IN FRANCIA GLI ESTREMISTI COMINCIANO LA BATTAGLIA FINALE (GIÀ PERSA) CONTRO I MATRIMONI GAY

Alberto Mattioli per "La Stampa"

Non si può nemmeno dire che si aspetta solo che ci scappi il morto perché, in questa interminabile battaglia sul matrimonio gay, il morto c'è già stato: Dominique Venner, l'intellettuale di estrema destra che si è suicidato martedì sull'altar maggiore di Notre-Dame.

Ma l'atmosfera resta pessima e le previsioni pessimistiche sull'ennesima «manif pour tous», la manifestazione per tutti contro il matrimonio per tutti, in programma domani a Parigi in formato extralarge: gli organizzatori si aspettano «almeno» un milione di persone, la Prefettura ovviamente minimizza ma ne prevede dalle 2 alle 300 mila, che non sono comunque poche.

Due prese di posizione agitano la vigilia. L'egeria del movimento, Frigide Barjot, annuncia che non andrà in piazza per ragioni di sicurezza. Il ministro degli Interni, Manuel Valls, che vuole mettere fuori legge la «Printemps française», la Primavera francese, l'ala violenta dei manifestanti, a destra della destra, poche persone (da 300 a 500, sempre secondo la polizia) che lanciano proclami su Internet e sanpietrini nelle strade.

La legge ormai è passata, François Hollande l'ha promulgata il 18 e, trascorsi i dieci giorni per le pubblicazioni, mercoledì 29, a Montpellier, la sindachessa socialista dovrebbe dichiarare «marito e marito» Vincent e Bruno, primi coniugi dello stesso sesso della storia francese.

Ma la valanga della «manif» non si ferma. Mercoledì, sul sito della Printemps è comparso un comunicato, anzi l'«Ordine del giorno numero uno». Lì si invoca «una nuova resistenza» e se ne elencano «i bersagli»: «Il governo attuale e tutte le sue appendici, i partiti politici collaborazionisti, le lobby dove si elaborano i programmi dell'ideologia e gli organi che li diffondono».

Valls ha replicato rivelando che negli ultimi giorni si sono moltiplicate le minacce di morte: «Non c'è posto per i gruppi che sfidano la République, la democrazia e se la prendono con le persone». L'articolo L212-1 del Codice di pubblica sicurezza prevede la dissoluzione dei «gruppi di combattimento e delle milizie private» e il ministro vuole applicarlo. Béatrice Bourges, portavoce della Printemps, ha controreplicato beffarda: «Vietare uno stato d'animo mi sembra complicato». Si va chiaramente allo scontro.

Madame Barjot e i suoi fidi sembrano degli apprendisti stregoni che hanno scatenato forze che non riescono più a controllare. Lei ha sempre accuratamente evitato ogni forma di omofobia e pensa che il matrimonio gay possa essere sostituito da un «contratto di unione civile» che non preveda l'adozione. E' contestatissima proprio per questo.

Ha annunciato di aver ricevuto minacce e di aver chiesto e ottenuto la scorta. E ieri ha spiegato perché non andrà al corteo che ha organizzato lei: «Non voglio lasciare delle centinaia di migliaia di persone in un sentimento d'abbandono. Ma, se la nostra presenza e il nostro punto di vista suscitano delle violenze, se la nostra libertà di parola non è rispettata, non resteremo».

Sfilerà invece l'Ump, il partito di centrodestra a sua volta spaccato fra chi vuole la lotta a oltranza e chi sostiene che, una volta che una legge è approvata, non resta che rispettarla. La maggioranza silenziosa, in ogni caso, è stufa della minoranza rumorosa: secondo l'ultimo sondaggio, il 62% dei francesi vorrebbe farla finita con le manifestazioni. E voltare finalmente pagina.

 

hollande DOMINIQUE VENNER matrimonio gay gaypride27

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO