renzi letta cirino pomicino mastella casini franceschini

IL CENTRO HA UNA GRAVITA’ PERMANENTE – L’EX LOTHAR DALEMIANO VELARDI: “L'ANTICA OSSATURA DEMOCRISTIANA DEL SISTEMA HA RISOLTO BENE UNA SITUAZIONE DI CRISI, LUNGO L'ASSE ENRICO LETTA, GUERINI, RENZI, CON FRANCESCHINI SULLO SFONDO. LE ALTRE CULTURE POLITICHE SONO MARGINALI E ININFLUENTI” – L'ATTRAVERSAMENTO PASTORALE DEL TRANSATLANTICO DI CASINI, L'UOVO DI MASTELLA E PAOLO CIRINO POMICINO CHE, A 82 ANNI, È UNA LEGGENDA VIVENTE... - IL RACCONTO DI RONCONE

Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"

 

Il dubbio di un amico: «No, scusa: ma hai provato a contarli?».

LETTA RENZI

 

Democristiani. Quanti. E tutti in ruoli decisivi. Sfogliare la Moleskine, rileggere gli appunti con dentro la storia della seconda elezione di Sergio Mattarella a capo dello Stato: trovarli. Il primo che spunta fuori è anche quello che, per qualche ora, sabato mattina, ha seriamente creduto di poter trascorrere i prossimi sette anni al Quirinale.

 

Pier Ferdinando Casini. Esemplare magnifico. Figlio del segretario bolognese dello scudocrociato, cresciuto nella grande Sagrestia nazionale, lanciato alla Camera a soli 27 anni: poi una vita trascorsa un po' nel centrosinistra, un po' nel centrodestra. Talento, più astuzia: seduttore politico seriale - il Cavaliere tuonò: «Casini Presidente? Mai! È uno che tradisce» - in realtà fedele solo al proprio passato, al punto di abitare in piazza del Gesù, di fronte al vecchio palazzo rococò che fu la sede storica della Dc.

casini franceschini

 

Casini: nella paginetta successiva ecco subito il suo sponsor, Matteo Renzi (in calzoncini corti con i boy scout cattolici e, appena maggiorenne, iscritto al Partito Popolare Italiano). Il Matteo che in Parlamento sa cosa fare, e come, e quando - l'altro Matteo, vabbé - per poco non riusciva nel colpaccio: sabato, all'alba, ha infatti suggerito a Pierfurby (cit. Dagospia): «Cercati subito più voti possibili, forse ci siamo». Così Casini ha cominciato l'attraversamento pastorale del Transatlantico blandendo chiunque. «Fratello, aiuta il tuo amico viandante...».

Dario Franceschini

 

Lo sguardo da vescovo, una carezza e un pizzicotto, ha risalito l'emiciclo arrivando fino ai banchi leghisti. Molinari e Centinaio lo guardavano incantati. Graziano Delrio, osservando da lontano, avrà invece pensato: Signore, perdonalo, Pier non sa quello che fa (Enrico Letta - presidente dei Giovani Democristiani Europei tra il 1991 e il 1995 - aveva ormai stabilito che si dovesse andare decisi su Mattarella). Delrio milita nel Pd, ma è cresciuto in una parrocchia della periferia di Rosta Vecchia in Reggio Emilia, partite di pallone interminabili e solide lezioni di cattolicesimo democratico dossettiano.

clemente mastella

 

Poi è comunque chiaro che i democristiani, tra di loro, si riconoscono a prescindere dagli studi (anche gli ex Pci, in verità). Il vicepresidente della Camera Ettore Rosato (Iv), per dire, viene dalla dicì triestina; il ministro Lorenzo Guerini (Pd) faceva invece il consigliere comunale a Lodi (con il padre comunista in un'epoca in cui girava voce che i comunisti mangiassero i bambini, pensate): alla fine, per capire da quale vigna ideologica provengano, ti basta parlarci cinque minuti.

 

PIERFERDINANDO CASINI E CLEMENTE MASTELLA

Con Dario Franceschini, ne basta anche uno. Sentite cosa si è fatto scrivere il potente ministro della Cultura su Wikipedia: «Le figure carismatiche che fin dalla giovinezza suscitano la sua attenzione sono, fra le altre, Benigno Zaccagnini e don Primo Mazzolari». Riflette su Twitter un osservatore acuto come Claudio Velardi: «L'antica ossatura democristiana del sistema ha risolto bene una situazione di crisi, lungo l'asse @enricoletta @guerinilorenzo @matteorenzi, con @dariofrance sullo sfondo. Le altre culture politiche sono marginali e ininfluenti». C'è poco da aggiungere.

 

PIERFERDINANDO CASINI E CLEMENTE MASTELLA

Del resto: anche solo per capire dove stessero andando certi cespugliosi centristi, da quelli di Coraggio Italia (Toti, Romani, Brugnaro, Quagliariello) a quelli del gruppone Misto, i cronisti hanno sempre chiesto un po' di luce a Maurizio Lupi (molti di loro, quando Lupi faceva il consigliere comunale per la Dc a Milano, occupavano il proprio liceo, in assemblea sotto i manifesti del Che: ma adesso gli tocca sorbirsi la voce lucida e rassicurante di Lupi, ormai sempre più simile a un volontario di certi corsi pre-matrimoniali che si tengono nelle parrocchie).

cirino pomicino

 

Proprio come un parroco di provincia, con lo sciarpone stretto al collo, lo zuccotto nero, nero come il cappotto, e la sua aria curiale, pallida, ogni mattina tutti abbiamo invece visto venir su per via degli Uffici del Vicario Bruno Tabacci. Per capire che atmosfera ci fosse a Palazzo Chigi, e quale fosse l'umore di Mario Draghi, bisognava confessarsi da lui. Democristiani. Ovunque. E necessari.

 

Come Gianfranco Rotondi (uno che da ragazzo invece di andarsi a vedere l'Avellino di Juary, andava ad ascoltare i comizi di Forlani) consultato a lungo tipo mago Otelma per intuire quali fossero le reali intenzioni del Cavaliere.

 

 

Democristiani in diretta nei migliori talk. Ospiti fissi Clemente Mastella e Paolo Cirino Pomicino che, a 82 anni, è vera leggenda vivente scudocrociata (Paolo Sorrentino, nel film Il Divo, cioè Giulio Andreotti, a Pomicino/Carlo Buccirosso fa prendere una lunga rincorsa nel Transatlantico, chiusa con una scivolata pazzesca; mai avvenuta nella realtà, però perfetta per spiegare tutta la dimensione di onirico micidiale potere dicì).

lorenzo guerini sergio mattarella festa della repubblica 2021

 

Un democristiano di rango assoluto come Marco Follini ha scritto su La Stampa: «Non invocate il nome della Dc invano». No, infatti. Però qualcuno - più per scaramanzia, che per altro - è andato a rileggersi il titolo che fece il Manifesto nel 1983: «Non moriremo democristiani».

CLAUDIO VELARDI MARCO MINNITI

lorenzo guerini sergio mattarella

pomicino draghiCLEMENTE MASTELLA E PIERFERDINANDO CASINIclemente mastella clemente mastella sandra lonardocirino pomicino il divo

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME