ANDARE AL GOVERNO CON LA DESTRA, STRADA OBBLIGATA PER TSIPRAS - SCEGLIERE UN ALTRO ALLEATO AVREBBE SIGNIFICATO SCENDERE A PATTI CON LA VECCHIA NOMENKLATURA CHE SYRIZA HA SEMPRE COMBATTUTO

Tonia Mastrobuoni  per “la Stampa”

 

PANOS KAMMENOS ALEXIS TSIPRASPANOS KAMMENOS ALEXIS TSIPRAS

Niente cerimonia ortodossa con acqua e basilico, niente Bibbia, niente cravatta. Alexis Tsipras ha giurato ieri come primo ministro nelle mani del presidente della Repubblica, Karolos Papoulias, in una veste ostentatamente informale e atea. Ma alla luce del nuovo esecutivo, è sembrato un gesto ipocrita.

 

Dopo un breve incontro nella mattinata, il leader di Syriza ha imbarcato nel nuovo governo (di cui cominciano a trapelare già i primi, possibili nomi come Yanis Varoufakis alle Finanze, Giorgos Stathakis allo Sviluppo e Yanis Dragasakis vicepremier) il partito degli Greci Indipendenti, guidato dal 49enne Panos Kammenos.

 

il giuramento di alexis tsipras  il giuramento di alexis tsipras

Un uomo noto per le sue posizioni ultrareligiose, omofobe, euroscettiche e nazionaliste, per le sue richieste di una stretta brutale nelle politiche sull’immigrazione e che ultimamente ha fatto discutere per le sue lamentele sui presunti favori fiscali di cui godrebbero gli ebrei. Per lui, pare sia già pronta la poltrona di ministro della Difesa.
 

I NAZIONALISTI
A capo di un partito scaturito nel 2012 da una costola dei conservatori di Nea Demokratia, in feroce polemica con le politiche di austerità e con la Ue, è l’alleato di cui si vociferava da mesi (ne scrivemmo a dicembre su La Stampa). Mancato per un soffio il traguardo della maggioranza assoluta dei seggi - Syriza ne ha conquistati 149 su 300 - Tsipras è stato costretto a scegliere tra gli altri sei partiti entrati in Parlamento.

alexis tsipras  8alexis tsipras 8

 

E, scorrendo le alternative che avrebbe avuto a disposizione, è chiaro il senso della «strana coppia». Il messaggio è rivolto a Berlino e Bruxelles, ma anche al proprio elettorato. Alleandosi con Kammenos, che porta in dote 13 deputati e gli garantisce una maggioranza di 162 parlamentari, Tsipras ha voluto segnalare la sua inflessibilità nella volontà di volersi buttare alle spalle gli anni della trojka, e di voler voltare pagina nei rapporti con la Ue, ma anche il suo rifiuto della vecchia nomenklatura.
 

antonis samaras  2507bf0000000578 2925262 image m 6 1422180255848antonis samaras 2507bf0000000578 2925262 image m 6 1422180255848

LO «SCENARIO PEGGIORE»
Che una coalizione con l’ultranazionalista Kammenos, sostenitore della tesi che l’Europa sia «guidata da neonazisti tedeschi» e teorico da anni della Grecia come «laboratorio di cavie» dell’Unione europea, sia un siluro evidente verso l’Europa, è anche l’opinione di Aristides Hatsis, professore di Economia e Legge dell’Università di Atene. È un segnale «estremamente aggressivo», sostiene. «Questo governo è il “worst case scenario”, lo scenario peggiore che potesse emergere dalle urne». 
 

Esclusi a priori i neonazisti di Alba dorata, che si collocano, come si sarebbe detto una volta, al di fuori dell’arco costituzionale, Tsipras avrebbe avuto quattro alternative. Considerando le radici di Syriza, la cosa più naturale, sulla carta, sarebbe stata una convergenza con i comunisti del Kke. Che in Grecia, però, sono duri e puri: nel 2012 il tentativo di Tsipras di fare un governo con loro si scontrò contro un muro stalinista. 
 

VENIZELOS E SAMARAS VENIZELOS E SAMARAS

Seconda opzione, considerando non solo le radici, ma la provenienza di un’enorme fetta del nuovo elettorato di Syriza, si sarebbe potuta tentare un’alleanza con il Pasok.

 

Ma il bersaglio principale di Tsipras in questi anni è stato proprio il partito socialista, reo di essersi piegato alla trojka. Perché rischiare di perdere i voti faticosamente strappati a Evangelos Venizelos, alleandosi di nuovo con lui? Un discorso analogo vale per Nea Demokratia. Il partito dell’ex premier Antonis Samaras è stato l’altro, grande avversario di Tsipras, per la sua disponibilità a sottoscrivere l’odiato «Memorandum», il piano di aiuti. Impossibile immaginare una «grande coalizione» con lui.
 

SEDE DEI NEONAZISTI GRECI DI ALBA DORATA SEDE DEI NEONAZISTI GRECI DI ALBA DORATA

IL NO A TO POTAMI
Molti, dunque, pensavano che Tsipras avrebbe scelto To Potami, il partito fondato da un ex giornalista, Stavros Theodorakis, che, ricorda Hatsis, «ha la reputazione di un partito liberale e favorevole alle riforme è molto, molto filoeuropeista». Difficile, secondo lo studioso, «vendere To Potami all’elettorato di Syriza, dopo la roboante campagna elettorale anti riforme liberali e anti trojka». 
 

ALBA DORATA MICHALOLIAKOS ALBA DORATA MICHALOLIAKOS

Ma per Tsipras potrebbe essere difficile tenere insieme il partito e l’alleanza con Kammenos, quando emergeranno i primi scontri con la Ue. Il partito nasconde al suo interno una minoranza euroscettica, capeggiata da Panayotis Lafasanis, che ha taciuto per non intralciare la marcia del partito verso il trionfo. Ma gli eventuali compromessi con la Ue potrebbe risvegliarlo.

 

Anche la coalizione con gli ultranazionalisti di Kammenos potrebbero già causare dei mal di pancia: non più tardi di domenica l’europarlamentare Dimitrios Paradimoulis ha azzannato i giornalisti che osavano chiedergli di possibili convergenze con gli Indipendenti greci. E ora?

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO