marine le pen emmanuel macron jean luc melenchon

"LA CLASSE POLITICA FRANCESE DA' DI SE' STESSA UNA IMMAGINE GROTTESCA" - MARINE LE PEN ATTACCA IL "NUOVO FRONTE POPOLARE" DOPO AVER VISTO I SONDAGGI CHE DANNO LA DESTRA LONTANISSIMA DALLA MAGGIORANZA ASSOLUTA (LA DUCIONA DI FRANCIA SENTIVA LA VITTORIA IN TASCA) - MACRON, CHE PERDERA' META' DEI SEGGI, SMENTISCE CHI LO ACCUSA DI VOLER PORTARE AL GOVERNO MELENCHON – SI PROFILA UN GOVERNISSIMO DI UNITA' NAZIONALE (SENZA IL TRIBUNO FILOPUTINIANO E PRO PALESTINA DELLA GAUCHE RADICALE) A GUIDA TECNICA...

marine le pen 2

(di Paolo Levi) (ANSA) - Estratti "Grottesco": a quattro giorni dal secondo turno delle elezioni politiche anticipate, Marine Le Pen attacca il cosiddetto Fronte repubblicano, l'accordo riesumato al fotofinish da macroniani, gauche e destra moderata per scongiurare l'ipotesi che il Rassemblement National possa arrivare al potere nella seconda economia dell'Unione europea.

 

Una strategia, quella delle desistenze anti-estrema destra, che sembra però rivelarsi molto efficace. L'ultimo sondaggio Harris vede il Rn allontanarsi dalla maggioranza assoluta, e di molto: il partito di Le Pen e del candidato premier Jordan Bardella dovrebbe ottenere al ballottaggio di domenica fra 190 e 220 seggi, lontanissimo dai 289 necessari.

 

GOGOL BARDELLA - MEME BY EMILIANO CARLI

Mentre le altre due coalizioni che si sono accordate per lo sbarramento repubblicano traggono vantaggio dalla situazione: il Nuovo Fronte Popolare della gauche otterrebbe fra 159 e 183 seggi; mentre Ensemble, l'arco dei partiti macronisti, conquisterebbe 110-135 deputati, una sconfitta comunque pesante, con una diminuzione di quasi la metà dei seggi.

 

Ai Républicains andrebbero fra i 30 e i 50 scranni, un buon risultato considerata la scissione di Eric Ciotti, passato ad appoggiare il Rn. "La classe politica dà di sé stessa un'immagine sempre più grottesca", ha tuonato in un messaggio pubblicato su X Marine Le Pen, evidentemente furiosa per il fatto che l'arco repubblicano possa sfilargli una vittoria che sentiva già in tasca.

 

Nel rush finale, il paesaggio politico d'Oltralpe appare comunque più che mai imprevedibile: una volta superato lo scoglio delle desistenze - sono stati ben 218 i candidati di diverso colore politico che hanno accettato di ritirarsi dalle triangolari in funzione anti-Le Pen - resta il rompicapo di una coalizione anti-Rn pressoché introvabile, in un Paese per giunta poco incline alla cultura del compromesso.

 

MARINE LE PEN - JORDAN BARDELLA - EMMANUEL MACRON - MEME BY EDOARDO BARALDI

"Non governeremo con La France Insoumise, una desistenza non significa una coalizione", ha avvertito durante l'ultimo consiglio dei ministri di questo governo Emmanuel Macron, tornando a tracciare la sua linea rossa rispetto ad un esecutivo con il partito di Mélenchon, l'ala più radicale del Nouveau Front Populaire, considerata dai macroniani pericolosa almeno quanto il Rn.

 

Sulla stessa linea il premier Gabriel Attal - responsabile della campagna della maggioranza uscente -, sempre più orientato verso una soluzione da trovare "in Parlamento": "Né la France Insoumise, né il Nuovo Fronte Popolare né i nostri candidati - ha detto il primo ministro - sono in grado di formare una maggioranza assoluta. Al termine del ballottaggio, o ci sarà un governo di estrema destra o il potere passerà al Parlamento. Io mi batto per questo secondo scenario". Una sorta di governo di unione nazionale, insomma, sul quale resta però il dilemma Mélenchon.

emmanuel macron vota

 

Del resto è stato lo stesso leader Insoumis a dire che "solo due progetti sono sul tavolo, il Rassemblement National oppure il Nuovo Fronte Popolare", mettendo all'angolo i macroniani. Intervistato da Le Figaro, da parte sua Bardella ha denunciato alleanze anti-Rn destinate a "paralizzare il Paese" alla vigilia delle Olimpiadi di Parigi, dicendosi "pronto alla mano tesa" per ampliare la sua maggioranza.

 

(...)

 

MACRON

Anais Ginori per repubblica.it

 

marine le pen

«Non faremo nessun governo con la France Insoumise”. Emmanuel Macron deve correre ai ripari all’indomani delle intese sulle candidature per fermare l’estrema destra. Il capo dello Stato interviene nel consiglio dei ministri riunito ieri all’Eliseo, l’ultimo prima del voto di domenica, in un clima da “si salvi chi può”, con alcuni ministri che già hanno annunciato che, comunque vada, volteranno la pagina del macronismo.

 

Il Presidente vuole invece ribadire la sua centralità nell’incerto gioco politico delle prossime settimane e decide così di smentire chi lo sta accusando di voler portare al governo Jean-Luc Mélenchon in un ipotetico esecutivo di coalizione, se il Rn non avrà una maggioranza assoluta.

 

marine le pen melenchon

 

È una rettifica che può sembrare pretestuosa: negli scenari per un governo di larghe intese - su cui tutti stanno riflettendo, con sfumature e veti incrociati - la France Insoumise si è già chiamata fuori. Mélenchon non ha alcuna intenzione di partecipare. Il leader della sinistra radicale punta all’Eliseo, è convinto che ci sarà una presidenziale anticipata sulla scia di un’inedita crisi istituzionale che potrebbe aprirsi in caso di un parlamento appeso.

 

Macron è invece concentrato sull’esito del voto di domenica e ha bisogno di lanciare un messaggio soprattutto ai suoi elettori, perché i lepenisti agitano lo spauracchio della France Insoumise al potere. Sotto accusa i patti di desistenza che i centristi hanno fatto con la sinistra, includendo alcuni candidati mélenchonisti. La confusione alimentata dall’estrema destra rischia insomma di vanificare tutto lo sforzo dei macronisti per fare sbarramento contro il Rassemblement National. «Una desistenza non costituisce una coalizione», ha quindi precisato Macron.

 

 

marine le pen dopo la vittoria al primo turno delle elezioni legislative

I primi sondaggi mostrano che il “fronte repubblicano” anti-Rn potrebbe funzionare. Secondo una proiezione di Harris, l’estrema destra con l’alleato Eric Ciotti sarebbe lontana dalla maggioranza assoluta, conquistando domenica tra 190 e 220 seggi, contro i 289 necessari. Gli altri due blocchi si rafforzano per effetto delle desistenze.

 

Il Nuovo Fronte Popolare della gauche otterrebbe fra 159 e 183 seggi, mentre Ensemble, l’arco dei partiti macronisti, conquisterebbe fra 110 e 135 seggi, una sconfitta comunque pesante per Macron, con una perdita di quasi la metà dei seggi. Ai Républicains che non hanno seguito Ciotti, andrebbero fra i 30 e i 50 deputati.

 

(...)

 

marine le pen jordan bardella

«I flussi elettorati non sono aritmetici», avverte Frédéric Dabi, direttore dell’Ifop che ieri ha diffuso un sondaggio che rilancia l’allarme: il 50% dei francesi auspica che il Rassemblement National governi la Francia. «Di fronte al fronte repubblicano ci sarà anche un fronte anti-sistema», predice il direttore di Elabe. È quello che spera Le Pen, che ieri ha denunciato lo «spettacolo grottesco» degli appelli a turarsi il naso nelle urne, con paradossi come l’ex premier di destra Edouard Philippe che nella sua Le Havre voterà il candidato comunista.

EMMANUEL MACRON - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FRANK FEDERIGHI

 

La leader Rn è diventata più aggressiva negli ultimi giorni, contestando l’autorità del Presidente sulla Difesa in caso di coabitazione, poi accusandolo di un «colpo di Stato amministrativo» per una presunta valanga di nomine di suoi uomini ai vertici dello Stato. «È nel panico», commenta il premier Gabriel Attal. O forse Le Pen ha già introiettato la possibile sconfitta di domenica, e punta anche lei a una presidenziale anticipata. Proprio come il suo nemico Mélenchon.

marine le pen melenchonmarine e marion marechal le pen 2macronmarine le pen jordan bardella

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...