L’AUTORE DI UNO DEI DELITTI PIÙ EFFERATI E INSPIEGABILI, DOPO APPENA 11 ANNI DI GALERA, GIRA TRANQUILLAMENTE PER MILANO – RUGGERO JUCKER, L’IMPRENDITORE CHE UNA NOTTE MASSACRÒ LA FIDANZATA CON 22 COLTELLATE, ASPORTANDONE DELLE PARTI DI CORPO, È USCITO DI PRIGIONE - SFIORÒ L’ERGASTOLO, IL GIUDICE GLI DIEDE 30 ANNI, MA GRAZIE AL PATTEGGIAMENTO, ALL’INDULTO E ALLA BUONA CONDOTTA, OGGI È DI NUOVO LIBERO (E CORONA SI DEVE FARE 10 ANNI DI CARCERE)…
G. Gua. Per il "Corriere della Sera"
Dieci anni e mezzo dopo aver ucciso la sua fidanzata Alenya facendola a pezzi con un coltello affilatissimo da sushi al grido di «sono Bin Laden», Ruggero Jucker ha lasciato il carcere. Pena espiata. Grazie a tre anni condonati e alla liberazione anticipata per buona condotta che hanno eroso un terzo della condanna, il responsabile di uno dei più efferati e incomprensibili delitti accaduti a Milano il 21 gennaio è tornato in libertà a 46 anni e con un'intera vita ancora da vivere.
Il 20 luglio del 2002 Ruggero Jucker, imprenditore nel catering appartenente ad una famosa famiglia milanese, dorme nella bella casa in via Corridoni, centro di Milano. Nel letto, addormentata al suo fianco c'è la fidanzata Alenya Bortolotto, studentessa a pochi esami dalla laurea in scienze politiche.
Di colpo Jucker si alza e, mentre Alenya apre gli occhi, impugna il coltello, la aggredisce, la insegue per le stanze e la raggiunge in bagno. Sono 22 le coltellate che devastano il corpo della ragazza dal quale l'uomo asporta anche alcune parti (un pezzo di fegato verrà ritrovato in giardino) prima di lavarsi, mettere i suoi vestiti intrisi di sangue in lavatrice e scendere nudo in strada urlando «sono Bin Laden». à lì che lo arresta la polizia.
Il processo di primo grado si conclude il 24 ottobre 2003. Grazie al rito abbreviato, Jucker evita l'ergastolo, ma il gup Guido Salvini, ritenendo l'aggravante della crudeltà prevalente sulle due attenuanti del parziale vizio di mente e del risarcimento del danno alla famiglia della giovane donna (1 milione e 300.000 euro) gli infligge 30 anni per «omicidio aggravato».
Il 18 gennaio 2005, in secondo grado, grazie al «patteggiamento in appello», allora consentito ma poi abolito perché ritenuto causa di tagli troppo ampi alle pene, la condanna scende da 30 a 16 anni dopo che il reato viene derubricato in omicidio non aggravato grazie all'equivalenza tra attenuanti e aggravante. La pena diventa definitiva il 5 marzo 2005.
Come tutti i condannati per reati commessi prima del 2 maggio 2006, anche Ruggero Jucker ha avuto diritto all'indulto che, come stabilito dal Parlamento, prevede lo sconto di tre anni di pena. Da 16 anni, quindi, si passa automaticamente a 13. I detenuti che in carcere si comportano bene godono poi di uno sconto di tre mesi di pena ogni anno trascorso dietro le sbarre. Si chiama tecnicamente «liberazione anticipata» e, per Ruggero Jucker, ha tolto alla pena residua altri due anni e mezzo di reclusione.
Dopo un lungo periodo a San Vittore, Jucker è stato trasferito qualche anno fa nel carcere-modello di Bollate. Per uscire la prima volta in permesso premio, e per sole dieci ore, ha dovuto aspettare l'aprile del 2011, nove anni dopo l'omicidio, quando, cioè, aveva già da molto maturato il diritto che scatta dopo aver espiato metà della pena.
In cella è stato sottoposto a cure perché affetto da un disturbo bipolare dell'umore e grazie alle quali, ha deciso il Tribunale di sorveglianza di Milano, dopo la scarcerazione non dovrà essere sottoposto alla misura di sicurezza del ricovero in una casa di cura e di custodia per tre anni, come era stato stabilito in sentenza. Dovrà , però, recarsi periodicamente a firmare un registro dalle forze dell'ordine.
RUGGERO JUCKER RUGGERO JUCKER CON LA MADRE A MILANO RUGGERO JUCKER A MILANO RUGGERO JUCKER A MILANO RUGGERO JUCKER A MILANO RUGGERO JUCKER