpi della crisi economica. Forse le rivelazioni di Putin sono da leggere proprio in questa chiave, un tentativo di giocare di nuovo la carta del ritorno all’impero che gli ha regalato consensi mai visti.
CRIMEA - SOSTENITORI DELLA RUSSIA