giorgia meloni agenzie rating giancarlo giorgetti standard & poors standardandpoors standard&poors

SI PUO’ MANDARE IN DEFAULT UN PAESE COME L’ITALIA, NEL PIENO DELLA GUERRA IN UCRAINA E LA CRISI IN MEDIORIENTE? OVVIAMENTE NO – E INFATTI, COME DAGO DIXITI, L’AGENZIA DI RATING STANDARD & POOR’S CONFERMA IL GIUDIZIO BBB PER L’ITALIA, CON OUTLOOK STABILE, MA SEGNALA TRE ENORMI PROBLEMI: UN DEBITO PUBBLICO CHE FATICA A SCENDERE IN RAPPORTO AL PIL, UN DISAVANZO CHE SARÀ PIÙ CORPOSO DELLE PREVISIONI DI PRIMAVERA. L’INCERTEZZA SULLE PROSPETTIVE DI CRESCITA – I TIMORI PIU’ GRANDI SONO PER IL GIUDIZIO DI MOODY’S PREVISTO IL 17 NOVEMBRE: L’OUTLOOK È GIÀ NEGATIVO, E IL GIUDIZIO SUL DEBITO ITALIANO È A UN PASSO DAL LIVELLO “JUNK”, OVVERO “SPAZZATURA”…

1 - CONTI PUBBLICI: STANDARD & POOR CONFERMA IL RATING PER L’ITALIA

Estratto dell’articolo da www.corriere.it

 

GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI

L’agenzia Standard & Poor conferma il rating BBB per l’Italia. Stabile l’outlook […] L’agenzia spiega che potrebbe abbassare il rating nel caso in cui «la traiettoria di bilancio del governo si discostasse significativamente dai suoi obiettivi. Anche un’attuazione solo parziale delle riforme strutturali economiche e di bilancio, in particolare quelle legate all’erogazione dei fondi Ue, porrebbe rischi per la crescita economica e le finanze pubbliche, e di conseguenza eserciterebbe una pressione al ribasso sul rating».

 

Al contrario, evidenzia S&P, il giudizio potrebbe migliorare «se la performance di bilancio migliorasse, ad esempio grazie all’attuazione di politiche di riduzione del deficit o a una crescita economica più forte del previsto, portando a un calo del debito pubblico in percentuale del Pil».

STANDARD AND POOR'S

 

[…] Il report stima che il Pil italiano nel 2023 rallenterà allo 0,9%, leggermente al di sopra dell’obiettivo del governo dello 0,8%. Le misure di sostegno del governo (1,2% del Pil) compenseranno solo parzialmente l’impatto dell’inflazione sui consumi privati. […]

 

2 - RATING ITALIA, S&P CONFERMA IL GIUDIZIO E L’OUTLOOK: COSA SIGNIFICA E COSA SUCCEDE ADESSO

Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per www.lastampa.it

giorgia meloni giancarlo giorgetti

  

Il mese più lungo del rating sovrano italiano è iniziato. S&P Global ha confermato il giudizio sull’Italia, BBB, ma ha anche mantenuto stabili le stime future, ovvero l’outlook. Ci si aspettava una parziale bocciatura della legge di Bilancio, con una revisione delle previsioni da stabili a negative. […] Non mancano i fattori di preoccupazione, spiega S&P.

 

Tre su tutti. Primo, un debito pubblico che fatica a scendere in rapporto al Pil. Secondo, un disavanzo che sarà più corposo delle previsioni di primavera. Terzo, l’incertezza sulle prospettive di crescita. Se da S&P arriva una mossa attendista, così potrebbe non essere per Moody’s. Non a caso è questo il voto che più intimorisce, visto che l’outlook è già in territorio negativo. L’unico deterrente, nel caso di Moody’s, è dal punto di vista “morale”. Ma non è abbastanza per dormire sonni tranquilli.

MOODY'S

 

Le stime sull’Italia sono state riviste, nell’ordine, dalla Commissione Europea, dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), dalla Banca centrale europea (Bce), dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale (Fmi). Il tutto senza contare le revisioni prodotte dalle banche d’affari. A incidere, dopo l’estate, è stata la frenata che i Paesi occidentali stanno sperimentando. Dalla Germania alla Cina, a esclusione degli Stati Uniti, l’economia globale sta rallentando.

 

moody's rischio declassamento

L’Italia più di altri. Ma, questo il razionale dietro alla decisione di S&P Global, si accompagna a un significativo scostamento di bilancio per l’anno in corso, in primis, e per il successivo. Il deficit al 4,3% del Pil previsto dalla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef) per il prossimo anno è ben oltre le previsioni. E potrebbe subìre una revisione al rialzo per, almeno, due motivi. Da un lato, fattore evidenziato da più di una banca d’affari negli ultimi giorni, l’inflazione persistente e il conflitto tra Israele e Hamas, che potrebbe mettere pressione sui prezzi dell’energia su scala globale. Dall’altro, le ripercussioni del Superbonus. Per il 2023 la situazione è stata risolta da Eurostat, ma per il 2024 c’è un enorme dubbio su quale sarà la lettura del garante dei conti statistici a livello europeo.

giancarlo giorgetti giorgia meloni

 

La girandola cominciata da S&P è destinata a durare per tutto il mese. Oggi l’agenzia di rating newyorkese, venerdì prossimo sarà il turno di DBRS. Poi il 10 novembre sarà la volta di Fitch, che ha già espresso pesanti dubbi sulla legge di Bilancio italiana. Ma non sono queste le tre società di valutazione che preoccupano di più l’esecutivo. La data da tenere sotto osservazione quella di venerdì 17 novembre. Moody’s, dopo la “pausa di riflessione” dello scorso maggio, dovrà decidere cosa fare. L’outlook è già negativo, e il giudizio sul debito sovrano italiano è a un notch (voto, ndr) dal livello “Junk”, ovvero “spazzatura”.

 

Al di sotto, per i fondi d’investimento globali potrebbe esserci una vendita forzosa dei Btp detenuti in portafoglio. Senza il supporto attivo da parte della Bce, che ha smesso da tempo di acquistare obbligazioni governative dell’area euro, le turbolenze potrebbero essere significative. […]

 

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO