juncker gentiloni

AHO, DATEVE ‘NA DECISA: LA BCE PREVEDE UN RALLENTAMENTO DELLA CRESCITA. PER LA COMMISSIONE UE, INVECE, RESTA SOSTENUTA PURE NEL 2018 E '19 – GUARDA CASO, LA PECORA NERA RESTA L’ITALIA. S’E’ SVEJATO MOSCOVICI: GENTILONI E PADOAN NON HANNO FATTO UN CAZZO!

 

1. BRUXELLES ASPETTA IL NUOVO GOVERNO IL 23 MAGGIO

Da Ansa

 

padoan moscovici

Gli sforzi strutturali fatti dall'Italia per il 2018 "sono pari a zero, questi sono fatti che emergono dalle nostre previsioni e possiamo anche trarne delle conclusioni in termini di sorveglianza dei conti ma non è una lezione da trarre oggi, ne parleremo nel pacchetto di primavera" del 23 maggio: lo ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici rispondendo a chi gli chiedeva se l'Italia avesse fatto lo sforzo di 0,3% che la Ue aveva chiesto al Governo.

 

"No comment" sulla politica italiana ma "mantengo la speranza che l'Italia resti al centro della zona euro e che continui a rispettare le regole che tutti abbiamo concordato": lo ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici rispondendo a una domanda sull'Italia.

 

2. DEFICIT MEDIO EUROPEO ALLO 0,7%, MENO DELLA META' DI QUELLO ITALIANO

Beda Romano per Il Sole 24 Ore

 

tajani gentiloni da Juncker

Nonostante i segnali deludenti delle ultime settimane, la Commissione europea continua a prevedere una crescita sostenuta nella zona euro, anche nel 2018 e 2019, pur ammettendo pericoli all'orizzonte. Lo sguardo corre al proteziosnismo commerciale. In Italia, la situazione rimane incerta. Lo stallo politico, a due mesi dalle elezioni legislative, potrebbe «rendere i mercati più volatili, influenzando la fiducia dell'economia e il premio di rischio».

 

«L'Europa continua a beneficiare di una crescita robusta che ha permesso alla disoccupazione di calare ai minimi degli ultimi dieci anni», ha detto il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici in conferenza stampa a Bruxelles. «Gli investimenti sono in crescita, mentre le finanze pubbliche stanno migliorando. Il deficit aggregato della zona euro dovrebbe scendere quest'anno allo 0,7% del prodotto interno lordo. Il rischio più grande è il protezionismo».

 

juncker gentiloni draghi

La Commissione europea ammette però che i rischi per il futuro dell’economia sono ora «al ribasso». Oltre al rischio di protezionismo, provocato tra le altre cose dalla politica commerciale dell’amministrazione Trump, Bruxelles guarda anche alla possibilità che la Riserva Federale negli Stati Uniti possa stringere il credito più rapidamente del previsto dinanzi a un potenziale surriscaldamento dell'economia. Una tale possibilità peserebbe sulla congiuntura internazionale ed europea.

 

Secondo i dati pubblicati oggi dall’esecutivo comunitario, l’economia della zona euro dovrebbe crescere del 2,3% nel 2018 e del 2,0% nel 2019 a causa di un leggero rallentamento della congiuntura internazionale. Le stime relative all’Italia prevedono che la crescita economica sia dell’1,5% quest’anno e dell’1,2% l’anno prossimo. Il tasso di disoccupazione sarà invece il terzo più elevato della zona euro al 10,8%, dietro alla Grecia e alla Spagna.

 

MERKEL GENTILONI PADOAN

L’Italia dovrebbe subire il rallentamento mondiale nel 2019, forse più di altri paesi della zona euro: «L'incertezza delle politiche – spiega Bruxelles - si è fatta più evidente e se dovesse prolungarsi potrebbe rendere i mercati più volatili, influenzando la fiducia dell’economia e il premio di rischio». L'avvertimento comunitario suona drammaticamente realistico, a due mesi dalle elezioni legislative e mentre la classe politica si dibatte alla ricerca di una nuova maggioranza.

 

In assenza di un governo con i pieni poteri, il governo Gentiloni ha inviato a Bruxelles alla fine di aprile un Documento economico e finanziario (Def) che contiene previsioni a politiche costante. Nella sua analisi di oggi, la Commissione europea ne prende atto, in attesa di un aggiornamento da parte del nuovo esecutivo. Il deficit è previsto nel 2018 e nel 2019 all’1,7% del Pil, al netto del previsto ma finora rinviato aumento dell’I

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