UN TRONO ROSA - L’83ENNE IMPERATORE AKIHITO CHIEDE DI POTER ABDICARE IN FAVORE DEL FIGLIO NARUHITO MA VISTO CHE LA LINEA DINASTICA E’ RICCA DI DONNE, I GIAPPONESI SI CHIEDONO SE NON SIA ORA DI AVERE UNA DONNA SUL TRONO - PER QUESTO SERVIRA’ UN’APPOSITA LEGGE MA IL GOVERNO DI SHINZO ABE SI OPPONE. ECCO PERCHE’...
Angelo Aquaro per “la Repubblica”
l imperatore del giappone akihito
L’insostenibile insensatezza di dover donare al Giappone un erede necessariamente maschio ha già mandato in depressione due principesse di fila: prima la mamma Masako, poi la figlia Aiko, che pure ha solo 15 anni ma ha dovuto mollare la scuola perché, dicono, stressata dalla pressione regale. Non sarà il caso che al posto dell’imperatore possa finalmente elevarsi anche un’imperatrice? L’ipotesi accarezza il trono che la tradizione vuole più antico del mondo, 2700 anni, e che sarebbe stato fondato proprio da una donna, la dea Amaterasu. Ritorno al futuro?
i giapponesi reagiscono al discorso dell imperatore akihito
Tutto nasce quando l’ultimo imperatore decide che il suo personale tramonto sarà il Sol Levante, e che cosa se no, di un mondo nuovo. Akihito, che a 83 anni è stanco e malato, ha chiesto infatti di poter abdicare, e dietro quel gesto umanissimo per una figura che prima della resa imposta dall’orrore di Hiroshima veniva considerata divina, si nasconde una grande opportunità anche per le donne di tutto il Giappone.
Per permettergli di farsi da parte, il Parlamento deve modificare la Legge della Casa Imperiale, e il governo conservatore di Shinzo Abe proprio in questi giorni sta presentando le conclusioni del comitato di sei saggi che metteranno mano alla Costituzione scritta sotto dettatura americana nel 1947.
l imperatore del giappone akihito
L’ultima volta che un imperatore ha abdicato è stato nel 1817. L’ultima volta che una donna ha regnato è stato nel 1770: gli Stati Uniti erano ancora colonia inglese, in Francia dicevi rivoluzione e pensavi ai pianeti di Newton, e a Gosakuramachi toccò vegliare sul trono del Crisantemo giusto il tempo che il nipote raggiungesse l’età adulta. È giunto davvero il momento di una donna sul trono? «Per la verità è un dibattito che si insegue da tempo» dice a Repubblica Katrina Gulliver, l’autrice di Modern Women in China and Japan.
«Già una decina d’anni fa si incominciò a discutere di una legge che permettesse la successione femminile». Allora, al governo, c’erano i democratici. Ma ora ci sono i conservatori di Shinzo Abe: che di una regnante donna non ne vorrebbero sapere. Il professor Hidetsugu Yagi spiega così la loro opposizione al New York Times: «Il valore della corona non risiede nel sangue dell’imperatore attuale ma in quello che si dipana lungo tutta la linea dinastica». E dunque: perché inquinarlo?
Sangue, terra: blut e boden, dicevano i tedeschi, e venne infatti il nazismo, che mica per niente sposò la svastica al crisantemo. Poi ci fu invece lo shock di Hirohito, l’imperatore costretto dopo l’orrore atomico di Hiroshima a rivelare al suo popolo, in una drammatica resa radiofonica, di non essere più dio. L’uomo che sognò, con Hitler e Mussolini, di soggiacere il mondo intero, visse i suoi ultimi anni piegato dalla malattia.
E avendo vissuto quel dramma in prima persona, oggi Akihito non solo chiede di poter lasciare prima, in modo che il figlio Naruhito, 56 anni, non faccia la fine di un Carlo qualsiasi: si sussurra perfino che l’anziano imperatore si sia privatamente speso a favore di una radicale revisione della legge dinastica, in modo da permettere un giorno la salita al trono delle donne: come tra l’altro chiederebbe anche un sondaggio popolare.
Sua nipote Aiko, nel caso, diventerebbe non solo la prima imperatrice in 250 anni, ma anche la prima col sangue non proprio blu, visto che l’unico quarto di nobiltà di mamma Masako, ricca borghese, è la laurea conseguita ad Harvard.
E pensare che il premier che si oppone alla femminilizzazione del trono è lo stesso che sta passando alla cronaca per la sua “womenomics”. Possibile? La verità è che la politica di Abe a sostegno alle donne sta facendo sì un gran bene nel Paese dove l’altra metà del cielo attualmente guadagna appena un terzo della controparte.
Ma troppi critici ritengono che il destrosissimo Shinzo stia facendo tutto questo solo perché così le donne possano occupare quei posti di lavoro disperatamente lasciati liberi dagli uomini: causa crollo incontrollabile delle nascite. E l’osservazione, per carità, ci sta pure: ma in fondo non è un po’ quello che sta succedendo, nel suo piccolo, nel palazzo imperiale?
LA PRINCIPESSA AIKO DEL GIAPPONE
«La verità è che l’economia giapponese sta finalmente venendo fuori da una lunga stagnazione » spiega Gulliver «e il bisogno di utilizzare sempre più donne sul lavoro è il segno incontrovertibile di una cosa sola: lo status quo è destinato a cambiare a prescindere da quello che avverrà alla successione imperiale». Non sarà dunque una principessa a cambiare il corso del Giappone. «La discussione sulla legge continuerà: ma quante monarchie, per esempio in Europa, hanno avuto per secoli regine e imperatrici senza che alle donne fosse riconosciuto alcun diritto?». Il trono può anche attendere: la rivincita delle donne, e non solo in Giappone, proprio no.