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OCCHIO ALLA SIRIA: È LÌ CHE STA PER SCOPPIARE IL VERO BUBBONE MEDIORIENTALE – LE BASI AMERICANE NEL PAESE SONO STATE COLPITE UNA CINQUANTINA DI VOLTE DALLE MILIZIE FILO-IRANIANE E WASHINGTON HA RISPOSTO CON I RAID – I JET RUSSI ATTACCANO I JIHADISTI ASSERRAGLIATI A IDLIB, ULTIMO BASTIONE CHE RESISTE AL REGIME DI ASSAD. E I DRONI TURCHI DANNO LA CACCIA AI COMANDANTI CURDI CHE COOPERANO CON GLI USA – OBIETTIVO COMUNE DI TEHERAN, MOSCA E ANKARA È COSTRINGERE IL PENTAGONO A RITIRARE I SUOI 900 MILITARI DALLA SIRIA…

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

militari americani in siria

In Siria tutti bombardano tutti. I jet russi attaccano i guerriglieri jihadisti asserragliati a Idlib, ultimo bastione che resiste al regime di Assad, provocando cento tra morti e feriti. Quelli americani colpiscono le milizie filo-iraniane che prendono di mira le basi statunitensi presenti nel Paese. E nei giorni scorsi i droni turchi schierati nel Nord hanno distrutto la casa di un dirigente curdo delle Syrian Democratic Forces (Sdf), la formazione che combatte contro l’Isis al fianco degli Stati Uniti.

 

La guerra di Gaza sembra diventata il pretesto per un violento regolamento di conti in Siria. Ogni esercito persegue una sua strategia e ha i suoi obiettivi. Ma Teheran, Mosca, Damasco e, seppur in scala minore, persino Ankara sembrano avere un interesse convergente e prioritario: spingere il Pentagono a ritirare i suoi reparti dal Paese.

 

JOE BIDEN

In Siria restano novecento militari Usa, che assieme agli uomini delle Sdf presidiano alcune postazioni nelle regioni nord-orientali: sono l’ultimo contributo di Washington alla coalizione internazionale contro lo Stato islamico, che vede altri 2400 soldati impegnati in Iraq. Negli scorsi mesi, aerei e blindati russi hanno fronteggiato «con atteggiamento ostile» i movimenti del contingente statunitense e in un paio di questi duelli si è sfiorato lo scontro nei cieli.

 

Ma pure le forze di Erdogan e i loro alleati tribali che controllano l’area di Afrin non perdono occasione per dare la caccia ai comandanti curdi che cooperano con gli Stati Uniti […]

 

militari americani in siria

La partita chiave, però, è quella con l’Iran: un braccio di ferro che può condizionare l’intero Medio Oriente. Dal 17 ottobre le milizie sciite addestrate ed equipaggiate da Guardiani della Rivoluzione di Teheran hanno cominciato a colpire le installazioni americane.

 

Sono i volontari iracheni e afghani che assieme agli Hezbollah libanesi hanno permesso al dittatore Bashir Assad di sconfiggere la rivolta e riconquistare gran parte del Paese.

 

vladimir putin ali khamenei

Negli ultimi giorni stanno continuando a ricevere rinforzi e hanno lanciato un paio di ordigni contro Israele, riuscendo a centrare con un drone una scuola di Eilat, fortunatamente chiusa. La loro attenzione principale è rivolta contro i fortini americani in Siria e Iraq: dal 17 ottobre li hanno attaccati oltre cinquanta volte con razzi, droni, mortai e missili, causando 56 feriti leggeri per l’onda d’urto o le schegge.

 

Già tre volte gli stormi dell’Air Force sono entrati in azione per punire i terroristi sciiti. Nelle prime due, hanno evitato di provocare vittime ma domenica notte hanno alzato il tiro: nel raid degli F15E ci sono stati tra sei e nove morti. Nel mirino un quartiere generale dei pasdaran e un deposito di munizioni, che sarebbero continuate a esplodere per due ore.

militari americani in siria

 

«Queste incursioni sono state decise per eliminare la libertà d’azione dei gruppi responsabili delle aggressioni contro i nostri sold ati», ha detto il segretario alla Difesa, Austin Lloyd: «Gli attacchi devono finire e se non finiranno, non esiteremo a fare di nuovo quello che serve per proteggere le nostre truppe».

 

bashar al assad con vladimir putin

Secondo il New York Times , il Pentagono aveva proposto un’azione più incisiva ma la presidenza Biden non l’ha approvata, temendo di offrire agli ayatollah un casus belli per l’allargamento del conflitto. Il bombardamento però non ha spaventato i guerriglieri filo- iraniani, che ieri hanno risposto con altri quattro lanci di ordigni. […]

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