BRINDISI DI SANGUE - TRA LE NUOVE IPOTESI IL KILLER HA SOLO ESEGUITO UN ORDINE: L’UOMO POTREBBE NON ESSERE DEL POSTO O AVERE DEI COMPLICI - LE BOMBOLE DI GAS GPL ACQUISTATE FUORI CITTÀ - LA PRESIDE VALERIA VITALE: “UNA VOLTA ARRIVÒ UNA TELEFONATA DALLE CASE QUI DAVANTI, DI UN UOMO FURIBONDO PERCHÉ I RAGAZZI FACEVANO CHIASSO IN CORTILE. MA ERA TANTO TEMPO FA”…

1 - IDENTIKIT DIFFUSO IN TUTTA ITALIA L'IPOTESI: KILLER VENUTO DA FUORI Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

«È alto tra 1,65 e 1,68, è di corporatura robusta, nel filmato indossa occhiali da vista, tiene la mano destra nella tasca e agisce con la sinistra, potrebbe avere tra i 50 e i 60 anni». L'identikit dell'uomo che schiaccia il telecomando e fa esplodere le bombole davanti alla scuola «Morvillo Falcone» a Brindisi è stato inviato a tutte le questure e le stazioni dei carabinieri d'Italia. E tanto basta per comprendere che l'inchiesta è in una fase di stallo con centinaia di segnalazioni arrivate negli ultimi due giorni e pochissime certezze, tanto che ancora non si sa se l'attentatore fosse solo oppure avesse dei complici.

Dubbi confermati dal ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri quando, nella sua relazione in Parlamento, sottolinea proprio la possibilità che più persone abbiano partecipato all'azione ed evidenzia come «pur non conoscendo il movente e la mano, sicuramente l'effetto scaturito dall'evento è stato terroristico, nel senso pieno e letterale del termine».

Terrore e morte causati da un gesto assurdo e terribile, dalla mano che attiva il congegno. Si parte da lì, da quel fotogramma agghiacciante, per riavvolgere il film della strage e trovare i colpevoli. È l'unica vera prova nelle mani degli investigatori. Il resto sono piccoli tasselli che si fa fatica a mettere insieme e far combaciare.

I carabinieri del Ris e i poliziotti della Scientifica hanno evidenziato i tratti del volto accentuandone i contrasti per renderlo maggiormente riconoscibile. Interventi in alta definizione per mettere a fuoco i dettagli che hanno consentito di estrapolare tre diverse immagini da confrontare con le centinaia di foto segnaletiche custodite negli archivi.

Ed è stata la stessa titolare del Viminale a confermare come siano in corso «ulteriori e intense attività d'indagine con il supporto del patrimonio informativo delle banche dati». Una ricerca spasmodica che si allarga a tutto il Paese perché non è affatto certo che l'uomo sia di Brindisi. E comunque è presumibile che abbia lasciato la città subito dopo lo scoppio. Ma come?

I due video registrati dalle telecamere piazzate sul chiosco di fronte alla scuola mostrano le fasi dell'agguato e consegnano agli esperti alcuni elementi importanti per le indagini. Nella prima parte si vede l'uomo che arriva e mentre cammina alza il braccio sinistro. Poi continua a camminare e si ripara dietro il chiosco.

Attende il boato nascosto dietro il capanno senza vedere che cosa sta accadendo. Ci rimane circa 50 secondi, il tempo necessario perché l'impulso attivi il congegno che serve da detonatore. Poi, subito dopo l'esplosione, gira l'angolo e va via, incurante delle conseguenze del suo gesto. Sembra perdersi nel nulla, nessun'altra telecamera sembra aver catturato la sua fuga.

Mentre si allontana l'uomo non volge mai lo sguardo verso la scuola. Si comporta come se non gli interessasse. È una suggestione, ma anche su questo adesso si concentra l'attenzione degli investigatori. Perché tra le prime ipotesi formulate c'è quella della vendetta contro l'Istituto o forse contro una delle ragazze, ma con il trascorrere dei giorni nulla può più essere scartato. Neanche la possibilità che l'uomo abbia agito eseguendo un ordine e dunque il suo compito fosse soltanto quello di lasciare al più presto la piazza senza preoccuparsi di nient'altro.

Del resto non c'è alcuna certezza che fosse proprio lui la persona vista nella notte mentre trascina il bidone della spazzatura e lo piazza vicino alla «Morvillo Falcone». La ragazza che l'aveva notato ha parlato di una persona vestita con una tuta, in «maniera trasandata», ma non ha saputo fornire alcun elemento sulla fisionomia. E allora, se gli attentatori sono due, è difficile continuare a inseguire la pista del gesto folle. A meno che non si tratti di parenti stretti: un padre e un figlio, due fratelli.

«Se non si tratta di eversione - ragiona un investigatore - soltanto un legame di sangue può unire due persone nella pianificazione di un piano così tremendo. Due persone che devono aver sviluppato un odio tanto feroce da agire senza preoccuparsi di uccidere persone innocenti». Lo dice e poi si ferma perché è un'ulteriore congettura in un'indagine che in tre giorni si è già trasformata in un rompicapo. «Abbiamo la foto, non possiamo fallire», ripetono poliziotti e carabinieri. Ma sanno che la caccia potrebbe essere ancora molto lunga.

2 - COMPRATE FUORI CITTÀ LE TRE BOMBOLE «È UN LAVORO LUNGO»...
Fabrizio Caccia per il "Corriere della Sera"

Se dopo 100 ore dalla strage, con tutta la pressione che c'è, la città ancora non ha «cantato», vuol dire che a Brindisi il killer è sconosciuto: di questo sembrano essersi convinti gli inquirenti. Verrebbero da fuori pure le tre bombole di gpl usate per l'attentato: a nessuno dei negozi della zona risultano, infatti, i codici trovati sui resti dei contenitori. Insomma, buio fitto. E il cerchio delle indagini si allarga: adesso si punta anche fuori città. I 200 uomini interforze, coordinati dal procuratore distrettuale antimafia Cataldo Motta e dal pm brindisino Milto de Nozza, però non demordono.

«Comincia il lavoro lungo», ha detto ieri il pubblico ministero. Così, sono state formate 10 squadre, ognuna con un compito diverso: analizzare i video delle telecamere; risalire alla provenienza delle bombole e del cassonetto; studiare l'innesco, i Dna e le impronte rinvenute nella zona del chiosco.

E ancora: ricostruire la possibile via di fuga dalle «Case Rosa»; e chi c'era sul bus partito da Mesagne insieme a Melissa, per capire se era un altro il bersaglio; approfondire poi le segnalazioni dei cittadini; battere la pista della scuola e infine lavorare sulle cartelle cliniche degli invalidi civili, alla ricerca di una corrispondenza con l'identikit dell'uomo della bomba. A proposito della scuola, la direttrice amministrativa, Valeria Vitale, ricorda: «Una volta arrivò una telefonata dalle case qui davanti, di un uomo davvero furibondo perché i ragazzi facevano chiasso in cortile. Ma era tanto tempo fa...».

 

 

MELISSAATTENTATO A BRINDISIIL KILLER DI BRINDISICANCELLIERI, SEVERINO A BRINDISIMINISTRO ANNA MARIA CANCELLIERI Mesagne Chiesa Matrice mesagne piazza porta grande comune di mesagne Castello Mesagne

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…