MARINO MARINATO - LA “IMAGINE ONLUS”, L’ASSOCIAZIONE FONDATA DAL SINDACO NEL 2005, E’ SOTTO INDAGINE PER TRUFFA AI DANNI DELLO STATO - MARINO HA FIRMATO CONTRATTI CON PERSONE INESISTENTI PER GARANTIRE VANTAGGI FISCALI ILLECITI ALLA ONLUS DELLA QUALE ERA PRESIDENTE E LEGALE RAPPRESENTANTE
Roberta Catania per “Libero quotidiano”
IMAGINE ONLUS - IGNAZIO MARINO
Di sicuro c' è solo che Ignazio Marino è sempre più nei guai. Non fosse bastato l' essere stato indagato per diffamazione, il sindaco della Capitale è di nuovo nel mirino della procura di Roma. Questa volta per Imagine onlus, l' associazione che il medico aveva fondato nel 2005 e che ora è sotto indagine per truffa ai danni dello Stato.
Nel procedimento 1716/14 Rg è stato iscritto l' ex dipendente Carlo Pignatelli, che «in concorso con terzi» avrebbe approfittato di un escamotage fiscale per avere un contratto di collaborazione con l' associazione. Ai vertici della onlus, invece, quell' espediente avrebbe garantito importanti sgravi fiscali, quelli previsti dalla legge Biagi per consulenze inferiori ai cinquemila euro annui.
IMAGINE ONLUS - IGNAZIO MARINO
La vicenda, venuta a galla nel giugno 2013 alla vigilia del ballottaggio per la poltrona da sindaco di Roma, ruota attorno a tre contratti di questo tipo: uno reale e due fasulli. Uno stipulato tra Carlo Pignatelli e Ignazio Marino, presidente (ai tempi, poi si è dimesso), fondatore e legale rappresentante della onlus; altri due firmati dall' eccellente chirurgo e da due persone che non esistono, Marco Serra e Franco Briani. Due teste di legno.
Due personaggi di fantasia - hanno dimostrato adesso le indagini - che erano serviti ad ottenere le agevolazioni fiscali per una onlus che già gode dei canoni agevolati del Comune di Roma (168 euro al mese per un immobile a San Lorenzo).
SGRAVI IRREGOLARI
I compensi dei tre collaboratori andavano tutti a Pignatelli, che aveva accettato di essere pagato con tre assegni, uno intestato a lui e due a persone che non conosceva, pur di iniziare a lavorare con quella associazione e prendere in tutto 900 euro al mese. Assegni che lui trovava puntualmente già girati e pronti da incassare, senza sapere niente di più. Nonostante avesse notato l' anomalia, Carlo aveva deciso di farsi andare bene la situazione, avendo ricevuto la promessa che presto sarebbe arrivato il tanto atteso contratto a tempo indeterminato.
Dall' altra parte, invece, questa soluzione garantiva di risparmiare e, soprattutto di etichettare la collaborazione del lavoratore come «saltuaria e occasionale», tanto che due anni fa sono riusciti a mandarlo via senza neanche una telefonata. La sfortuna doppia di Pignatelli, che da vittima passa ad essere coindagato, è che dall' altra parte c' è il futuro sindaco di Roma: Marino. Che all' inizio di giugno vincerà le elezioni e salirà in Campidoglio. Da qui, è calato il silenzio.
L' unica puntualizzazione fatta dal Comitato elettorale prima che chiudessero le urne era stata: «Marino non è coinvolto in alcun modo nella gestione amministrativa della onlus Imagine, il suo ruolo è legato solamente all' indirizzo scientifico dell' associazione. Tutte le attività amministrative e contabili», avevano puntualizzato, «vengono gestite in prima persona dalla direttrice».
La direttrice Rosa Garofalo, che, al contrario di Carlo Pignatelli, ancora ricopre quel delicatissimo incarico. Da qui in poi, ad ogni modo, non è più dato sapere nulla della vicenda. Nel frattempo, la macchina della giustizia parte. Il fascicolo va nelle mani del pm Pantaleo Polifemo, che delega gli accertamenti ai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria del Lazio. Le fiamme gialle non perdono tempo: perquisiscono l' abitazione di Carlo, a caccia di documenti falsi, pensando che il collaboratore avesse usurpato l' identità dei due colleghi fantasma. Invece quei documenti non esistono, perchè come sarà chiarito nel corso di tutti gli interrogatori, gli assegni arrivavano nelle sue mani già girati.
Gli inquirenti ascoltano il collaboratore e la direttrice, che si assume tutte le responsabilità. Nessuno sente Marino, nonostante abbia firmato i contratti con persone che non esistono. Non solo. Nessuno lo interroga per chiedergli come mai, stilando il modulo 760 in cui sono specificati tutti i dipendenti di una società, il presidente della onlus avesse inserito anche Serra e Briani. Eppure era difficile sbagliare con una squadra di appena cinque persone e non rendersi conto che le altre due non si erano mai viste.
ignazio marino alla manifestazione antimafia
VERSO LA CHIUSURA
Forse già queste informazioni, tutte agli atti del fascicolo che da 27 mesi giace sulla scrivania del pm Polifemo, sono bastate al magistrato per decidere chi indagare. A breve, considerando che si tratta di una semplice inchiesta documentale, il pubblico ministero dovrebbe chiudere le indagini e decidere se chiedere l' archiviazione o il rinvio a giudizio.
Nella decisione finale del pm peserà probabilmente anche la depenalizzazione voluta dal governo Renzi e che, proprio in un caso così, interverrebbe salvando Marino qualora fosse indagato.
ignazio marino alla manifestazione antimafia capitale
Quando l' evasione fiscale è così bassa, infatti, si può chiedere direttamente l' archiviazione. Il sospetto è che sia questa la strada verso cui punterà la procura di Roma, forse approfittando però di un momento meno negativo per il sindaco. Perchè comunque se oggi uscisse la notizia di una sua diretta iscrizione nel registro degli indagati per truffa ai danni dello Stato, non sarebbe una questione di cifre. Poco o tanto, per Ignazio Marino le dimissioni sarebbero obbligatorie.