javier milei argentina libertad avanza

L’ARGENTINA HA IL SUO TRUMP – IL POPULISTA ULTRALIBERISTA JAVIER MILEI HA VINTO LE PRIMARIE IN VISTA DELLE PRESIDENZIALI ARGENTINE DEL 22 OTTOBRE: “È LA FINE DELLA CASTA PARASSITARIA, LADRA E INUTILE DI QUESTO PAESE” – SOPRANNOMINATO "EL PELUCA" ("IL PARRUCCA") PER LA CAPIGLIATURA FOLTA E DISORDINATA, HA OTTENUTO IL 30% DELLE PREFERENZE DEGLI ELETTORI – MILEI È CONTRO LA POLITICA, LA BANCA CENTRALE, I GAY E L’ABORTO, ED È FAVOREVOLE ALLA VENDITA DEGLI ORGANI…

Estratto dell’articolo di Corrado Damato per “Il Messaggero”

 

javier milei leader del partito libertad avanza1

«È la fine della casta parassitaria, ladra e inutile di questo Paese». Per capire perché Javier Milei sia etichettato come la versione argentina di Donald Trump basterebbe forse questa frase. O, forse, i suoi detrattori potrebbero dire che basta il soprannome "El Peluca", "il parrucca", per via della capigliatura folta e diciamo poco ordinaria che lo accomuna colore a parte al tycoon americano.

 

Ma, comunque la si voglia vedere, resta che l'esponente populista e ultraliberista di «La libertad avanza» - partito del quale è fondatore, leader e unico candidato - ha dominato le primarie in vista delle presidenziali del 22 ottobre.

 

javier milei leader del partito libertad avanza

Un appuntamento cui partecipano tutti i partiti e che dà sempre indicazioni di massima importanti su quello che poi è l'esito delle presidenziali vere e proprie. Milei è stato scelto dal 30% degli elettori, risultando il candidato più votato anche tra quelli delle altre formazioni, più "di massa".

 

[…] Milei ha spesso ammesso pubblicamente di essere un ammiratore dell'ex presidente americano. Al punto da contemplare un programma politico che abbia al suo interno punti forti della società americana, dalla liberalizzazione del possesso di armi all'uso del dollaro come moneta a corso legale del Paese.

 

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Ma, se vogliamo, Milei va anche oltre alcune posizioni estreme di The Donald. È nemico di ogni casta politica, negazionista sul cambiamento climatico, contrario all'aborto e all'educazione sessuale, vista come una specie di complotto contro la famiglia tradizionale. E ancora: insegue la privatizzazione di sanità e istruzione, i tagli drastici nella pubblica amministrazione e l'eliminazione della Banca Centrale.

 

È persino favorevole alla vendita di organi per risolvere il problema delle liste d'attesa per i trapianti. «Siamo di fronte alla fine di quel modello la cui massima espressione è l'aberrazione chiamata giustizia sociale che solo produce deficit fiscale. Abbiamo fatto il primo passo per la rinascita dell'Argentina», ha esultato dopo l'esito delle urne.

 

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Milei è nato a Buenos Aires nel 1970, il 22 ottobre (sì, lo stesso giorno in cui correrà per la presidenza...), da una famiglia modesta con avi italiani: padre autista di autobus, madre casalinga.

 

[…] È stato prima docente universitario di macroeconomia, poi, dal 2014, è diventato un volto noto con un'impennata di ospitate in programmi di radio e tv. Nelle sue apparizioni ha attaccato tutti: prima il presidente conservatore Mauricio Macrì, poi il suo successore peronista Alberto Fernandez. Fino al 2021 quando è entrato in Parlamento e ha mantenuto subito una delle sue promesse elettorali: regalare il suo stipendio attraverso un sorteggio.  […]

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