
FOLLOW THE MONEY – L’INDAGINE SULLA PRESUNTA CORRUZIONE PERPETRATA DAI LOBBISTI DI HUAWEI AL PARLAMENTO EUROPEO ARRIVA NEL NOSTRO PAESE: LA PROCURA BELGA CHIEDERA’ L’ASSISTENZA GIUDIZIARIA DEI PM ITALIANI – TRA GLI OTTO FERMATI, OLTRE ALL’ITALO-BELGA VALERIO OTTATI, C’È IL PORTOGHESE NUNO WAHNON MARTINS, EX ASSISTENTE DELL’EUROPARLAMENTARE E CAPODELEGAZIONE DI FORZA ITALIA, FULVIO MARTUSCIELLO (NON INDAGATO), IL QUALE NEGA DI AVERE RICEVUTO PRESSIONI DEL COLOSSO CINESE DELLE TELECOMUNICAZIONI – È CACCIA AI SOLDI DELL’AFFARE. NEL MIRINO SONO FINITE UNA SERIE DI TRANSAZIONI FINANZIARIE CHE MARTINS AVREBBE FATTO NEGLI ULTIMI MESI…
1. CASO HUAWEI, TRA GLI OTTO FERMATI UN EX ASSISTENTE DI MARTUSCIELLO
Estratto dell’articolo di Alessio Gemma e Giuliano Foschini per “la Repubblica”
L’indagine è in Belgio. La cassa potrebbe essere in Portogallo. E parte di quel denaro potrebbe essere stato speso per deputati italiani. L’indagine della procura federale belga sulla presunta corruzione perpetrata dai lobbisti del colosso delle telecomunicazioni cinesi Huawei si muove su più tavoli. Ma soprattutto in diverse nazioni.
Ieri le otto persone fermate, tra cui il lobbista italo-belga Valerio Ottati, 41 anni, che dopo due legislature come assistente parlamentare, nel 2019 era entrato a far parte di Huawei, sono stati interrogati da magistrati e poliziotti belgi. Che continueranno a porre domande anche oggi. Al termine degli interrogatori i magistrati decideranno se arrestarli oppure rilasciarli. […]
[…] in Francia è stato fermato Nuno Wahnon Martins, portoghese, ex assistente parlamentare, lobbista apparentemente senza alcun collegamento con Huawei, ma uno dei pezzi principale dei puzzle secondo gli inquirenti belgi. Come racconta il giornale portoghese Expresso, nel mirino sono finite una serie di transazioni finanziarie che l’uomo avrebbe fatto negli ultimi mesi e che sarebbero legate direttamente all’attività di Huawei.
Whannon Martins lavora da anni nel Parlamento europeo, dove è iscritto al Registro per la trasparenza come lobbista. Ma negli anni scorsi ha lavorato come assistente, tra gli altri del deputato e capodelegazione di Forza Italia, Fulvio Martusciello, uno di quelli secondo gli investigatori che avrebbe ricevuto le pressioni di Huawei.
Pressioni che ieri Martusciello a Repubblica ha però seccamente smentito: «Dopo lo stop alla tecnologia cinese sul 5G abbiamo sempre respinto ogni richiesta di appuntamento ». Il riferimento è alla decisione di Bruxelles, del 15 giugno, di raccomandare ai paesi membri di escludere Huawei e Zte dalle loro reti perché ritenuti fornitori con “rischi materialmente più elevati rispetto ad altri”.
Sui rapporti con Ottati, Martusciello è convinto: «L’avrò visto due-tre volte, girava in Parlamento. Lavorava credo per altri due eurodeputati ». Poi estrae dalla tasca il cellulare, apre Whatsapp e mostra le ultime conversazioni con Ottati: «Mi invitava ma io non rispondevo o scrivevo “Mi dispiace, non posso. Abbiamo il congresso a Napoli del Ppe”». Esclude di aver ricevuto regali. Si era parlato anche di biglietti della partita dell’Anderlecht. «Ma ce lo vedete un napoletano che va a vedere l’Anderlecht?», scherza l’eurodeputato.
Che però risulta tra i firmatari di una lettera considerata cruciale nell’indagine: viene spedita il 4 gennaio del 2021 ai vertici Ue per stigmatizzare la posizione “politicizzata” della Ue sul 5G, condannando l’atteggiamento di “alcuni Stati membri che volevano vietare l’uso di dispositivi 5G stranieri per secondi fini e paure infondate di rischi per la sicurezza nazionale”.
