agnese landini e matteo renzi durante le dimissioni

IN LODE DI AGNESE - MELANIA RIZZOLI: “ERA LÌ A TRE PASSI DAL MARITO SCONFITTO COME NESSUNA MOGLIE DI PREMIER AVEVA MAI FATTO, NÉ QUELLA DI ANDREOTTI, CRAXI, CIAMPI, PRODI, BERLUSCONI, MONTI E LETTA, E COME NESSUNA DI LORO CI HA MESSO LA FACCIA, IL CORPO E IL CUORE A SOSTEGNO DEL MARITO CHE DA ROTTAMATORE SI È RITROVATO ROTTAMATO”

Melania Rizzoli per “Libero quotidiano”

 

AGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONIAGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI

Agnese era lì, nel salone di Palazzo Chigi, a tre passi di distanza dal marito premier sconfitto, mentre lui annunciava le sue dimissioni irrevocabili dalla guida del governo nella sua tragica notte del referendum. Agnese era lì, in piedi, dignitosa, composta e silenziosa,con le mani raccolte,vestita non con i pizzi di Scervino delle grandi occasioni ma in pantaloni neri e maglione chiaro a collo alto, come quando si sta in famiglia in inverno, lontano dagli impegni ufficiali,e come pronta a prendere per mano il marito e riportarlo a casa tra il calore degli affetti veri.

 

AGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONIAGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI

Agnese era lì, nella sede del governo, nel giorno più amaro di Matteo Renzi, illuminato dalle telecamere di tutte le reti televisive nazionali, mentre di fronte al podio lui pronunciava il suo discorso di addio. Agnese era lì, gli era accanto, esponendo la sua complicità di moglie, la sua condivisione di sentimenti, la sua indiscussa solidarietà, testimoniando come di solito solo le mogli vere sono le uniche destinate a stare vicino ai mariti nei momenti peggiori, di matrimonio, di vita o di malattia.

 

Agnese era lì, senza un sorriso, senza espressione, ma quella sua presenza in piedi, in quel salone, parlava più di tanti discorsi, di tante battute e diceva: «Io sono qui, ti sono vicina come sempre, ti aspetto, quando avrai finito ti accompagno a casa dai nostri figli, che la cena è pronta».

AGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI  AGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI

 

Agnese era lí, impassibile e a ciglio asciutto, lontana mille miglia dalle lacrime del ministro Maria Elena Boschi nella stanza accanto, lontana dalle polemiche rumorose del giglio magico sulla catastrofe referendaria, lontana dalle faide interne con a capo D' Alema e Bersani, lontana da quelli che avevano cantato vittoria sul filo di lana, ed anche lontana dalla valanga di No rovesciata dagli italiani addosso a Renzi.

 

Agnese era lí per Matteo, per suo marito, per il bullo di Rignano sicuro e spaccone che davanti a lei recitava con voce incrinata il suo ultimo discorso da capo del governo italiano.

AGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI AGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI

Agnese era lì non da first lady, ma da moglie e da madre, da compagna di vita dell' ex boy scout abituato a vincere, a prendersi quello che voleva con arroganza e spocchia, con coraggio e con violenza, dal ragazzo che calpestava le regole con disprezzo, che esercitava il potere acquisito ridicolizzando i ruoli degli amici di partito, che denigrava i suoi predecessori, che tentava di governare con un personalismo inesperto che lo ha condotto in un colpo solo alla sua catastrofe politica.

 

Agnese era lì, sorda agli sghignazzi festanti dei grillini in piazza, agli attacchi duri dei leghisti davanti ai microfoni, alla soddisfazione beata dei forzisti nel salotto di Bruno Vespa e ai sorrisi ironici della sinistra del Pd radunata nella sede di via del Nazareno.

Agnese era lì, a schiena dritta, con lo sguardo fisso sul marito e con il dolore ben nascosto, con la delusione mascherata, senza isterie, senza drammi e soprattutto senza parole.

AGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI   AGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI

 

Agnese era lì nel giorno della caduta, come nessuna moglie di premier aveva mai fatto fino ad oggi, né quella di Andreotti, di Craxi, di Ciampi,di Prodi, di Berlusconi, di Monti e di Letta, e come nessuna di loro ci ha messo la faccia, il corpo e il cuore a sostegno del marito che da rottamatore si è ritrovato rottamato.

 

Agnese era lì, di fronte all' Italia che ha detto No, di fronte ai consensi divenuti dissensi, di fronte al suo uomo fino a poco prima protagonista assoluto di un' invasione mediatica e di una campagna referendaria senza precedenti, di una battaglia dura, dai toni esasperati, di una lotta corale persa con l' onore dei vinti, e lei era lì immobile e impassibile di fronte ai giornalisti che vergavano frenetici il disonore da mandare nei titoli in prima pagina all' alba.

 

MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI   MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI

Agnese era lì, pacata e rassicurante, mentre in mente le scorrevano veloci le immagini degli ultimi mesi, le visite di Stato, i ricevimenti, le cene con la Merkel, le foto con gli Obama, le Leopolde affollate, un mondo finito, un sipario sceso all' improvviso, una scenografia cambiata e capovolta, più reale, dalla quale emergevano con forza solo le macerie dei recenti terremoti, i barconi zeppi di immigrati che continuano ad arrivare sulle nostre coste, le strade e i ponti che crollano sotto le alluvioni, i giovani senza speranza di lavoro, la ripresa economica promessa e mai arrivata e gli italiani che non ci credono più.

 

Agnese era lì per stare accanto a suo marito durante il suo ultimo discorso da presidente del Consiglio, il suo annuncio più sincero, per non fargli tradire l' emozione, per accoglierlo quando lui si è poi avvicinato a lei, quando le ha messo il braccio sulle spalle e si è lasciato portare via, per tornare a casa al riparo dai tanti nemici, dagli odi e dai rancori, come un marito qualunque, che si appoggia alla moglie quando ha bisogno, quando è smarrito, ma che le riconosce la forza femminile e il conforto sicuro. Agnese era lì.

Ultimi Dagoreport

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO