BUIO A MEZZOGIORNO - IN SICILIA PER 100 CAVALLI DI RAZZA ASSUNTI 40 OPERAI CHE PERÒ PASSANO BUONA PARTE DEL TEMPO A CASA GRAZIE A GENEROSI CERTIFICATI MEDICI - MA CHE CI VANNO A FARE 13 DIRIGENTI DELLA REGIONE CALABRIA IN BELGIO A SPESE DEI CONTRIBUENTI?

1.SICILIA 65 ASSUNTI PER 100 CAVALLI E UNA STATUA

Nino Sunseri per "Libero Quotidiano"

 

CROCETTACROCETTA

Certo che hanno una bella faccia tosta i Presidenti di Regione a polemizzare per i quattro miliardi di tagli imposti dal governo. Prima di protestare dovrebbero farsi un bell’esame di coscienza. Emergerebbe che probabilmente i tagli non sono così dolorosi come sostengono. Gli sprechi sono tanti e tanto evidenti che a farli venir via basterebbe una carezza. Altro che bisturi. È in questa classifica speciale della dissipazione è sempre la Sicilia a meritare un posto d’onore.

 

Come ha ricordato “Piazza Pulita” parlando di cavalli e cavalieri che nella tenuta di Ambelia, a quaranta chilometri da Catania, vengono mantenuti a spese del contribuente. Due milioni l’anno (cui vanno aggiunti 60mila euro l’anno del direttore e quattromila al mese al consiglio di amministrazione) per sostenere quaranta operai (che trascorrono buona parte del loro tempo a casa grazie a generosi certificati medici) e un centinaio di animali.

 

Fanno parte del programma di allevamento e «mantenimento delle razze equine e asinine autoctone siciliane con particolare attenzione al Purosangue Orientale». Una espressione tipica «del cavallo isolano».

Giuseppe Scopelliti Giuseppe Scopelliti

 

Chissà? Ma perché lo Stato italiano, nella sua articolazione regionale, deve allevare cavalli? Non si capisce. Va così dal 1884 quando ad Ambelia, allora di proprietà del Principe di Branciforti, venne collocato il Regio deposito stalloni del Ministero della Guerra. Per un’ottantina d’anni la tenuta venne considerata alla stregua di un istituto militare. Fino a quando, negli Anni ’60 la Regione subentrò alla gestione.

 

Perché accadde resta un mistero su cui, ormai è anche inutile indagare. In fondo avrebbero potuto vendere tutto già allora. Tre anni fa, finalmente, qualcuno a Palermo si ricordò dell’assurda appendice. La direttiva con la chiusura venne presa da Raffaele Lombardo (allora presidente) e, come spesso accade a Palazzo dei Normanni, immediatamente chiusa nel cassetto.

 

SCOPELLITI SCOPELLITI

Fino all’anno scorso con l’arrivo di Crocetta il quale non ci impiegò molto a capire l’insensatezza di tutta la vicenda. Partono i tagli e la Regione chiude i rubinetti. Da tutto a niente senza vie di mezzo.

 

Ora l’allevamento sopravvive come può con qualche stanziamento che, a singhiozzo arriva da Palermo in attesa di chiudere l’attività e vendere la tenuta cavalli compresi. È difficile trovare qualcuno disponibile ad accollarsi i quaranta palafrenieri dalla salute molto cagionevole..

 

2. MEZZA CALABRIA VA IN BELGIO A SPESE DEI CONTRIBUENTI

M. G. per "Libero Quotidiano"

 

In soccorso di quanti fossero rimasti a corto di argomenti alla voce sprechi delle Regioni e scarsa utilità delle medesime, ecco venire in soccorso la Calabria. Che, facendo mostra di un invidiabile sprezzo del ridicolo, regala a tredici fortunati una bella gitarella in Belgio. O, meglio, «una serie di incontri istituzionali con l’obiettivo di aprire nuovi scenari di dialogo e cooperazione europea in materia di turismo, cultura e impresa».

 

RAFFAELE LOMBARDO RAFFAELE LOMBARDO

La formulazione di cui sopra - presa dal sito istituzionale della Regione - suonerà sicuramente meglio, ma non sposta di una virgola la sostanza. A prendere parte alla delicata missione sono in tredici.

 

Tre dirigenti dell’ente locale (si tratta di Pasquale Anastasi, direttore generale del dipartimento Turismo, Sport e Spettacolo, di Sonia Tallarico, direttore generale del dipartimento Cultura, Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione Tecnologica, Alta formazione, e di Serena Angioli dirigente dei rapporti con le Istituzioni comunitarie del dipartimento Programmazione) e dieci dirigenti scolastici «in rappresentanza di tutto il territorio calabrese».

 

Se la ratio che ispira l’invio dei tre dirigenti può ancora apparire comprensibile, lo stesso non può dirsi per il resto della truppa (che senso ha mandare dieci presidi di scuola in rappresentanza di una regione?) La domanda delle domande è, tuttavia, un’altra: ma l’allegra combriccola, di preciso, cosa ci va a fare in Belgio?

 

RAFFAELE LOMBARDORAFFAELE LOMBARDO

Intanto a prendere parte ad una serie di cruciali incontri «con la Commissione europea e le autorità della regione belga della Vallonia promossi dalla sede della Calabria a Bruxelles», sede che per giustificare la propria esistenza qualcosa dovrà pure combinare. E questo è solo l’inizio.

 

Ai citati meeting seguiranno infatti «l’intervento della Regione alla Settimana della Lingua Italiana nel Mondo organizzata dal Consolato generale d’Italia», una serie di «riunioni bilaterali con funzionari della Direzione Generale Istruzione e Cultura e di quella Imprese e Industria della Commissione», «l’incontro con le autorità valloni nel corso del quale sarà disucsso un protocollo di intesa tra le due regioni» e «la partecipazione all’evento (di quale natura non è dato sapere, ndr) promosso dal Consolato d’Italia a Charleroi».

 

Tutti avvenimenti di indiscussa importanza e che giustificano ampiamente l’invio da parte della Regione della delegazione monstre di cui sopra.

ROSARIO CROCETTA ROSARIO CROCETTA

 

Anche perché - come si premura di sottolineare il comunicato ufficiale - «l’orizzonte in cui si inscrive la visita è duplice», mica singolare. «Da un lato si punta ad approfondire i potenziali profili di cooperazione della Calabria con altre regioni italiane ed europee tra cui la Vallonia, storica meta di immigrazione per gli italiani del Sud e dei calabresi e con la quale sono in corso di discussione sinergie in ambito turistico, culturale e dell’agroalimentare».

 

E dall’altro lato? «Si mira ad accrescere il flusso di informazioni dal territorio e verso il territorio riguardo le politiche e gli strumenti di finanziamento comunitari nei citati settori». Un lavoraccio. 

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...