Intanto il Parlamento europeo si è dato subito nuove regole. Da ieri le porte del palazzo di Bruxelles sono sbarrate ai lobbisti di Huawei “con effetto immediato” e “a titolo precauzionale”. Parlamento e commissione hanno dato indicazioni di interrompere ogni rapporto con l’azienda cinese “fino a nuovo ordine”. […]
2. EUROGATE, SI STRINGE IL CERCHIO SUI FORZISTI PM ITALIANI ALLERTATI
Estratto dell’articolo di Gianni Rosini per “il Fatto Quotidiano”
Mentre si stringe il cerchio degli investigatori intorno alla delegazione di Forza Italia a Bruxelles (ieri è stato fermato il portoghese Nuno Wahnon Martins, assistente parlamentare dal 2014 al 2019 dell’attuale capogruppo Fulvio Martusciello), fonti del Fatto ora spiegano che, sul nuovo “Eurogate” che coinvolge i lobbisti della società telefonica cinese Huawei, la Procura federale belga chiederà l’assistenza giudiziaria dei pm italiani.
Ed è un passo non da poco. Significa che le procure allertate potranno analizzare il fascicolo federale, decidere di aprire indagini autonome e, soprattutto, eseguire provvedimenti (perquisizioni, interrogatori o misure cautelari) eventualmente richiesti dai magistrati federali.
[...] Nel mirino ci sono una quindicina di eurodeputati, tra cui alcuni italiani. Giovedì mattina c’è stato il primo giro di perquisizioni. La gendarmeria ha fatto visita a 21 indirizzi nella Capitale belga e sede delle istituzioni Ue, in gran parte legati a Huawei. Tra i principali indagati c’è l’italo-belga Valerio Ottani, direttore dell’ufficio della società cinese a Bruxelles dal 2019 e prima ancora assistente parlamentare in varie delegazioni (tra cui Pd e Forza Italia).
[...] Per gli investigatori, i dipendenti Huawei avrebbero intrapreso un’attività di lobbying piuttosto aggressiva nei confronti degli eurodeputati, fatta di inviti a eventi, bonifici – alcuni transitati per il Portogallo – pranzi, viaggi, soggiorni in hotel e biglietti per le partite di calcio; benefit che i deputati avrebbero dovuto dichiarare.
L’arresto del portoghese Martins è un tassello importante nella ricostruzione dell’indagine. Il suo nome è associato anche a uno studio legale di Lisbona, Latin Legal Advisors, che però al quotidiano Sic Noticias si è detto estraneo alla vicenda. Martins per anni è stato rappresentante del Congresso ebraico europeo e ha fatto parte dello staff di Martusciello, tra l’altro quando il forzista presiedeva la commissione parlamentare per i rapporti con Israele.
Intanto ieri la Gendarmeria si è presentata di nuovo al Parlamento di Bruxelles. Agli uffici sono state richieste le password di sistema e l’accesso ai registri per scaricare atti e presenze. Ci sono solo due stanze con i sigilli. Una è quella di un assistente formalmente assegnato al forzista Marco Falcone – estraneo all’indagine – ma a disposizione di tutta la delegazione guidata da Martusciello.
L’eurodeputato napoletano, che non risulta indagato, è il primo firmatario di una missiva del 4 gennaio 2021, finita agli atti dell’inchiesta, in cui 8 deputati chiedevano all’allora commissaria Margrethe Vestager di non discriminare le società extra-Ue che volessero partecipare alle gare per la tecnologia 5G. Per gli inquirenti il chiaro riferimento era a Huawei, su cui all’epoca si stava per abbattere il ban europeo, sulla scorta di quanto avevano già fatto gli Usa (presidente era Donald Trump).
Oltreché da Martusciello, la lettera è firmata da altri quattro deputati Ue italiani: il campano Giosi Ferrandino (non è più a Bruxelles), il molisano Aldo Patriciello (ex FI ora con Vannacci), il siciliano Giuseppe Milazzo (ex FI, ora in FdI) e l’altoatesino Herbert Dorfmann (Svp). Nessuno di loro risulta indagato, ma ora gli investigatori federali vogliono verificare se la lettera sia frutto anche della mediazione di Nuno Martins.
Capo delegazione di Forza Italia a Bruxelles in quel momento era l’attuale vicepremier Antonio Tajani, la cui posizione ultra atlantista e, a tratti, perfino anti cinese, è nota da anni. [...]