“L’APPELLO DEL PAPA È COMPRENSIBILE” – A GODERE PER LE PAROLE DI BERGOGLIO È SOPRATTUTTO IL CREMLINO, CHE INFATTI, PER BOCCA DEL PORTAVOCE DMITRY PESKOV, APPREZZA: “IL PAPA SI È ESPRESSO A FAVORE DEI NEGOZIATI MA SFORTUNATAMENTE LA NOSTRA DISPONIBILITÀ È STATA ACCOLTA DA UN RIFIUTO SEVERO DEL REGIME DI KIEV” – DALLA NATO CHE “ABBAIA” AL CONFINE ALL’ULTIMO SCIVOLONE SULLA BANDIERA BIANCA: DA DUE ANNI IL PONTEFICE SEMBRA FARE DI TUTTO PER FAR INCAZZARE GLI UCRAINI…
1. CREMLINO, 'APPELLO DEL PAPA COMPRENSIBILE MA KIEV RIFIUTA'
(ANSA) - L'appello del Papa per una soluzione negoziata in Ucraina "è abbastanza comprensibile", ma Kiev continua a rifiutare una tale ipotesi. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Interfax.
"In generale - ha detto Peskov - l'idea che il Papa ha affermato, ovviamente, è abbastanza comprensibile. Si è espresso a favore dei negoziati. Sapete che il nostro presidente ha ripetutamente parlato della nostra disponibilità e apertura a risolvere i nostri problemi attraverso i negoziati. E questo è preferibile".
Tuttavia, ha aggiunto, "sfortunatamente, sia le dichiarazioni del Papa che le ripetute dichiarazioni delle altre parti, compresa la nostra, sono state recentemente accolte con un rifiuto assolutamente severo da parte del regime di Kiev, e non consentono la possibilità di condurre alcun negoziato". Il portavoce del Cremlino, comunque, ha detto di ritenere che nelle dichiarazioni del pontefice "c'era un contesto più ampio" rispetto a quello di un invito a Kiev ad alzare "bandiera bianca".
2. ZELENSKY DOPO LE PAROLE DEL PAPA: NESSUNA RESA, LA CHIESA È AL FRONTE
Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
«Se oggi ci fosse papa Wojtyla non sentiremmo tanta propaganda filorussa dal Vaticano», dicevano già due anni fa i dirigenti ucraini. Erano le prime settimane dell’invasione voluta da Putin e già a Kiev si criticavano i silenzi di papa Francesco, insieme ai suoi tentativi di contatto con il patriarca della Chiesa ortodossa di Mosca: lo stesso Kirill che benediceva i carnefici di Bucha e predicava l’ideologia imperiale della «Grande Russia» volta a cancellare qualsiasi legittimità di indipendenza ucraina.
antony blinken con dmytro kuleba a kiev
Agli inizi del maggio 2022 la nostalgia per «il Papa polacco» si era fatta ancora più acuta, quando il suo successore argentino aveva parlato delle «responsabilità della Nato che abbaia ai confini russi». Un argomentare che sposava la propaganda di Mosca e aveva visibilmente scosso anche un diplomatico compassato come il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. «Suggerisco al Santo Padre di rileggere la storia delle nostre regioni e torno a invitarlo a Kiev per sentire i nostri argomenti», ci aveva detto.
Gli stessi toni indispettiti erano riapparsi nell’agosto 2023 sentendo le parole del Papa che, magnificando il passato della «grande madre Russia», aveva esaltato figure come Pietro il Grande e Caterina II: due personaggi che per gli ucraini rappresentano l’incarnazione dell’espansionismo di Mosca.
IL RISIKO DI BERGOGLIO CON ZELENSKY - MEME BY EMILIANO CARLI
[…] A Kiev non sono andate a genio le parole del Papa alla Radiotelevisione svizzera per cui, dato che l’Ucraina a suo parere starebbe perdendo la guerra, dovrebbe «alzare bandiera bianca» e negoziare la pace con Mosca. Vero che poi i portavoce vaticani hanno chiarito che la formula della «bandiera bianca» era suggerita dall’intervistatore e il Santo Padre non faceva altro che il suo mestiere, invitando a negoziare invece che sparare, però il risentimento è tangibile e diventa occasione per ribadire la propria determinazione a resistere con le armi in mano.
Ieri all’Angelus il Papa si è limitato a pregare per la pace in Ucraina e in Terra Santa.
«La nostra bandiera è gialla e blu. Questa è la bandiera per la quale viviamo, moriamo e vinciamo. Non innalzeremo nessun’altra bandiera», ha replicato Kuleba eri mattina sui social. Tre i suoi argomenti centrali: le attuali difficoltà militari non significano affatto che la sconfitta ucraina sia vicina; la lotta continua sino alla vittoria; se Putin si ritirasse, la guerra finirebbe subito.
INCONTRO TRA PUTIN E BERGOGLIO
E Kuleba consiglia al Papa di ascoltare le «giuste ragioni» delle vittime, non sostenere quelle degli invasori. «Il più forte è colui che nella lotta tra il bene e il male si schiera col bene, piuttosto che metterli sullo stesso piano con i negoziati», scrive. «Ringrazio ogni cappellano ucraino che è nell’esercito. Sono in prima linea, sostenendo con la preghiera, il dialogo e le azioni, ha affermato il presidente Zelensky. […] Netta anche la risposta della Chiesa greco-cattolica locale: «Gli ucraini sono stanchi, ma non spezzati». […]
DMYTRO KULEBA INCONTRO PUTIN E BERGOGLIO papa francesco alla giornata mondiale della gioventu lisbona + PAPA BERGOGLIO E VLADIMIR PUTINPUTIN BERGOGLIO