FORZA ITALICUM! INCASSATO L’APPOGGIO DEL BANANA, RENZI PUÒ DEDICARSI AI SUOI VERI NEMICI: LA MINORANZA PD DI BERSANIANI E SINISTRATI DI VECCHIO CONIO - CHI SI OPPONE ALLE RIFORME SARÀ BOLLATO COME “SABOTATORE DELL’ITALIA”

Francesco Bei per “la Repubblica

 

BERSANI LETTA RENZI BERSANI LETTA RENZI

«Adesso i frenatori spostano il tiro sull’Italicum: bene, vuol dire che sulla riforma del Senato si sono già rassegnati». Matteo Renzi è fatto così, la nuova pioggia di critiche che arriva dalla sinistra del partito quasi lo galvanizza. L’irritazione per i «frenatori» delle riforme si trasforma in una rinnovata spinta al processo in corso a Palazzo Madama. Un impulso che passa, necessariamente, per una blindatura del patto con Berlusconi. Renzi e Berlusconi, dopo la visita dell’ex Cavaliere a Palazzo Chigi, si sono infatti parlati di nuovo. Stavolta per telefono.

 

È accaduto giovedì sera, dopo la drammatica assemblea dei parlamentari forzisti. Tutte quelle voci fuori dal coro, specie da parte dei senatori azzurri (voti decisivi per impedire i «ricatti» dei bersaniani), hanno infatti innalzato il livello di allarme a Palazzo Chigi. «Forza Italia tiene?» Il premier l’ha chiesto a Denis Verdini, ma a sorpresa l’ambasciatore forzista gli ha passato «qualcuno che ti può dare, meglio di me, le rassicurazioni che stai cercando».

 

HAPPY PD DALEMA RENZI BERSANI FRANCESCHINI FINOCCHIARO HAPPY PD DALEMA RENZI BERSANI FRANCESCHINI FINOCCHIARO

Era Berlusconi, ovviamente, stanco per la lunga e caotica riunione della Sala della Regina. «Matteo, ne ho appena riparlato con i nostri capigruppo. Noi ci stiamo, il patto per me è valido. Io ho una parola sola». Ma il premier ha chiesto un gesto in più, una presa di posizione ufficiale, oltre a quelle di Romani e di Toti, per rimettere in riga i ribelli di Minzolini e Fitto.

 

Qualcosa di inappellabile, che provenisse dal gran capo in prima persona. «Mi sembra giusto, adesso ci rifletto». Così è stato, il comunicato ufficiale di Berlusconi è arrivato ieri. Per il leader forzista la discussione è chiusa, a questo punto non c’è nemmeno bisogno di convocare di nuovo tutti i parlamentari per riaprire lo sfogatoio. Basterà un ufficio di presidenza a sancire la decisione presa.

 

bersani renzi bersani renzi

O magari nemmeno quello.Stretti i bulloni del patto con Berlusconi, Renzi si è potuto dedicare al fronte interno. Impostando la strategia in una riunione ieri pomeriggio con Lorenzo Guerini, Luca Lotti e il ministro Boschi. Al premier infatti quelle accuse del suo predecessore non sono piaciute affatto. Bersani che gli affibbia l’etichetta di “Grande Nominatore” per voler portare a casa una legge elettorale che gli darà potere assoluto sulle liste elettorali.

 

La critica per lo «squilibrio democratico» che si verrebbe a creare sulle istituzioni di garanzia, l’affondo sulle liste bloccate. «Non possiamo lasciar correre», ha deciso Renzi. Il contrattacco si svilupperà in più stadi. Ieri è arrivato l’avvertimento di Guerini. Martedì, in un’assemblea congiunta di deputati e senatori dem, alla vigilia dell’arrivo in aula del ddl Boschi, a parlare sarà direttamente il premier. Un discorso duro, sostanzialmente già impostato. Da martedì i «frenatori» diventeranno forse anche «sabotatori».

renzi e luca lottirenzi e luca lotti

 

Non delle riforme Renzi, ma dell’Italia. Un renziano del cerchio stretto la spiega in questo modo: «Noi stiamo giocando una partita vitale e strategica in Europa per chiedere maggiore flessibilità E Matteo ha dato la sua parola alla Merkel che, in cambio, le riforme finalmente arriveranno. A partire da quella del Senato. Riforme in cambio di flessibilità, è questo il vero patto tra noi e Berlino. Chi ci ostacola sulle riforme a questo punto sta mettendo in gioco la possibilità che l’Italia esca dalla crisi».

