bonus 80 euro renzi

L’ARITMETICA DEL DUCETTO: PAGHI 10, PRENDI 3,5 – GLI “80” EURO SONO COSTATI 10 MILIARDI AL BILANCIO DELLO STATO (IN DEFICIT, DICE BRUNETTA) E SI SONO SCARICATI PER 3,5 MILIARDI SUI CONSUMI – PER LA BCE HANNO AVUTO “UN SIGNIFICATIVO IMPATTO MACROECONOMICO” E MATTEO FA IL GANASSA: “NON CE LO DOVEVA DIRE LA BCE”. MA C’E’ IL TRUCCO….

 

Sandro Iacometti per “Libero quotidiano”

 

BONUS Renzi 80 EuroBONUS Renzi 80 Euro

Il bonus di 80 euro ha avuto un «significativo impatto macroeconomico». È bastata questa frase, estrapolata da un paper comparso ieri sul sito della Bce, per scatenare gli immediati festeggiamenti della claque renziana. Altro che spot elettorale, hanno gridato in coro i parlamentari piddini, a cui si sono uniti i due ministri Carlo De Vincenti e Maurizio Martina, «l' aiuto è stato strutturale e redistributivo». E in serata è arrivato anche il commento dell' ex premier: «Non c' era bisogno che lo dicesse la Bce che gli 80 euro erano una misura giusta».

 

SIMBOLO EURO FRANCOFORTE BCE SIMBOLO EURO FRANCOFORTE BCE

Nessuno, evidentemente, si è preso la briga di andare a sfogliare le 49 pagine dello studio firmato da Andrea Neri, Concetta Rondinelli e Filippo Scoccianti. Sarebbe bastata un' occhiata, anche fugace, per scoprire che il lavoro è già stato pubblicato lo scorso giugno come occasional paper da Bankitalia, per cui i tre analisti lavorano, ed è sostanzialmente basato sull' indagine periodica di Via Nazionale "I bilanci delle famiglie italiane nell' anno 2014" comparsa come supplemento al Bollettino statistico il 3 dicembre 2015. Si tratta, in sostanza, di uno studio che la Bce ha semplicemente rilanciato, inserendolo tra i suoi working papers, e i cui dati di fondo sono noti da almeno un paio di anni.

 

BANCA ITALIABANCA ITALIA

L' indagine di Via Nazionale, terreno documentale di partenza del lavoro, è stata effettuata su un campione di 8.156 famiglie rispetto al totale dei beneficiari del bonus introdotto dal governo Renzi nel 2014 di circa, secondo le stime della stessa Bankitalia, 5,4 milioni di famiglie. Dal questionario è emerso, si legge nel Bollettino di Via Nazionale, che il bonus è stato «ritenuto un intervento permanente da circa metà delle famiglie intervistate, mentre il resto ritiene che non durerà più di cinque anni». Indipendentemente dalla percezione della sua durata, «le famiglie che hanno risposto alla domanda dichiarano di aver speso mediamente circa il 90 per cento del bonus».

 

piccoli in negoziopiccoli in negozio

Stando alle rilevazioni di Bankitalia del 2015, insomma, il «dono» dell' ex premier sarebbe stato una manna per i consumi. Confrontando l' indagine con un campione di famiglie di controllo che presentano caratteristiche simili, i tre analisti di Via Nazionale sono paradossalmente arrivati ad una conclusione meno eclatante. E cioè che ogni mese chi ha ricevuto il bonus ha speso circa 20 euro in più per il cibo e 30 in più per i trasporti, quindi il 50-60% del totale.

 

Da qui ne deriva, si legge nel working paper ripreso dalla Banca centrale europea, che l' operazione del governo ha prodotto un incremento dei consumi di 3,5 miliardi di euro, vale a dire che circa il 40% dell' incremento complessivo di spesa delle famiglie nel 2014 è stato dovuto all' introduzione di questo sgravio. Il che potrà anche essere un risultato strutturale, ma altrettanto strutturale è l' esborso di 10 miliardi che ogni anno lo Stato spende per ottenerlo.

auchanauchan

 

«Da una lettura attenta del lavoro», commenta Renato Brunetta, «emerge innanzitutto che dei 10 miliardi spesi dal governo per finanziare il bonus solo 3,5 miliardi sono finiti in consumi, quindi producendo effetti limitati sul Pil». E lo studio, continua l' economista che guida il gruppo di Forza Italia alla Camera, «tralascia gli effetti di equilibrio generale. Nulla dice, cioè, del modo con cui quel bonus è stato finanziato. Vale a dire in deficit, quindi debito che, come sappiamo, non solo in Italia è il secondo più alto dell' area euro, ma soprattutto ci costa caro in termini di interessi».

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…