roberto gualtieri enzo amendola

ITALIA DA RECOVERY – ENTRO IL 15 OTTOBRE VANNO PRESENTATI I PROGETTI IN CUI SPENDERE I 209 MILIARDI DELL’EUROPA. A BRUXELLES SI ASPETTANO POCHI E GRANDI INTERVENTI AD ALTO IMPATTO SULL’ECONOMIA E INVECE PARTITI E MINISTERI PENSANO ALLE SOLITE MANCETTE – ENZO AMENDOLA HA TRA LE MANI 534 PROGETTI ARRIVATI DA DICASTERI E ENTI LOCALI. MOLTI SONO PRE ESISTENTI O SOVRAPPONIBILI TRA LORO. CE LA FAREMO?

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

Non senza tensioni, ma con un bel po' lavoro già accumulato, la stesura del Recovery Plan italiano sta entrando nella fase decisiva. Probabilmente la prossima settimana si riunirà il Ciae, il Comitato interministeriale per gli affari europei che ha la regia dei progetti da presentare alla Commissione europea entro il 15 ottobre.

 

Quello sarà un passaggio delicato, perché il momento delle scelte si sta rapidamente avvicinando: ci sono 209 miliardi da investire, con gran parte delle risorse da allocare e impegnare nel giro di tre anni.

 

ROBERTO GUALTIERI ENZO AMENDOLA

Ma da Bruxelles si aspettano progetti concentrati in pochi, grandi filoni e non la continuità con tante piccole opere in lista d'attesa da tempo. A istruire i dossier e raccogliere le «schede-progetto» è Enzo Amendola, il ministro per gli Affari europei, e per il momento Palazzo Chigi ha imposto una riservatezza assoluta.

 

Fino a metà agosto Amendola ha raccolto progetti dai ministeri e dagli enti locali, 534 al 21 agosto secondo il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Alcuni piccoli, di un valore di investimento anche sotto al milione di euro, altri di dimensioni sostanziali. Alcuni in apparente sovrapposizione, come nel caso di cinque progetti sulla gestione delle acque che richiederanno la sintesi in un piano unico dai costi complessivi più bassi.

rutte merkel ursula conte by osho

 

Di sicuro fino ad ora il Recovery Plan italiano ha attraversato quasi solo la fase chiamata « bottom up », dal basso verso l'alto. Dai ministeri e da molti uffici diversi, sollecitati dal centro del sistema, sono arrivati sul tavolo di Amendola centinaia di progetti diversi in gran parte preesistenti. La competizione fra ministri per le fette più ampie del Recovery Fund è già evidente.

 

PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

Su questo tema è intervenuto giorni fa Marco Buti, capo di gabinetto del commissario europeo Paolo Gentiloni, in un articolo con l'economista Marcello Messori della Luiss di Roma. Scrivono Buti e Messori sul Recovery Plan italiano: «È essenziale che proponga un disegno di sistema incentrato sull'asse europeo della sostenibilità e dell'innovazione digitale. Non sarebbe efficace comporre i temi e l'insieme di progetti operativi mediante una strategia bottom up che si basi sulle iniziative che i vari ministeri o le singole regioni hanno nel cassetto o elaborano indipendentemente l'uno dall'altro».

 

Osservano Buti e Messori: «I passati e ripetuti fallimenti nell'utilizzazione dei fondi strutturali da parte dell'Italia dovrebbero rappresentare un'utile guida in negativo sugli errori da evitare».

MARCO BUTI

 

Nessuno nel governo commenta, anche perché alcuni dei progetti sono di dimensioni così vaste che le fughe di notizie rischiano di produrre contraccolpi sui listini per le imprese coinvolte. Ma non è difficile avvertire su questi aspetti una tensione strisciante fra Roma e Bruxelles.

 

Nella Commissione si teme che il governo non trovi la forza di selezionare pochi, grandi interventi ad alto impatto sull'economia e finisca per distribuire fondi a un gran numero di centri di potere e gruppi d'interesse.

 

giuseppe conte luigi di maio enzo amendola

Dal governo si osserva invece che per spendere 209 miliardi un approccio puramente « top down » - dall'alto in basso, dal centro alle periferie - è irrealistico per un paese grande, complesso e diversificato come l'Italia. Nei piani per gli investimenti in tecnologie per esempio, si fa notare, ogni settore industriale - dal legno, al siderurgico, alla moda - ha già presentato esigenze diverse.

 

Di certo per ora l'Italia non è in ritardo nella programmazione, ma la qualità dei piani diventerà decisiva anche per facilitare le ratifiche del Recovery Plan nei parlamenti dei Paesi del Nord Europa. Con una parte di trasferimenti diretti non rimborsabili all'Italia, ha informato ieri Bloomberg, che da sola vale 44,8 miliardi di euro.

stati generali amendolagiuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

 

 

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...