ITALIA SOTTO SEQUESTRO? - LA PROCURA SIGILLA L’ILVA DI TARANTO E ANCHE GENOVA TREMA: A RISCHIO L’INTERO SISTEMA DELL’ACCIAIO ITALIANO - MEGLIO DISOCCUPATI O AVVELENATI? IL GOVERNO LASCIA CLINI DA SOLO A BECCARE LEGNATE E RISCHIARE UN’INCHIESTA (MA PASSERA DOVE STARA’ SVOLAZZANDO?) - BERSANI, CHE GENIO! “BISOGNA MIGLIORARE LE CONDIZIONI AMBIENTALI SENZA RENDERE IRRECUPERABILE L’ATTIVITA’ PRODUTTIVA…”

Giuliano Foschini per "la Repubblica"

Chi spingerà il bottone? La Procura o l'azienda? È questa la domanda che rimbalzerà per tutta la settimana a Taranto, perché sembra ormai inevitabile che il bottone dovrà essere azionato: l'Ilva deve cominciare a spegnere gli impianti e a interrompere la produzione. Lo ha deciso il giudice, lo ha ricordato sabato la Procura imponendo un termine di cinque giorni per avviare le procedure e lo ha ormai capito anche l'azienda, che riteneva invece fossero sufficienti le operazioni che aveva avviato da un mese a questa parte.

Dallo stabilimento dicono che la produzione è ridotta di almeno la metà, che l'area a caldo è completamente nelle mani dei custodi, che sono i periti nominati dal giudice a decidere come, quanto e quanto minerale debba essere scaricato dalle navi. Sostengono che le procedure di spegnimento dell'Altoforno numero 1 sono cominciate e dovrebbero terminare entro novembre e che il resto era stato calendarizzato.

Non è però quello che chiede la Procura che invece, così come previsto dal gip Todisco, deve fare eseguire lo spegnimento (e la conseguente interruzione della produzione) degli altiforni 1 e 5, la dismissione e la bonifica dell'altoforno 3, il fermo di sette batterie del reparto cokeria e interventi nel reparto acciaieria. In pratica significa portare al lumicino la produzione.

L'azienda al momento preferisce non commentare. Stasera è convocata una riunione straordinaria proprio a Taranto con Bruno Ferrante, il prefetto- amministratore, per provare a trovare una exit strategy. La Procura è stata chiara: se entro venerdì non si dà il via alla procedura, i custodi agiranno in proprio. Da un punto di vista occupazionale, paradossalmente gli effetti immediati non ricadrebbero tanto su Taranto dove almeno all'inizio gli operai saranno impiegati per le procedure di spegnimento e poi in parte per la bonifica, quanto sulle altre aziende della galassia Ilva.

A Genova c'è grandissima preoccupazione nei sindacati e nelle istituzioni. Non è un caso che ieri sia sceso in campo anche il sindaco del capoluogo ligure, Marco Doria: «La mossa della procura di Taranto - dice - è un fatto assolutamente grave, non si può risanare lo stabilimento di Taranto interrompendo la produzione. Taranto è fondamentale per la vita di altri stabilimenti in Italia. La produzione deve continuare e contemporaneamente si devono fare gli interventi di risanamento ambientale. Altrimenti è una crisi nera».

Sulla stessa linea è il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, che ha bollato come «impossibile » l'ipotesi di spegnere lo stabilimento in cinque giorni (ma non è questo che dice la Procura) e ha poi rilanciato la nuova Aia, l'Autorizzazione integrata ambientale che traccia limiti e mette paletti entro i quali si può e si deve muovere l'azienda. «I cinque giorni indicati come scadenza dalla Procura - dice Clini - sono quelli entro i quali le procedure di spegnimento devono essere avviate, dopodiché ci vorrà tempo per arrivare all'effettiva fermata».

Nel frattempo, si augura il ministro, «noi avremo concluso la procedura dell'Aia, spero che i magistrati ne prendano atto. Certo, noi possiamo fare l'Aia più stringente al mondo ma l'azienda deve seguirci...». Preoccupato anche il segretario del Pd, Pierluigi Bersani: «Bisogna assolutamente trovare, e credo sia possibile, una strada per un netto miglioramento delle condizioni ambientali senza rendere irrecuperabile l'attività produttiva». I sindacati hanno convocato per oggi riunioni in azienda. «Non c'è dubbio però che la responsabilità di questa situazione - dice Donato Stefanelli, segretario Fiom-Cgil - è dell'Ilva, è del gruppo Riva».

 

IL GIP DI TARANTO TODISCOILVA PROTESTA A DIFESA DELLA SALUTE jpegTARANTO CORTEO DEGLI OPERAI DELLILVA E CONTESTAZIONE jpegTARANTO CORTEO DEGLI OPERAI DELLILVA E CONTESTAZIONE jpegGRAFFITO CONTRO L'ILVATODISCO-CLINIBruno Ferrante

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