Lorenzo Guerini e Guglielmo Epifani Lorenzo Guerini e Guglielmo Epifani

 

Certo, poi c’è anche il merito di alcune modifiche che potranno essere introdotte. Boschi, Finocchiaro e Guerini infatti riconoscono in privato che il progetto costituzionale contiene qualche fragilità sul piano delle garanzie. E su questo si agirà con dei correttivi, ad esempio allargando la platea dei grandi elettori del capo dello Stato ai 73 eurodeputati (eletti con il proporzionale puro) o prevedendo maggioranze qualificate.

 

Ma sulla legge elettorale i margini di cambiamento sono minimi, a dispetto delle richieste della sinistra Pd e di un alleato come l’Ncd. Sull’introduzione delle preferenze infatti Berlusconi è irremovibile. E l’intesa a mandare avanti la riforma del Senato prevede, in cambio, la promessa di Renzi di non rendere scalabile Forza Italia.

Pierluigi Bersani Roberto Speranza Alfredo D Attorre Pierluigi Bersani Roberto Speranza Alfredo D Attorre

 

Semmai, per venire incontro alle richieste dei democratici e togliersi di dosso l’accusa bersaniana di essere un «Grande Nominatore », il premier e la sua squadra stanno pensando di aggirare il problema in un altro modo. Un’ipotesi sarebbe quella di garantire l’elezione ai capilista, lasciando libera la corsa alle preferenze solo per chi viene dietro. Una soluzione immaginata tempo fa da Alfredo D’Attorre, che consentirebbe a Berlusconi di controllare gli eletti.

RENZI E BERLU C RENZI E BERLU C

 

Ma la soluzione che piace più a Renzi è un’altra, in linea con la tradizione dem: primarie di partito per entrare in lista, obbligatorie per legge. E Berlusconi? L’idea è quella di inserire una norma transitoria che, solo per il primo rinnovo del Parlamento, lascerebbe i partiti liberi di farle o meno. «Primarie facoltative » dunque, almeno la prima volta. E comunque qualcosa su questo fronte si sta muovendo anche dentro Forza Italia. Laura Ravetto, incaricata un paio di settimane fa dal leader di scrivere un regolamento per le primarie di centrodestra (chieste a gran voce da Lega e FdI), ha presentato il suo lavoro a Berlusconi. In attesa che se ne discuta in un ufficio di presidenza.

 

Ultimi Dagoreport

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATO, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO

carlo freccero dago ferragni fagnani de martino meloni giambruno

TE LO DO IO IL 2024! - CARLO FRECCERO: “NELL’EPOCA DELLA NOTIZIA TAROCCATA, IL GOSSIP RAPPRESENTA IL PRESENTE DELL’INFORMAZIONE. E DAGOSPIA VINCE (IL 2024 È L’ANNO DEL SUO MAGGIORE SUCCESSO)’’ – ‘’ IDEOLOGIE NELLA POLVERE, IDEE NEL CASSETTO, IDEALI NEI CASSONETTI. ANCHE LA POLITICA È CONIUGATA A PARTIRE DAL GOSSIP. I DUE FAMOSI FUORIONDA DI GIAMBRUNO IN CALORE SONO DIVENTATI UN EVENTO POLITICO - DI FRONTE AL NUOVO DISORDINE MONDIALE, LA TELEVISIONE HA CHIUSO FUORI DALLA PORTA LA CRUDA REALTÀ E L’HA SOSTITUITA CON IL MONDO REALITY, IN CUI NULLA È SERIO, TUTTO È ARTIFICIO - OGGI IL VERO MISTERO DEL MONDO DIVENTA IL VISIBILE, NON L’INVISIBILE. E, COME BEN SAPPIAMO, TUTTO CIÒ CHE NON VIVE IN TELEVISIONE NON HA UNA DIMENSIONE REALE”

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)

angelo bonelli nicola fratoianni giorgia meloni simona agnes

FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA VITTIMA: AVS! NICOLA FRATOIANNI SI È ADIRATO PER L’ARTICOLO DI “REPUBBLICA” SUL POSSIBILE INCIUCIONE DELL’ALLEATO, ANGELO BONELLI, CON LA DESTRA. E HA MESSO AL MURO IL LEADER VERDE SBIADITO: NON TI PERMETTERE DI FARE UN’INTESA CON IL NEMICO, O SALTA TUTTO – I RAS MELONIANI DELLA RAI CI AVEVANO GIÀ PROVATO CON GIUSEPPE CONTE E IL M5S, MA LA FRONDA INTERNA DI CHIARA APPENDINO SI È MESSA DI TRAVERSO…