sassoli lombardi

AJO, OJO E CAMPIDOGLIO – L’ACCORDONE PD-M5S PER ROMA E PER IL LAZIO – LO SCHEMA, CON ZINGARETTI VICEPREMIER, PREVEDE PER I 5STELLE LA CANDIDATURA IN REGIONE DELLA LOMBARDI E PER IL CAMPIDOGLIO UNA CANDIDATURA CONDIVISA DI AREA PIDDINA: SASSOLI O GABRIELLI - SCARICARE LA RAGGI NON È SEMPLICE. ANCHE PERCHÉ LEI È PRONTISSIMA A PRESENTARSI IN AUTONOMIA, CONVOGLIANDO "DIBBA" E GLI ALTRI ANTI-DEM TRA CUI MAGARI CASALEGGIO CHE ORMAI È UNA MINA VAGANTE…

MARIO AJELLO per il Messaggero

 

sassoli

Fatte le Regionali, ora la questione è Roma. E c'è un piano M5S, che s' intreccia con l'ipotesi del rimpasto ancora respinta da Zingaretti ma solo in parte («Decide Conte») e chi lo conosce sostiene che in realtà Nicola, non per motivi di ego ma di stabilità politica, sarebbe stuzzicato. Ai piani alti del movimento stellato si ragiona così: «Zingaretti entrerà al governo e si voterà per il Lazio insieme alle Comunali di Roma nel 2021».

 

A quel punto scatterà il piano grillo-dem in cottura: ai 5Stelle la candidatura alla Pisana della Lombardi, che con Zingaretti ha un'intesa non recente, e per il Campidoglio una candidatura civica condivisa - su Franco Gabrielli l'accordo è possibilissimo se non fosse il capo della polizia vuole continuare a fare ciò che fa - o sul dem Sassoli.

 

franco gabrielli foto di bacco

Il quale continua a dirsi indisponibile ma che - assicurano ai vertici del movimento stellato - avrebbe anche in qualche modo la simpatia del Colle e al Colle non si può dire di no. Fantasie? Elucubrazioni? Quel che è certo è che, nel giro di pochi giorni, la questione Roma dovrà avere un'accelerazione. Perché o il rimpasto si fa subito o non si fa più.

 

L'intesa grillo-dem per il Campidoglio a cui Zingaretti sta lavorando, e che rientra in quel «patto sulle Comunali» che Di Maio ha proposto al Pd e che è parte dell'accordone di governo, prevede ovviamente il ritiro di Virginia Raggi. Figura diventata a questo punto più ingombrante di prima e che - ecco il problema - al momento non intende fare il passo indietro dalla propria ricandidatura che ha considera che ha voluto con uno strappo rispetto ai tempi del suo movimento e che Grillo e Di Maio hanno appoggiato ma quasi per dovere d'ufficio. E che ora risulta in contraddizione con il nuovo corso dell'appeasement totale in rosso-giallo.

raggi lombardi

 

Anche in queste ore «l'ingombrante Virginia», come la definisce Stefano Fassina che di Roma e del nesso questione Capitale-politica nazionale sa tutto, continua a non voler mollare. Anzi a rilanciare se stessa. Convinta di dover proseguire quello che ha fatto, ma sarebbe meglio dire quello che non ha fatto, in questi anni e di poter replicare un'esperienza che i romani sono pronti a giudicare e a bocciare. Ma il percorso immaginato dal movimento, e reso quasi obbligato dall'esito di queste Regionali, non prevede Virginia. E insomma lei reggerà alle pressioni che le arriveranno per il ritiro?

 

Per ora non ha ricevuto un messaggio di questo tipo dai vertici del movimento. Ma la road map M5S è chiara: spingerla a cedere il passo, in cambio di un posto nel governo o da dirigente stellata di prima fascia come sarebbe stato per la Appendino se non avesse ricevuto la condanna.

roberta lombardi a otto e mezzo

 

A quel punto, Roma potrebbe rientrare a pieno titolo e in posizione privilegiata nella spartizione e nella condivisione in vista del 2021, riguardanti le grandi città al voto: da Napoli (dove Pd e M5S vogliono andare insieme in pieno stile Roberto Fico ma c'è il macigno De Luca che vuole essere il padrone assoluto della scelta sul successore di De Magistris) a Torino dove la partita parrebbe più facile, da Milano (Sala non è amatissimo al Nazareno e un civico condiviso con Di Maio andrebbe a pennello anche se M5S nella capitale lombarda è quasi a zero) alle altre.

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

Una cosa è certa, come dicono nel Pd a dispetto delle autocandidature (vedi la Cirinnà) che fioccano: «Le primarie con 15 candidati nostri provenienti dai municipi o comunque dal nostro mondo sono ormai uno schema superato. La linea è ragionare con Di Maio, per vincere a Roma e dappertutto». L'operazione ritiro della Raggi non è semplice affatto. Anche perché, se M5S dovesse scaricarla, lei è prontissima a fare da sé: a presentarsi in autonomia, convogliando Dibba e gli altri anti-dem tra cui magari Casaleggio che ormai è una mina vagante.

 

NICOLA ZINGARETTI LUIGI DI MAIO

Le difficoltà dell'operazione sono dunque evidenti. E non è detto che si troverà il modo per mettere da parte la Raggi (a cui Grillo ha detto «Daje!» ma lo stesso Grillo è il più convinto di andare a nozze vere con il Pd). Perciò, nel Pd, ci sono anche quelli che dicono che Zingaretti, notoriamente personaggio allergico agli scossoni, potrebbe accontentarsi invece dell'ipotesi massima, una personalità di raccordo con i 5 stelle da sostenere insieme, di un piano B più alla portata di mano ma anche meno ambizioso.

 

Ovvero, andare al voto di Roma separati da M5S. Condurre una campagna elettorale da avversari ma senza attaccarsi troppo (e con uno slogan comune più di tipo ideologico che civico: «Va fermata la destra!»).

 

E poi al ballottaggio, in cui la Raggi arriverà terza, convergere sul candidato del Pd in cambio di posti di governo e di sottogoverno a Roma e a livello nazionale. Il piano A sembra quello prediletto. Il piano B sta nelle cose.

 

LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTI BY EDOARDOBARALDI

Di sicuro c'è che i due partiti nella Capitale non si faranno la guerra (solo finzioni e simulazioni) e che Roma sarà il grande palcoscenico in cui, in un modo o nell'altro, si condenserà il senso del voto regionale appena avvenuto e si prefigurerà - e speriamo che i romani non finiscano per diventare vittime innocenti del gioco politico - l'alleanza un po' appiccicaticcia che vuole riportare Conte o un altro Conte a Palazzo Chigi al prossimo giro nel 2023.

MERKEL E SASSOLIsassoli merkelsassoliDAVID SASSOLI ANGELA MERKELmike pompeo david sassolisassoli gualtieri

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO