INTERDETTI SULLE INTERCETTAZIONI - RIMANDATA LA RIFORMA SULLE ‘CIMICI’: IL TEMA È ANCORA UN CAMPO MINATO - NIENTE CASSAZIONE DOPO DUE ASSOLUZIONI

Ugo Magri per “La Stampa

 

Andrea OrlandoAndrea Orlando

Ai sei vagoni che compongono la riforma della giustizia, il governo ha aggiunto in extremis una settima carrozza. Si tratta del disegno di legge-delega sulle intercettazioni, materia politicamente esplosiva. L’ha preteso con forza Ncd (è un vecchio pallino del centrodestra), e dopo un tira-e-molla Renzi ha dato via libera con grande giubilo di Alfano. Al premier, in fondo, interessa che il treno sia partito puntuale, e che in testa al convoglio ci sia il decreto-legge sullo smaltimento delle cause civili, molto applaudito da commercianti e artigiani di Rete Impresa Italia. Il congegno per abbattere la montagna di arretrati si chiama (parola orrenda) «degiurisdizionalizzazione».

 

In pratica, spiega il ministro Orlando, d’ora in poi «arriverà davanti al giudice solo quello che è strettamente indispensabile», su tutto il resto si cercheranno strade alternative.

intercettazioniintercettazioni

 

Senza discussioni particolarmente animate il Consiglio dei ministri ha varato pure il «pacchetto» penale, che comprende 1) norme più severe contro falso in bilancio e autoriciclaggio, viste come fumo negli occhi da Forza Italia (c’è ancora qualche vite da stringere per quanto riguarda le piccole imprese); 2) tempi più lunghi per la prescrizione che si interromperà con il processo di primo grado, ma con un tetto massimo di due anni per l’appello; 3) eliminazione del «filtro» preventivo che di fatto rende i magistrati civilmente irresponsabili per i loro errori («Chi sbaglia paga, una regola di buonsenso», spiega il premier Matteo Renzi).

MAGISTRATI MAGISTRATI

 

E poi 4) riforma della magistratura onoraria e dei giudici di pace; 5) regole più stringenti per ricorrere in appello contro le sentenze penali. Qui bisogna attendere il testo definitivo perché, se verranno confermate nero su bianco le voci da dentro il Consiglio, si sarebbe stabilito che non si potrà bussare in Cassazione dopo due sentenze identiche nei primi gradi di giudizio (la cosiddetta «doppia conforme») tranne che il ricorso sia a vantaggio dell’imputato. In altre parole, dopo due sentenze di assoluzione il tormento finisce lì, in caso di condanna invece è ammessa una terza puntata.

 

Ma la vera novità tocca le intercettazioni. Al momento sono stati definiti soltanto i criteri guida della riforma: questo del resto prevede la legge-delega. Starà poi al governo darvi attuazione per decreto, una volta che il Parlamento avrà concesso via libera. Il testo approdato in Consiglio dei ministri nasce da un confronto molto costruttivo tra il Guardasigilli, Orlando, e l’alfaniano Costa che è il suo vice al dicastero. Rispetto alle bozze originarie risultano espunte quelle che (dal punto di vista Ncd) potevano rappresentare «mine pericolose sui binari».

 

RENZI ALFANORENZI ALFANO

Nel punto primo del ddl si stabilisce che la privacy dei soggetti intercettati venga tutelata «attraverso prescrizioni che incidano anche sulle modalità di utilizzazione cautelare dei risultati delle captazioni, e che diano una precisa scansione procedimentale all’udienza di selezione del materiale intercettativo». Tradotto nel linguaggio comune, significa che in futuro le sbobinature dei colloqui non verranno più allegate alle ordinanze cautelari, al massimo ne verrà riassunto il senso. E gli avvocati, se vorranno andare più a fondo, dovranno consultare le trascrizioni in un’apposita sede.

 

Su suggerimento di alcuni magistrati in prima linea, la cosiddetta «legge Falcone» che permette di intercettare i mafiosi senza troppi vincoli verrà estesa ai reati contro la pubblica amministrazione. Ma pure in questo caso, bisogna attendere la formulazione letterale e definitiva del testo. Perché saranno previste mille cautele per evitare all’Italia un’invasione di «cimici».

 

TRIBUNALE DI MILANO
TRIBUNALE DI MILANO

 

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