macron - mattarella

MAL DI FRANCIA - L'AMBASCIATORE FRANCESE A ROMA, CHRISTIAN MASSET, RIENTRERÀ IN ITALIA "AL MOMENTO OPPORTUNO" - IL RETROSCENA DELLA TELEFONATA TRA MACRON E MATTARELLA - L’ELISEO, BERLINO E WASHINGTON VEDONO IL QUIRINALE COME GARANTE E INTERLOCUTORE

1 - PARIGI: 'RIENTRO DELL'AMBASCIATORE A ROMA AL MOMENTO OPPORTUNO'

Da www.ansa.it

 

Christian Masset

L'ambasciatore di Francia a Roma, Christian Masset, rientrerà in Italia "al momento opportuno": questa la risposta di un portavoce del Quai d'Orsay, Nicolas Durieu, alla domanda di un giornalista sui tempi del rientro del diplomatico dopo la telefonata di ieri fra i presidenti Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron.

 

Arriva - intanto - a metà giornata la delegazione di magistrati italiani che parteciperà, nel pomeriggio, alla riunione al ministero della giustizia francese sulla situazione dei latitanti italiani. "Non ci sarà alcuna dichiarazione", hanno detto questa mattina all'ANSA fonti della giustizia francesi, precisando che la riunione "consisterà nell'analisi tecnica e giuridica delle situazioni" ma che "nessuna decisione nel merito dei vari casi verrà presa": "il lavoro proseguirà", hanno aggiunto le fonti.

 

2 - MACRON SCAVALCA IL GOVERNO E CHIAMA MATTARELLA: PRESIDENTE, CI

AFFIDIAMO A LEI

Francesco Bei e Ugo Magri per “la Stampa”

 

MACRON MATTARELLA

Alla fine è stato Mattarella a caricarsi l'onere di ricucire con la Francia. Lo stallo è stato superato grazie a una telefonata al nostro Presidente partita da Emmanuel Macron. Un gesto significativo, che da parte francese equivale al riconoscimento di Mattarella come interlocutore privilegiato, visti i rapporti tesi con il governo. La stessa valutazione che viene fatta a Berlino e Washington.

 

La notizia si era sparsa già nel pomeriggio, ma solo a sera è arrivata la conferma attraverso una nota dell' Eliseo che riafferma «l' importanza per entrambi i Paesi della relazione franco-italiana», e magnifica i «legami storici, economici, culturali e umani eccezionali». In più, c' è un richiamo alla «responsabilità particolare per lavorare insieme alla difesa e al rilancio dell' Unione europea». La presidenza francese non informa se rimanderà subito a Palazzo Farnese l' ambasciatore Christian Masset, richiamato a Parigi per consultazioni; ma il colloquio diretto tra Mattarella e Macron ne getta le basi e risulta da fonti diplomatiche che i due presidenti ne abbiano parlato.

 

l ambasciatore francese christian masset (2)

Per un contatto andato bene, un altro invece resta in sospeso. Da ben sei giorni il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, attende speranzoso un cenno da parte del presidente del Consiglio. Ma niente. Nessun riscontro a quella lettera accorata inviata a Giuseppe Conte e firmata insieme al collega della Confindustria di Francia, Geoffroy Roux de Be' zieux, per invitarlo al vertice bilaterale di fine mese a Parigi.

 

Un summit di amicizia e collaborazione tra imprenditori che dovrebbe contribuire, nelle intenzioni degli organizzatori, a una distensione del clima tra i due governi e a superare la crisi in atto causata dai ripetuti attacchi alla Francia da parte dei cinque stelle.

Una crisi che rischia di costare parecchio all' Italia e che angoscia molto le imprese esportatrici del nostro paese. Perché, come ha ricordato Boccia due giorni fa, «noi abbiamo tutto l' interesse a far sì che l' opinione pubblica francese abbia una percezione positiva dell' Italia e continui a comprare i nostri prodotti».

 

CONTE MERKEL

Anche la lettera inviata a Conte è un appello accorato a spendersi per superare lo stallo politico diplomatico, nella speranza che la partecipazione del premier al summit parigino possa indurre anche Macron a fare un passo in avanti rimandando l'ambasciatore a Roma. «L'economia - scrivono i due presidenti - vuole unire ciò che la politica sta dividendo». Anche perché, «la Francia è il secondo partner dell' Italia e l' Italia della Francia». La stessa lettera è stata recapitata a Macron.

 

E in via informale dall' Eliseo hanno spiegato agli imprenditori che il Presidente francese potrebbe anche accettare l' invito, ma solo a patto che ci sia da parte italiana un interlocutore di pari livello. Ovvero, come accade di prassi in queste occasioni, il capo del governo.

CONTE MERKEL

 

Due anni fa, quando Confindustria volò a Berlino per il summit con l'omologa tedesca Bdi, l' incontro fu suggellato da un bilaterale tra Merkel e Gentiloni. Il vertice parigino, previsto per il 28 febbraio e l' 1 marzo, prevede lo stesso format. Ma senza una risposta italiana, gli organizzatori sono in stallo. E si capisce l' imbarazzo di Giuseppe Conte, che anche ieri ha tentato di raffreddare la temperatura chiarendo in un' intervista che «il rapporto tra Italia e Francia è solido e antico non può essere messo in discussione».

 

TRUMP SALVINI

Tentativi lodevoli, ma che non bastano ai francesi. Accettare l' invito di Confindustria-Medef avrebbe proprio il peso giusto, equivarrebbe a quel «gesto concreto» chiesto da Parigi per siglare la pace. Eppure Conte esita ad accettare, non può permettersi di commettere un errore che lo esporrebbe alla rappresaglia grillina.

 

Andare a Parigi per una stretta di mano con Macron, mentre a Roma Di Maio e Di Battista incontrano i gilet gialli, sarebbe di fatto una sconfessione dei capi M5S. Perciò Conte esita, prende tempo. Ma alla Confindustria la pazienza sta per esaurirsi. Tanto che Boccia medita un clamoroso cambio di cavallo. Inoltrare l' invito direttamente a Mattarella, puntando sul feeling tra il capo dello Stato italiano e Macron, testimoniata dall' amichevole telefonata di ieri.

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”