LE TOGHE MOLLANO I GIORNALISTI – PIGNATONE E BRUTI LIBERATI PROPONGONO DI PUBBLICARE SOLO LE ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE – TUTTO IL RESTO SEGRETO FINO ALL’INIZIO DEL PROCESSO – MULTE SALATE PER EDITORI E CRONISTI

Liana Milella per “la Repubblica

 

Bavaglio sulle intercettazioni pubblicate sui giornali finché non arrivano al processo. E multe super salate per chi si arrischia a pubblicarle. Non solo. I giornalisti potranno raccontare su carta e tv solo quanto è contenuto nelle ordinanze di custodia. Tutto il resto, perfino la richiesta del pm di solito più generosa di dettagli, nonché le informative delle polizia e i brogliacci delle intercettazioni, pur depositati per gli avvocati, non potranno finire sui giornali.

 

giuseppe pignatonegiuseppe pignatone

Carte pubbliche dunque, sulle quali si pronunceranno i giudici del riesame, ma inspiegabilmente segrete per la stampa. In epoca di corruzione dilagante, l’opinione pubblica conoscerà con mesi e mesi di ritardo il contenuto delle inchieste. Se l’ordine sarà aggirato rischiano la multa i giornalisti, o ancora meglio gli editori.

 

Non è il carcere per i giornalisti, che pure ha proposto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, ma un bavaglio ipotizzato, davanti alla commissione Giustizia della Camera, dai due più importanti procuratori della Repubblica in Italia, quello di Milano Edmondo Bruti Liberati e quello di Roma Giuseppe Pignatone.

 

I due hanno concordato la proposta che rivoluziona l’equilibrio esistito finora tra magistrati e giornalisti da una parte e politica dall’altra. Le toghe interessate a non perdere un importante strumento per accertare i reati, la stampa intenta a evitare il bavaglio sulla possibilità di raccontare cosa c’è nelle inchieste. Da ieri i pm vanno per conto loro e stendono un tappeto rosso sotto i piedi di Renzi che vuole cambiare le regole della pubblicabilità «entro il 2015».

 

EDMONDO BRUTI LIBERATI EDMONDO BRUTI LIBERATI

Si battono perché non venga toccato il loro potere di intercettare, ma buttano a mare la stampa minacciando, proprio come accade nelle futura legge della diffamazione, il rischio di multe da migliaia di euro. In un’epoca di grande crisi economica per i giornali, c’è da credere che una legge sulle super multe seminerà il panico tra gli editori, i quali addirittura, secondo Bruti e Pignatone, potrebbero rispondere in prima persona delle intercettazioni pubblicate.

 

Il parterre in cui parlano i due alti magistrati è la commissione Giustizia di Montecitorio, davanti alla presidente Pd Donatella Ferranti, che sta facendo camminare il ddl del Guardasigilli Andrea Orlando sul processo penale, nel quale c’è anche la delega al governo sulle intercettazioni.

intercettazioni-telefoniche-fotogramma-258.jpegintercettazioni-telefoniche-fotogramma-258.jpeg

 

Sì, una delega, perché l’Esecutivo vuole andare per le spicce, ottenere la delega, e approvarla evitando il dibattito parlamentare su un tema così caldo. Bruti e Pignatone, ma anche il collega di Palermo Franco Lo Voi, escogitano la brillante idea di rendere pubblicabile solo il materiale delle ordinanze, vietando invece tutto il resto. Il danno, dal punto di vista dell’informazione, è enorme.

 

Basti pensare alle ultime inchieste, da quella di Napoli su Ischia, a quella di Firenze sugli appalti, a Mafia Capitale, per arrivare ai casi Expo e Mose. Sempre, oltre l’ordinanza, i giornalisti hanno lecitamente letto e quindi pubblicato il materiale contenuto nella richiesta del pm, le intercettazioni, le carte delle polizie che stanno alla base dell’inchiesta.

 

intercettazioniintercettazioni

Un controllo democratico importante, che spesso ha suscitato anche polemiche per una verifica tra quanto chiesto dal gip e l’effettivo materiale a disposizione di inquirenti e magistrati. Adesso ecco la stretta che, se accettata dalla politica, potrebbe rinviare al processo la completa discovery. L’importante, per le toghe, è che nessuno tocchi il potere di intercettare. Se poi la stampa e la gente non sanno perché chi se ne importa.

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…